Narcotraffico, strategie e nuove rotte della ‘ndrangheta per ridurre il rischio di sequestri
- Postato il 8 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Narcotraffico, strategie e nuove rotte della ‘ndrangheta per ridurre il rischio di sequestri
La Relazione della Dsca sul narcotraffico conferma la supremazia della ‘ndrangheta ma cambiano rotte e strategie per ridurre i sequestri
CATANZARO – La ‘ndrangheta resta la signora del narcotraffico internazionale ma le rotte della droga stanno cambiando per eludere i sequestri e abbattere i costi degli approvvigionamenti. Emerge dalla Relazione annuale della Direzione centrale per i servizi antidroga del ministero dell’Interno, documento riassuntivo delle attività svolte nel nostro Paese nel 2024. Tra le mafie italiane, la ‘ndrangheta si conferma l’organizzazione mafiosa «più insidiosa e penetrante, caratterizzata da una pronunciata tendenza all’espansione su scala nazionale e internazionale».
Il «solido radicamento nella regione di origine, la forza militare espressa negli anni, l’affidabilità economica e l’assenza di fenomeni estesi di collaborazione con la giustizia da parte degli affiliati» sono elementi che le hanno permesso, nel tempo, di diversificare i propri interessi. Anche dall’analisi degli elementi investigativi più aggiornati viene fuori il «consolidato predominio nel narcotraffico, soprattutto della cocaina, nei diversi Paesi di produzione e di transito».
LA FILIERA
L’attenzione delle ‘ndrine ai traffici commerciali marittimi e agli scali portuali nazionali continua ad essere pervasiva. Gioia Tauro è uno snodo nevralgico per posizione geografica e per volume di merci in transito. Sono «stabili e funzionali» le saldature criminali della ‘ndrangheta con le organizzazioni di matrice mafiosa siciliane, campane, pugliesi ed anche con quelle albanesi. Inoltre, la ‘ndrangheta mantiene una «forte operatività anche in alcuni Stati esteri dove sono presenti sue articolazioni».
Oggi però «il filo conduttore dell’azione delle più agguerrite organizzazioni calabresi» consiste nello scavalcare, in ambito internazionale, i livelli intermedi della complessa filiera criminale della droga. Le ‘ndrine cercano il contatto diretto con i cartelli del narcotraffico mondiale e con i broker esperti che li rappresentano. La ‘ndrangheta è sempre più interessata ad intessere collaborazioni con «gruppi di narcos di provenienza e culture differenti nei diversi continenti del globo».
I SEQUESTRI
I sequestri di cocaina in Europa, dopo aver raggiunto livelli record nel 2023, sono crollati nel 2024. Tuttavia la disponibilità della sostanza ed i relativi prezzi sono rimasti stabili. Gli Stati dell’Ue hanno sempre sequestrato quantità record di cocaina. Belgio, Olanda e Spagna si confermano Paesi che registrano i volumi di sequestri maggiori.
Il porto olandese di Rotterdam e quello belga di Anversa sono ancor oggi rispettivamente il primo ed il secondo porto d’Europa e da tempo rappresentano le principali porte d’accesso della cocaina nel continente. I sequestri di cocaina in tutta Europa sono aumentati a partire dal 2022 perché le organizzazioni di narcotrafficanti dell’America Latina hanno iniziato a sfruttare il boom della coltivazione della coca e la crescente domanda europea dello stupefacente. Nel 2024, però, sebbene in Spagna vi sia stato un grande sequestro – 13 tonnellate di cocaina occultate in banane provenienti dall’Ecuador – gli altri principali punti di ingresso della cocaina in Europa hanno registrato una forte diminuzione dei sequestri.
Un calo drastico, con picchi del 40% in meno in Olanda e 50% in meno in Belgio. In calo anche i sequestri nel porto tedesco di Amburgo. L’intensificazione delle misure di controllo e sorveglianza adottate nei porti hanno indotto i narcotrafficanti a cercare così nuove rotte e diverse modalità di trasporto ed occultamento. Soprattutto i porti olandesi sono divenuti meno attrattivi per i narcos per l’utilizzo di una tecnologia massiva di controllo e di squadre specializzate e per la cooperazione con le società imprenditoriali. Ma anche per l’invio di ufficiali di collegamento in America Latina. In controtendenza sembra invece la Francia, che nel 2024 ha registrato il sequestro di 47 tonnellate di cocaina, un record per quel Paese.
NUOVE ROTTE
I trafficanti intanto hanno già spostato ed adeguato le rotte, dimostrando di essere capaci di anticipare le iniziative delle autorità. Secondo gli analisti, è “verosimile” che i gruppi criminali abbiano «progressivamente risposto ai miglioramenti in termini di sicurezza adottati dalle autorità portuali dei principali scali utilizzando sin da subito porti più piccoli e meno regolamentati, al fine di sfruttarne le debolezze». Inoltre, stanno privilegiando rotte meno comuni attraverso l’Africa Occidentale e Meridionale e la regione del Sahel, con l’invio di container che transitano in aree non a rischio al fine di eludere i controlli.
LA ROTTA DEL PACIFICO
Un altro fattore di forte trasformazione delle modalità di trasporto dello stupefacente sarà, si legge nella Relazione, il porto cinese di Chancay in Perù, inaugurato a fine 2024. Questa infrastruttura rivoluzionerà il commercio marittimo nel Pacifico, ma anche i traffici di cocaina. Si innesta in una regione strategica per le connessioni per le vie terrestre, aerea e fluviale quasi ultimate tra Pacifico e Atlantico.
L’ipotesi di una nuova rotta “pacifica” della cocaina appare “verosimile”, sempre secondo gli analisti, anche alla luce di un sequestro di 460 chili di cocaina eseguito a Gioia Tauro nell’ottobre 2024. La droga, infatti, era occultata all’interno di un container proveniente dal Vietnam in transhipment a Singapore. Del resto, anche in Perù dicono che col nuovo porto cinese le cose cambieranno molto nel narcotraffico internazionale che andrà via via riconfigurandosi.
LA FRAMMENTAZIONE
Ulteriori modalità adottate dalla criminalità, già rilevate nel recente passato, sempre al fine di abbattere i rischi di sequestro e di perdita del carico, consistono nella frammentazione dei grossi carichi. Viene contaminato un più alto numero di container ma con quantitativi inferiori di stupefacente. Aumentano i trasporti per via aerea, come confermerebbero i sequestri di bagagli contenenti cocaina imbarcati su voli provenienti da Paesi al di fuori dell’America Latina. Tra i ritrovamenti di rilievo nei primi sei mesi del 2024, il sequestro di 60 chili di cocaina in borse sportive stipate in un container cargo aereo proveniente dal Canada.
Ma ci sono anche 61 casi accertati di spedizioni, per via aerea, di cocaina nascosta nel bagaglio proveniente dai Paesi dell’Africa Occidentale. Infine, non va tralasciata la tendenza dei trafficanti a spedire cocaina liquefatta, impregnando merce legale, per poterla poi riportare alla sua forma solida. Questi metodi di occultamento della cocaina rendono necessario il suo recupero con mezzi chimici nei laboratori clandestini. In Italia nel 2024 ne sono stati smantellati quattro: a Valle Castellana (TE), Cesano Boscone (MI), Lentate sul Seveso (MB), Voltana (RA).
I TRAFFICI
Calano i sequestri, dunque, ma le importazioni di cocaina dai Paesi di produzione verso l’Europa non stanno rallentando. I quantitativi di cocaina prodotti, i sequestri eseguiti nei “Paesi di origine”, i prezzi al dettaglio e i residui di cocaina trovati nelle acque reflue dimostrano che il consumo e, quindi, il traffico internazionale continuano senza sosta. Le strategie utilizzate dalle organizzazioni criminali, per loro natura flessibili, sono volte a eludere e vanificare i controlli. Strategie che consistono nella frammentazione dei carichi, con l’invio di quantità sempre più ridotte; nelle variazioni delle rotte e nell’occultamento chimico.
Il ricorso alla trasformazione della cocaina è stato confermato dalla scoperta, negli ultimi cinque anni, di diversi laboratori clandestini, in particolare in Belgio, Paesi Bassi e Spagna. Nel dicembre 2024, è stato smantellato quello che è stato definito il più grande laboratorio di cocaina mai scoperto in Portogallo e uno dei maggiori di tutta Europa. La struttura, un capannone in disuso vicino Lisbona, era gestita da gruppi criminali locali, da una cellula brasiliana del Primeiro Comando da Capital e da colombiani. Era in grado di produrre anche 200 kg di cocaina al giorno. Veniva sfruttato il porto di Leixões per ricevere grossi quantitativi di pasta di cocaina.
IN ITALIA
Anche in Italia si registra una diminuzione complessiva dei sequestri di cocaina, per un totale di oltre 8 tonnellate in meno. Segno evidente che i clan adottano nuove modalità per abbattere i rischi. Me si registra un incremento dei sequestri nella fascia di peso da 1 a 100 kg. I quantitativi volta per volta sequestrati, sono minori rispetto al passato. È possibile, secondo gli analisti, che le organizzazioni criminali, con il coinvolgimento dei lavoratori portuali, abbiano praticato una frammentazione dei grossi carichi contaminando un più alto numero di container con quantitativi inferiori di stupefacente. Si aggiungano a ciò sequestri di maggiore entità registrati nei porti di Catania, Genova e Livorno, oltre che in quello di Gioia Tauro. La scelta dello scalo marittimo prescinde dal territorio controllato dall’organizzazione criminale, ma avviene sulla base di aderenze anche all’estero e delle capacità logistiche, di controllo e gestione delle società di trasporto.
PRIMATO CALABRESE
Nel 2024 è cresciuto, rispetto al 2023, il numero di operazioni di polizia giudiziaria concluse, 9.502 (+10,26%), e di persone segnalate all’autorità giudiziaria, 14.507 (+8,16%), di cui 10.907 tratte in arresto (+10,80%). Ma le quantità di cocaina sequestrate sono in calo: 11.082,17 kg (-44,11%), a fronte dei 19.830,23 kg del 2023. Secondo gli specialisti, è una conferma dell’ipotesi secondo cui le organizzazioni criminali hanno adottato le dovute cautele per non vedersi sequestrare ingenti quantità di droga concentrate in pochi carichi, preferendo parcellizzare i quantitativi in più partite di peso inferiore.
Così si riduce anche il valore della perdita in caso di sequestro. I sequestri più significativi per quantità continuano a registrarsi nel porto di Gioia Tauro: più di 1000 chili a marzo e 460 a ottobre. La maggiore incidenza dei sequestri frontalieri marittimi si è avuta sempre nel porto di Gioia Tauro (61,75%, pari a 3.611,70 kg), seguito dal porto di Catania (8,54%, 499,60 kg) e da quello di Genova (8,09%, 473,05 kg). Le regioni con i maggiori quantitativi di cocaina sequestrata sono state la Calabria, la Lombardia e il Lazio. Ma nell’andamento decennale il porto di Gioia Tauro, dopo il record del 2022 con oltre 16 tonnellate di carichi di cocaina complessivamente intercettate, ha visto decrescere le quantità annuali di stupefacente sequestrato.
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