Nel report Ispra 2025 solo piccole quantità di rifiuti con amianto in Campania: impossibile!
- Postato il 28 luglio 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
L’urbanistica, intesa come disciplina che regola l’uso del territorio e la sua trasformazione, ha un ruolo fondamentale nella tutela della salute pubblica. La pianificazione urbana, se ben gestita, può creare ambienti favorevoli a stili di vita sani, riducendo l’inquinamento, migliorando la qualità dell’aria e dell’acqua e promuovendo spazi verdi e accessibili per l’attività fisica e le relazioni sociali.
Terra dei Fuochi (espressione che più volte ho definito inappropriata in quanto si riferisce soltanto ad una modalità specifica di smaltimento di rifiuti speciali prodotti in regime di evasione fiscale per una specifica attività produttiva – scarpe borse e vestiti in Campania) è diventata fenomeno lucrosissimo di smaltimento di rifiuti tossici con il clan dei casalesi che nascono e restano principalmente costruttori edili prevalentemente abusivi. Pertanto, è ormai storia che Terra dei Fuochi campana nasce a partire dalla fine degli anni Settanta per raggiungere il suo apice all’incirca negli anni Novanta dello scorso secolo parallelamente all’eccezionale sviluppo urbanistico senza regole in Campania ed a Napoli denominato a suo tempo “mani sulla città”.
Questo sviluppo urbanistico selvaggio e senza regole di conseguenza si è accompagnato ad una progressiva perdita di salute pubblica a partire dagli anni Settanta. L’aspettativa di vita media, pressoché uguale alle altre città d’arte d’Italia (esempio Firenze), ha raggiunto livelli record, i peggiori d’Italia, ancora oggi con una perdita non inferiore a 3,5 anni. Gravissimo!
La relazione ISPRA Rifiuti speciali 2025 appena edita e che fa riferimento al 2023 conferma quanto sovrariportato. La Campania da circa 40 anni si caratterizza infatti tra le Regioni a maggiore quantità di rifiuti provenienti dall’edilizia ma contemporaneamente anche come unica Regione di Italia a non avere sul proprio territorio regionale nessun impianto di smaltimento finale ad esempio per il mortale amianto. Rifiuti contenenti amianto non possono non comparire all’interno di tutte le ristrutturazioni per un patrimonio edilizio costruito per circa il 70% tra gli anni Sessanta e Settanta, specie nella periferia della città metropolitana di Napoli (appunto Napoli nord e Caserta) .
Nel 2023, la produzione regionale di rifiuti speciali si attesta a circa 11,1 milioni di tonnellate. Le principali tipologie di rifiuti prodotte sono rappresentate dai rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione (58,1% della produzione regionale totale) e da quelli derivanti dal trattamento dei rifiuti e delle acque reflue (28,8%). Ebbene a fronte di una così massiccia presenza di rifiuti dell’edilizia a seguito degli appena conclusi anni di superbonus edilizi, compaiono solo quantità irrisorie, legalmente dichiarate e smaltite, di rifiuti contenenti amianto: impossibile!
Come era invece logico aspettarsi, una notevole quantità di rifiuti contenenti amianto smaltiti illegalmente e quindi con danno certo e gravissimo alla salute pubblica appare nella relazione del Commissario Unico Vadalà (14 maggio 2025) con conseguenti denunce delle sentinelle ambientali dei territori per il 68% concentrate nelle zone “martiri” dell’acerrano, del giuglianese e del nolano.
L’apparentemente imbattibile Terra dei Fuochi campana, a partire dal 2009, si è più che raddoppiata (da 4 a 11 milioni di tonn/anno di rifiuti speciali dichiarati di cui il 58 % provenienti dall’edilizia del superbonus) senza che, per precisa scelta gestionale della Regione, ci sia all’interno del territorio regionale una sola discarica a norma per rifiuti speciali pericolosi come l’amianto e per rifiuti ospedalieri. Terra dei Fuochi campana, quindi, è stata potenziata e non spenta anche dai superbonus edilizi.
La stragrande maggioranza di imprese edili sono costituite da piccole ditte con meno di dieci dipendenti dichiarati che non hanno di conseguenza neanche l’obbligo di predisporre le autodichiarazioni cartacee MUD. Possiamo quindi stimare, a fronte di una produzione totale di 11.1 milioni di tonnellate una quota non inferiore a 2,5-3 milioni di ton/anno aggiuntive di rifiuti speciali non dichiarati prodotti e smaltiti “a nero” a costituire la principale fonte di danno alla salute pubblica specie nei territori di Napoli nord e Caserta, come d’altra parte riportato nella relazione Vadalà: non meno di 7mila tonnellate al giorno!
Due cose sono cambiate: i rifiuti speciali adesso sono solo campani e di conseguenza, bloccate le vie per l’estero da guerre varie, l’eccezionale incremento delle attività di repressione grazie ai Prefetti antiroghi ed alle forze dell’Ordine tutte, hanno come diretta conseguenza il coinvolgimento pieno e mortale di tutte le Regioni vicine alla Campania in particolare quelle dove compaiono dal report Ispra quelle discariche legali che non ci sono in Campania (Puglia in primis, Basilicata, Molise, Abruzzo, Calabria).
Tutto quanto riportato qui in sintesi è stato anticipato da me con specifiche relazioni scritte sia ai Prefetti che al Commissario Unico. Non si diventa esperti di Terra dei Fuochi in un giorno, ma solo studiando decenni, e soprattutto, non avendo conflitti di interessi, né politici né professionali.
Medici ISDE presenti o ascoltati in Regione non ci sono e non vogliono che ci siano: di conseguenza in Campania, i cittadini continuano ad ammalarsi ed a morire in eccesso. Il vero miracolo oggi in Campania è restare sani e potersi curare con questo conglomerato di politici locali divisi tra avidi ed esperti lobbisti o totalmente incapaci e incompetenti. Avevamo la possibilità di avere un Generale dei Carabinieri Forestali esperto di Terra dei Fuochi come Sergio Costa come candidato Presidente: pare che finiremo invece a fare le nozze con i Fichi secchi. La Campania non deve morire!
L'articolo Nel report Ispra 2025 solo piccole quantità di rifiuti con amianto in Campania: impossibile! proviene da Il Fatto Quotidiano.