Nicolussi Caviglia, la passione per Kubrick e Guccini e la previsione su Kean: "Sarà un leader di questa Nazionale"

  • Postato il 8 ottobre 2025
  • Di Virgilio.it
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La linea verde abbracciata da Gennaro Gattuso per la sua nazionale ha i volti puliti ed emozionati di Hans Nicolussi Caviglia e Niccolò Cambiaghi, presenti in conferenza stampa a tre giorni dalla sfida in Estonia e a meno di una settimana dal delicato confronto interno contro Israele. Le loro dichiarazioni.

Nicolussi Caviglia, brillante dentro e fuori dal campo

Chi l’ha detto che un calciatore sia bravo solo a tirare calci ad un pallone, a divertirsi appena ne abbia la possibilità, a vivere la sua giovinezza da privilegiato senza porsi grosse domande. Hans Nicolussi Caviglia, ad esempio, è agli antipodi dell’immagine ormai datata del “calciatore leggero”: ascolta Guccini, è un patito di cinema d’autore, è iscritto all’Università.

Intelligente e brillante dentro e fuori dal campo, l’ex centrocampista della Juventus, ora alla Fiorentina, ha parlato di musica, di film (“il mio percorso di vita ricorda 2001 Odissea nello spazio di Kubrick, ci sono stati momenti difficili e spiragli in cui inserirsi”), ma anche della questione israelo-palestinese: “Il calcio è fondato sul rispetto delle regole, vorrei fosse così in tutti gli ambiti. Ogni guerra è una sconfitta per l’umanità, ha dichiarato.

Il pranzo con Guccini e il rapporto con Moise Kean

Sugli interessi extra-calcistici pochi fronzoli e idee chiarissime: “Credo sia importante appigliarsi a qualcosa, così da riuscire a pensare ad altro e non solo al calcio. Ognuno di noi ha un interesse, per sentirsi più sicuro. La passione per Guccini? Merito di mio padre, ha sempre ascoltato le sue canzoni. A Torino ho avuto modo di pranzare con lui e di scambiare quattro chiacchiere. È nato un bel rapporto.

Tornando al rettangolo di gioco, Nicolussi Caviglia ha avuto modo di giocare fianco a fianco con Moise Kean, prima alla Juventus, ora alla Fiorentina. Per il compagno in viola ha immaginato un futuro radioso: Con Moise ci conosciamo da una vita, l’ho visto crescere, so che giocatore è. Ha caratteristiche importanti, è un ottimo ragazzo, lavora sempre al massimo e credo che possa essere un leader per questa nazionale: ha fatto benissimo l’anno scorso e quest’anno si confermerà sicuramente”.

Dalla Valle d’Aosta all’azzurro, l’importanza del settore giovanile

Dalla Valle d’Aosta alla nazionale allenata da un calabrese doc. Gattuso lo ha fortemente voluto in azzurro: “Venire da una regione così piccola e arrivare in nazionale è davvero importante. È un onore essere qui, sento il peso delle responsabilità.

Infine un passaggio sui settori giovanili e sulle difficoltà di sfornare talenti come 20-30 anni fa: “Credo molto nella loro importanza, bisogna sempre credere nelle sue qualità dei ragazzi, aspettarli e dargli delle opportunità. Sfruttare i pregi di ogni ragazzo e costruire un percorso per valorizzarlo”, ha concluso Nicolussi Caviglia.

Cambiaghi e il ricordo a Berlino nel 2006

Accanto a lui Niccolò Cambiaghi, fresco di gol al Pisa domenica scorsa: L’anno scorso sono stato condizionato da un infortunio, ho lavorato su alcuni aspetti e posso dire di essere rientrato bene sin da febbraio, marzo. Ho svolto la riabilitazione a Bologna, quindi ho avuto accanto la mia squadra. Per fortuna non ci sono state complicazioni, ora ho un maggiore minutaggio e mi godo questa convocazione.

A cinque anni suo padre e suo nonno lo portarono a Berlino a vedere la finale dei Mondiali del 2006: “È un ricordo, seppure vago, che porterò sempre con me, nasce dalla passione della mia famiglia per la nazionale. Mio nonno e mio padre mi accompagnarono a vedere la finale. Era una delle prime partite allo stadio. La foto assieme ogni tanto la guardo, la porterò sempre con me”.

Il ringraziamento a Italiano e l’appello ai tifosi friulani

Sul rapporto con Vincenzo Italiano:Gli devo tanto, mi ha voluto fortemente. È stato molto paziente durante la mia riabilitazione. Se riesco a far vedere in campo le mie qualità lo devo anche a lui, perché il suo gioco si concentra molto sulle fasce. Quindi da ex calciatore del Pordenone un appello ai tifosi azzurri friulani per la partita di martedì contro Israele: “Penso che l’affetto non manchi mai. Mi auguro sia così anche contro Israele, abbiamo bisogno della loro spinta per raggiungere i nostri obiettivi.

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