“Negoziati per la tregua a Gaza vicini al collasso”. Almeno 26 morti dall’alba nei raid sulla Striscia: anche bambini
- Postato il 12 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Almeno 26 palestinesi sono stati uccisi dall’alba di sabato nei raid israeliani sulla Striscia di Gaza. Sedici di loro tra cui donne e bambini, secondo fonti mediche citate dall’agenzia palestinese Wafa, sono morti nella città di Gaza, colpita in diverse zone residenziali, tra cui Tuffah, Sheikh Radwan e l’area dell’Università Islamica. Una bambina è stata uccisa e altre persone sono rimaste ferite nel bombardamento di un’abitazione vicino alla scuola di Al-Hassayna, nel campo profughi di Nuseirat. A Deir al-Balah un attacco con drone su un campo profughi ad Al-Manasra ha sterminato una intera famiglia, un uomo, sua moglie e i loro figli, secondo fonti locali. Intanto, riporta la Bbc, i colloqui indiretti tra Israele e Hamas in corso a Doha per tentare di raggiungere una tregua sono sempre più vicini al collasso. Secondo fonti palestinesi, la delegazione israeliana sarebbe stata inviata senza un mandato pieno, con l’obiettivo di prendere tempo dopo la missione di Benjamin Netanyahu a Washington. Il punto di frizione resta la richiesta di Hamas di un ritiro completo delle forze israeliane dalla Striscia, che Tel Aviv vorrebbe invece sostituire con un piano di riposizionamento militare.
Attacchi mirati – Venerdì almeno 30 persone hanno perso la vita nella Striscia, secondo la Difesa civile palestinese, in gran parte nel tentativo di procacciarsi aiuti alimentari. Questa mattina una madre e i suoi tre figli sono rimasti uccisi in un raid israeliano su una zona residenziale vicino all’Università Islamica nella parte occidentale di Gaza City. Altre quattro donne sono state uccise e altre 10 sono rimaste ferite in un attacco separato su un’abitazione vicino alla scuola di Yaffa, sempre a Gaza City. Due persone sono state uccise in un attacco aereo che ha colpito un appartamento nel quartiere di Sheikh Radwan, nella parte orientale della città.
L’esercito israeliano ha dichiarato in un comunicato di aver smantellato “una cellula terroristica” a Khan Younis nei giorni scorsi, sequestrando armi ed equipaggiamento militare e distruggendo un tunnel lungo circa un chilometro. Ha inoltre annunciato l’uccisione di un leader della Jihad islamica, Fadl Abu al-Ata, a Shujaiya, a est di Gaza City, nonché di un altro combattente del gruppo armato palestinese. Secondo l’esercito, Fadl Abu al-Ata avrebbe coordinato “numerosi attacchi” contro le truppe israeliane e partecipato all’attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele, che ha scatenato la guerra. Date le restrizioni ai media nella Striscia di Gaza e le difficoltà di accesso al territorio, non è stato possibile verificare in modo indipendente i resoconti e le affermazioni delle varie parti.
Il fallimento dei colloqui a Doha – Funzionari palestinesi hanno riferito alla Bbc che Netanyahu ha inviato a Doha una delegazione “senza un mandato forte” con lo scopo di rallentare deliberatamente i colloqui. Non ci sono più i funzionari di più alto livello che hanno in precedenza preso parte ai colloqui, tra cui il capo del Mossad David Barnea, il capo ad interim dello Shin Bet “Shin” e il ministro per gli Affari strategici Ron Dermer, come riportato dalla radio dell’esercito israeliano. Al momento, ha spiegato un funzionario palestinese citato dalla Bbc, i negoziatori stanno ancora discutendo delle richieste di Hamas di ritiro delle Idf dalla Striscia di Gaza e dalla distribuzione di aiuti umanitari affidati alle organizzazioni internazionali e non all’americana Ghf sostenuta da Israele.
“I colloqui indiretti tra Hamas e Israele per un cessate il fuoco a Gaza sono bloccati dalla volontà di Israele di mantenere le truppe nel territorio”, hanno riferito all’Afp due fonti palestinesi. “I negoziati a Doha stanno incontrando una battuta d’arresto e complesse difficoltà a causa dell’insistenza di Israele nel presentare una mappa del ritiro che in realtà è una mappa di redistribuzione e riposizionamento dell’esercito israeliano piuttosto che un vero e proprio ritiro”. “Israele – per un’altra fonte – vuole “impedire l’accordo per continuare la guerra di sterminio”.
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