Mosca ammassa soldati a Sumy, l’esperto: “Si va verso l’offensiva d’estate. L’economia russa può reggere ancora”

  • Postato il 1 luglio 2025
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Sumy vede le truppe russe alle porte. La città capoluogo dell’omonimo oblast’ sembra essere diventata l’ultimo obiettivo militare di Vladimir Putin in Ucraina. Il trofeo da esporre (e da far pesare) quando deciderà di sedersi al tavolo delle trattative per spartirsi i territori conquistati dall’invasione del 24 febbraio 2022. Circa 50mila uomini pronti ad attaccare, il triplo di quelli a disposizione di Kiev nella stessa area, secondo Claudio Bertolotti, analista e direttore di di START InSight, sono il preludio a una nuova offensiva d’estate da parte dell’esercito di Mosca.

Direttore Bertolotti, ci sono 50mila soldati russi ammassati a Sumy, il triplo di quelli fedeli a Kiev. È il segnale di un attacco imminente da parte della Russia?
Non abbiamo la sfera di cristallo, ma stando all’approccio che la Russia ha mostrato negli ultimi quattro anni di conflitto lo possiamo considerare almeno verosimile per due motivi. Il primo è, appunto, la concentrazione di forze nell’area di Sumy. Questo atteggiamento si può spiegare in due modi: o sono il preludio a un attacco imminente, oppure si tratta di un diversivo per favorire un attacco su un altro punto del fronte. Ma in questi anni la Russia raramente ha usato la strategia del diversivo. Sembra invece pronta a eseguire il suo classico attacco a scaglioni, ossia un attacco a ondate che prevede l’uso di un gran numero di truppe. L’altro aspetto che fa pensare a un attacco imminente è il periodo dell’anno nel quale avverrebbe, ossia l’estate, quando la manovrabilità dei mezzi russi aumenta, a differenza dell’inverno ghiacciato o fangoso. C’è poi un terzo aspetto.

Quale?
Si è appena concluso l’addestramento delle reclute che hanno iniziato il loro percorso ad aprile, una delle due chiamate annuali insieme a quella di novembre. L’addestramento dura due mesi esatti e prepara i soldati alla partenza per il fronte. Si tratta di un numero che generalmente oscilla tra le 100mila e le 200mila unità. Numeri che vanno a dare respiro e nuove energie all’esercito in vista di una eventuale offensiva.

Sembra che tutto vada nella direzione di una nuova offensiva d’estate russa…
Esatto. D’altra parte in questa guerra è la Russia che ha sempre imposto tempi e spazi sul campo di battaglia e lo sta facendo anche adesso. Uniche eccezioni sono la prima controffensiva ucraina, quella che ha ripreso Kharkiv, e quella fallita dell’anno successivo. C’è poi stata l’avanzata nel Kursk, ma quell’azione, dall’alto valore politico e simbolico, era praticamente inutile da un punto di vista strategico militare.

A inizio anno sia Putin, sia Zelensky, sia Trump e numerosi leader europei avevano dichiarato che nel 2025 sarebbe arrivata la pace in Ucraina. È quindi giusto considerare questa eventuale offensiva russa come l’ultima prima dei colloqui tra le parti?
Credo che la pace sia ancora lontana. Questa potrebbe essere una importante spallata da parte di Putin, ma non credo sia la spallata finale. Trump ha capito che Putin non ha intenzione, al momento, di sedersi a un tavolo con Kiev, a meno che questo non gli porti dei vantaggi enormi che, però, Zelensky non ha alcuna intenzione di concedere. Per questo, fino a quando non si arriverà a una situazione vantaggiosa per Mosca, nella mente di Putin l’esercito deve continuare a puntare le rive del fiume Dnepr. Il problema, per lui, è che Trump, nonostante tutto, continua a sostenere militarmente l’Ucraina.

È Sumy l’unico obiettivo di Mosca o l’offensiva potrebbe essere anche più ampia?
A breve termine solo Sumy. La Russia sa bene di avere risorse limitate se si esclude la superiorità numerica delle truppe. Per questo manovre troppo ampie lungo il fronte di guerra, come successo nel primo anno, ad oggi sono impossibili da attuare. Credo che l’idea di Mosca sia quella di provare a prendersi Sumy e solo dopo valutare se sia il caso di allargarsi anche ad altre aree. Ma che inizi con un’offensiva estesa fin da subito lo ritengo improbabile, non ha sufficiente artiglieria di copertura.

Ci sono altri motivi per la decisione di mettere pressione proprio adesso? Putin si è per caso accorto che l’economia russa non può sostenere ancora a lungo la sua guerra?
Sull’economia russa sono possibili solo speculazioni, ma non ci sono dati che possano darci risposte certe. Ciò che si può dire, però, è che il sistema produttivo militare ha una prospettiva ancora a medio-lungo termine. Questo grazie anche ai costi estremamente ridotti se paragonati a quelli europei o americani, in media il rapporto è di uno a cinque. È vero che le sanzioni e il limitato accesso al mercato si iniziano a far sentire, ma Mosca è stata abile nel rimpiazzare almeno in parte il mercato occidentale aprendosi maggiormente ad altri Paesi. Inoltre, le sanzioni hanno pensalizzato anche le economie europee, non solo quella russa.

X: @GianniRosini

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