Morto sul lavoro schiacciato da un’elica: 5 indagati, gli inquirenti acquisiscono documenti da tre aziende
- Postato il 21 luglio 2025
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- Di Genova24
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Genova. Ci sono cinque indagati per la morte di Lorenzo Bertanelli, il 36enne morto sul lavoro schiacciato da un’elica di due tonnellate e mezzo il 5 febbraio di quest’anno mentre lavorava su un maxi yacht a Molo Giano, al bacino 2 delle riparazioni navali del porto di Genova.
Si tratta di dipendenti e responsabili delle aziende Mecline (la ditta di Massa Carrara per cui lavorava l’operaio), della Voith Turbo srl (azienda con sede a Genova che lavorava anche lei sullo yocht fornisce l’assistenza ufficiale del costruttore del propulsore) e del cantiere Amico and Co (committente del lavoro).
Stamani all’avviso di garanzia ai cinque indagati
Questa mattina ai cinque indagati è stato notificato l’avviso di garanzia per omicidio colposo, inviato dalla pm Daniela Pischetola contestualmente a un decreto di acquisizione documentazione. La Procura infatti, che coordina le indagini dello Psal della Asl3, aveva necessità di acquisire tutto ciò che è relativo al thruster e alle procedure di sicurezza dell’azienda e del cantiere e una delle aziende non aveva adempiuto alla richiesta degli investigatori di fornire una documentazione completa: da cui il decreto di perquisizione per l’acquisizione dei documenti e il contestuale avviso di garanzia.
Dopo che l’analisi della documentazione – raccolta questa mattina dallo Psal e dalle aliquote di polizia giudiziaria in forza in Procura – la pm deciderà se sarà necessario (ma sembra probabile) disporre una perizia tecnica per l’ennesimo morto sul lavoro in Liguria
Morto sul lavoro schiacciato da un’elica: cosa è accaduto il 5 febbraio
Bertanelli insieme ad altri due colleghi, lavorava per la ditta toscana Mecline, che aveva in subappalto da Amico &Co alcuni lavori di refitting sul maxi yacht Aquarius, lungo 92 metri e di proprietà di Steve Wynn, fondatore di una catena di resort a Las Vegas.
Due di loro, tra cui Bertanelli, si trovavano su un ponteggio montato per arrivare sotto la chiglia con l’obiettivo si smontare e calare il thruster che si trovava sotto la poppa della nave grazie a un sollevatore. Il propulsore è scivolato dalla sella mentre già era stato smontato dall’imbarcazione provocando la morte di Bertanelli colpito e travolto dal peso di 2 tonnellate e mezzo.
Ed è proprio la tipologia di manovra e gli strumenti utilizzati per attuarla che sono al centro dell’inchiesta. La procura vuole capire se in base al lavoro da fare, il peso e le dimensioni dell’elica, la procedura di smontaggio sia stata organizzata a regola d’arte.