Napoli Nord, sfida a due per la Procura: Cantone vuol tornare a casa, ma la destra punta sul pm vicino a Mantovano
- Postato il 11 giugno 2025
- Giustizia
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
È la Procura più “giovane” d’Italia, istituita soltanto nel 2013. Ma è anche un presidio strategico nel contrasto alla criminalità organizzata, competente su un territorio di oltre un milione di abitanti ad alta densità camorristica. Ora l’ufficio inquirente di Napoli Nord, con sede ad Aversa (Caserta), aspetta il nuovo capo dopo il pensionamento di Maria Antonetta Troncone: una nomina che è uno dei compiti più delicati in vista per il Consiglio superiore della magistratura nelle prossime settimane. Per il posto si è fatto avanti un peso massimo, Raffaele Cantone, attuale procuratore di Perugia dopo cinque anni alla guida dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione. Sulla carta sarebbe il candidato naturale: cresciuto a Giugliano, nel cuore della cintura nord partenopea, ha iniziato la carriera alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ottenendo la condanna all’ergastolo dei più importanti boss del clan dei Casalesi, tra cui Francesco Schiavone e Francesco Bidognetti. “Se il Consiglio superiore riterrà che ho i titoli per venire a Napoli Nord sarei felice, perché si tratta della mia città, del mio territorio, di un Tribunale che ha tanti problemi malgrado il lavoro dei colleghi”, ha detto a gennaio, annunciando di aver presentato la domanda per lasciare Perugia con tre anni di anticipo rispetto alla scadenza del mandato, prevista nel 2028. Un suo addio, peraltro, lascerebbe vacante la poltrona di capo dei pm del capoluogo umbro, ufficio politicamente delicatissimo perché competente a indagare sui reati commessi dai magistrati in servizio a Roma.
Già 12 anni fa, quando lavorava al Massimario della Cassazione (l’ufficio che sintetizza i principi di diritto delle sentenze), Cantone si era candidato a un posto di procuratore aggiunto a Napoli Nord, pochi mesi prima di essere nominato all’Anac dal governo Renzi. A sfidarlo, però, ora c’è un pm assai stimato, dal curriculum solido e dai rapporti importanti: il procuratore di Avellino Domenico Airoma, legatissimo ad Alfredo Mantovano, magistrato e potente sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi, nonché riconosciuto braccio destro della premier Giorgia Meloni. Insieme, Mantovano e Airoma hanno fondato e diretto il Centro studi Rosario Livatino, think tank di giuristi cattolici di cui il procuratore avellinese è tuttora vicepresidente. Sono anche coautori di due libri: “(Ir)rispettabili. Il consenso sociale alle mafie”, del 2013, e “Un giudice come Dio comanda. Rosario Livatino, la toga e il martirio”, del 2021, sulla storia del “giudice ragazzino” assassinato dalla mafia. Il 27 maggio scorso sia Cantone che Airoma hanno esposto il loro progetto organizzativo alla Quinta Commissione del Csm, competente sugli incarichi direttivi e presieduta dal consigliere laico Ernesto Carbone (eletto in quota Italia viva). La Commissione, composta da sei membri, farà le sue proposte nelle prossime settimane, dopodiché la decisione finale spetterà al plenum, l’organo di autogoverno al completo.
Rispetto al concorrente, oltre al mandato all’Anac, Cantone ha dalla sua la guida di una Procura più grande (14 pm in pianta organica contro 11) e soprattutto di rilievo distrettuale, cioè avente sede in un capoluogo di Corte d’Appello. Airoma, invece, può vantare una maggiore anzianità nelle funzioni requirenti e due esperienze da procuratore aggiunto (per quattro anni a Cosenza e per sei proprio a Napoli Nord). Ognuno dei candidati, quindi, potrebbe essere ritenuto “più titolato” dell’altro, complici i criteri non troppo stringenti dettati dal Testo unico sulla dirigenza giudiziaria (la circolare del Csm che fa da vademecum per le nomine, riformata nei mesi scorsi tra aspre polemiche). Così la partita, come spesso accade, si sposta sul piano politico: la “sinistra” del Consiglio spingerà in buona parte Cantone, magistrato di orientamento progressista, mentre la “destra” togata e laica si compatterà su Airoma. Decisivi saranno i voti “centristi”, a partire dalla Commissione, dove è ancora incerto l’orientamento del presidente Ernesto Carbone e del togato Michele Forziati, della corrente “moderata” di Unicost. Il candidato sconfitto, in ogni caso, avrà presto l’occasione di rifarsi: nei prossimi mesi si libererà – a meno di sorprese – il posto al vertice di un’altra importante Procura campana, quella di Salerno, dove Giuseppe Borrelli è in pole position per trasferirsi a Reggio Calabria. Cantone nel frattempo ha fatto domanda anche per il posto di procuratore di Benevento, lasciato libero da Aldo Policastro, “promosso” a procuratore generale di Napoli.
L'articolo Napoli Nord, sfida a due per la Procura: Cantone vuol tornare a casa, ma la destra punta sul pm vicino a Mantovano proviene da Il Fatto Quotidiano.