Niemann, Adams e Sevian. Lodici racconta la sua World Cup. "E nel 2026 mi gioco tutto"

  • Postato il 23 novembre 2025
  • Sport
  • Di Agi.it
  • 4 Visualizzazioni
Niemann, Adams e Sevian. Lodici racconta la sua World Cup. "E nel 2026 mi gioco tutto"

AGI - Lorenzo Lodici è oggi lo scacchista di riferimento in Italia. Lo dice la classifica Elo, ma anche la maturità raggiunta nell’ultimo anno, che lo ha reso un giocatore solido e in grado di competere con avversari di primissimo livello. Dopo la medaglia d’argento individuale all’Europeo a squadre, in quarta scacchiera, è arrivato alla World Cup di Goa - unico rappresentante azzurro - in uno dei momenti più intensi della sua carriera. In India ha superato tre turni, affrontato partite tecniche e complesse, e mostrato un approccio più solido, continuo e lucido rispetto al passato. Il torneo gli ha dato risposte importanti: la vittoria convincente su Samadov e, soprattutto, su Hans Niemann agli spareggi; la rimonta e la resistenza contro una leggenda come Micheal Adams, il match equilibrato, perso ai dettagli, con Sam Sevian. Tanto che persino Magnus Carlsen, commentando i suoi match, ne ha sottolineato lo stile e la 'serietà' di gioco.

Fuori dalla scacchiera, l'appuntamento di Goa gli ha offerto un pubblico di fan e seguaci, soprattutto online, sorprendentemente ampio. Lodici lo descrive come un passaggio utile per misurarsi con pressioni diverse e aspettative in crescita, mentre il suo percorso proseguirà verso i Mondiali Blitz e Rapid di fine anno e in un 2026 che sarà decisivo per la scelta di diventare, definitivamente, uno scacchista professionista. In questa intervista ripercorriamo il suo torneo, le scelte tecniche, i momenti chiave e il lavoro che sostiene una crescita che lui stesso definisce “ancora in corso”.

Prima di addentrarci nella World Cup ti chiedo di portarci a Goa, la città indiana che ospitava la manifestazione. Come ti è sembrata? Che rapporto ha con gli scacchi?

Mi sarebbe piaciuto girarla un po’ di più ma sono arrivato lì due giorni e mezzo prima dell’inizio non volevo spostarmi. Per girare ho avuto quindi i due giorni tra Adams e Sevian e lì avevo bisogno di uscire dopo essere rimasto ‘chiuso ‘per tutto il tempo. Ero molto curioso perché inizialmente non capivo perché si dicesse che Goa fosse la meta turistica più ambita dell'India, la città più europea. Ci sono effettivamente un po' di chiese e vie in stile europeo in centro ma non mi aveva impressionato. Invece, nel secondo giorno di riposo, quando sono andato a vedere le spiagge, è cambiato tutto. Sono davvero molto belle, si mangia bene e c’è un bell’ambiente. Lì ho pensato: sarei dovuto venire un po’ prima. Poi non credo che le persone ‘normali’ sapessero bene dell’evento ma in India, in ogni caso, gli scacchi sono comunque così grandi che non mancavano di certo gli appassionati fuori dalla sede di gioco a chiedere foto e autografi. E poi possono trovare quanti volontari vogliono, c’è un movimento davvero vivo.

Però agli indiani non è andata benissimo…

È stata un'ecatombe. Praggnanandhaa era comunque quasi certo di qualificarsi per i Candidati e Gukesh è il Campione del mondo in carica. Non hanno probabilmente dato il massimo. Per Erigaisi invece era una questione di ‘vita o morte’ e ha perso una grande chance.

Quando hai visto il sorteggio del tabellone cosa hai pensato?

Allora, ho avuto due pensieri diversi. La cosa più importante era vedere chi avrei affrontato al secondo turno. Mi ero già fatto un po’ di calcoli e quando ho visto Niemann non ero contentissimo perché, tra quelli più vicini per Elo e che avrei potuto prendere, c'erano Mamedyarov e Vachier-Lagrave. Onestamente avrei preferito prendere uno di questi due: forse meno motivati, più avanti con l’età. Non ero contento neanche di incontrare Samadov, al primo turno, perché è uno che non avrebbe avuto paura di me, non avrebbe avuto paura di niente. Uno che gioca senza pensieri e che mi aveva già battuto all’Europeo. Ma guardando però gli avversari che avrei potuto affrontare dopo, Adams o Cheparinov, Sevian o Christiansen, ero più contento. Quindi il giudizio finale è stato: non sono contento dei primi due turni ma se li passo poi ci divertiamo. Però ero sicuro di una cosa: non avrei preso sotto gamba nessuno. Con Vachier-Lagrave forse sarebbe stato diverso, perché sapevo che lo avrei battuto...

Aspetta, ho capito bene? Avresti battuto Vachier-Lagrave? 

Hai capito bene, hai capito bene (ride, ndr). Era tutto pronto per un bell’upset.

Ricordo l’ultima intervista, dopo le Olimpiadi, ormai più di un anno fa. Mi sembri un giocatore diverso, quasi un altro scacchista. Cosa è cambiato?

Sì, è cambiato molto e sono cambiato molto in realtà. È stato un processo. La differenza grossa è che fino a un anno fa cercavo di battere tutti dalla prima mossa. E facendo questo mi prendevo rischi che, nonostante siano insiti nel mio stile, se non sono al 100% della forma non pagano. Quello che ho capito è che non era il modo più fruttuoso di giocare e dovevo cambiare cominciando a preoccuparmi meno del risultato e concentrarmi più sul gioco. Non dovevo più considerare come un dramma una patta con un avversario che aveva meno Elo di me. Perché, quella di pareggiare con uno più debole, è sempre stata una cosa che non riuscivo a tollerare.

Quando ti sei accorto che le cose stavano cambiando?

In questo processo ci sono stati dei tornei problematici. Nel momento in cui provi a modificare il tuo pensiero, dicendo ‘devo solo fare le mosse, non mi interessa più vincere a tutti i costi’, può capitare che cada tutta la tensione e che si possa giocare senza intensità. Ed è la cosa che mi è successa nei primi tornei. Si è visto al Master, poi in Sardegna, in Turchia e in generale nella prima parte dell’anno dove ho perso Elo. Però ero convinto che la strada fosse quella giusta e allora ho deciso di aumentare il mio impegno verso gli scacchi per tutta la seconda metà di quest’anno e per l’anno prossimo. Sostanzialmente di dedicare agli scacchi quasi tutto il mio tempo. E questa decisione ha portato pace facendomi ritrovare l’intensità e l’energia perduta. E il fatto di non tormentarmi più con la pressione del risultato ma semplicemente restando focalizzato sui miei obiettivi perché so che li raggiungerò, perché ho tempo, perché ci sto mettendo impegno e perché semplicemente giocare mi piace, mi ha fatto trovare più solidità. E tutto ciò si è visto nei successivi tornei dell’anno, da Spilimbergo all’Olanda, fino alla medaglia all’Europeo e al quarto turno qui alla World Cup, che sono stati tutti qualitativa

Come è stato giocare con Niemann? Che sensazioni ti ha trasmesso?

Si vedeva che era molto teso. Per lui era davvero l’ultima chance per qualificarsi al torneo dei Candidati. Non è di certo un 'simpaticone' ma ha il suo carisma e quando è tranquillo secondo me è uno con cui si chiacchiera piacevolmente, almeno questa è la mia impressione. Era pronto a dare tutto e questo si vedeva. Statisticamente è molto forte, e non ci sono più dubbi a riguardo, però ogni mossa valeva tanto e non è stato facile per lui, soprattutto giocando con una persona come me che stava alla scacchiera con tutte le energie positive possibili e che, oggettivamente, ha giocato a un livello molto alto. Credo che gli spareggi siano state davvero partite di livello mondiale.

Lorenzo Lodici speaks after eliminating Hans Niemann pic.twitter.com/gXV5mkmmat

— Chessdom (@chessdom) November 6, 2025

Ci sono stati due momenti in cui ho pensato: “Ok, Lorenzo è davvero sicuro dei suoi mezzi”. Il primo è stato il finale Alfiere e due pedoni contro Torre. Il secondo è la scelta di accettare la sfida sulla sua Italiana, un’apertura che Niemann conosce benissimo. Hai fatto una preparazione specifica contro di lui?

Prima del torneo non ho preparato niente contro Niemann. Non volevo togliere la testa dal match contro Samadov perché sapevo che avrei rischiato di non passare il turno. Anche perché Niemann ha un repertorio abbastanza limitato anche se le sue cose le conosce molto bene, ovviamente. Le scelte che ho preso sono state relative anche alla tipologia di partita, tempo lungo o tempo breve. Nel primo caso ho pensato che fosse meglio sorprenderlo. Per questo non sono entrato nella sua Italiana ma ho preferito un’apertura Francese dove avrei avuto il tempo per capire cosa succede e, eventualmente, sistemare tutto. Non sono un esperto dell'apertura Francese ma pensavo di avere il tempo per tenere una posizione che non sono solito giocare. In una partita Rapid, però, questa strategia non avrebbe funzionato. Negli spareggi, quindi, ho optato per qualcosa che mi rendesse facile il gioco, in cui dovevo fare solo mosse semplici con un piano chiaro in cui, se lui fosse rimasto fermo, avrei preso il centro spingendo e tenendo una posizione comoda nell’Italiana con Alfiere e7. Del resto ha funzionato poi anche con Sevian.

Lorenzo Lodici eliminates Hans Niemann from the World Cup! 72... Rg2 and 72... Rg3 and it's a draw. Hans played 72... Rg1 and lost. pic.twitter.com/oPXuGW0SAx

— agadmator (@agadmator) November 6, 2025

Anche Carlsen ha commentato il tuo match con Niemann

Sì, commentava online! Mi ha fatto piacere che mi abbia trattato come un giocatore serio. E poi ha sottolineato delle cose giuste sul mio stile. Ad un certo punto, ad esempio, dice: “Secondo me Lodici giocherà questa perché tende sempre ad andare avanti con i pezzi”. E difatti ho proprio fatto quella mossa. Fa molto piacere sapere che il tuo nome cricola tra questi super campioni.

Domanda necessaria: ha azzeccato, almeno lui, l’accento nel pronunciare il tuo cognome?

No, no! Anche per lui sono Lodìci.

Poi è arrivato Adams, e lì ero davvero curioso, perché ricordavo bene tutto quello che era successo l’anno prima, quella patta un po’ folle che avevate giocato. Come è stato affrontare di nuovo un avversario che, in un certo senso, ti fa soffrire?

Diciamo che ci soffriamo a vicenda, nel senso che siamo due giocatori con uno stile di gioco opposto. Lui sempre controllato, molto preciso, e io invece spesso predisposto allo squilibrio e a buttarmi in una posizione complessa. Quindi è molto facile che le partite, per l’appunto, vengano squilibrate. Ed è quello che è successo anche stavolta, esattamente come l'anno scorso.

Il primo match è l'unico, in tutto il torneo, in cui mi sento di aver sbagliato la scelta dell’apertura. E si è visto subito. Ho perso il feeling della posizione per cercare di stare meglio. Volevo far funzionare Te3 a tutti i costi e nella mia testa l’ho fatta funzionare. Ma, alla fine della variante, c’era una mossa di Donna che non avevo visto e che gli permette di stare meglio, di mantenere la posizione vinta e dove può torturarmi per sempre. Però mi sono messo lì, una mossa alla volta, creandogli difficoltà nel vincere una posizione tecnica che in realtà dovrebbe essere il suo forte. Ed è per questo che sono ancora molto contento della lotta e di aver pattato. A dirla tutta... forse lo avevo preso un po’ sotto gamba perché lui il giorno prima aveva giocato gli spareggi fino a tardi e pensavo fosse stanco. Ma era e restava comunque Michael Adams!

E poi la seconda partita e una vittoria rocambolesca.

Mi sono detto: va bene, ripetiamo la Francese e andiamo per una posizione più complicata possibile. Però senza farmi troppi problemi, e senza indugi, a un certo punto ho aperto tutto. Beh... invece aveva ragione lui e mi sono trovato a stare peggio. Però, senza il motore, non era per nulla facile convertire quel vantaggio perché lui ha tante scelte davanti. In quel momento guardavo la scacchiera dicendo “guarda te cosa hai combinato, non è possibile perdere così velocemente”. Ma a forza di pensare ho trovato una mezza via d’uscita e ho continuato a lottare creandogli problemi. Lui ha iniziato a essere meno preciso, ha sbagliate diverse mosse fino a che ha fatto l’errore decisivo andando in posizione persa. Ma in realtà ti dico, tutto è cambiato in appena un quarto d’ora: è persa; sto peggio ma ho ancora chance; ora non ho problemi; sì, è vinta.

Però Adams l’ha presa bene. Ricordo nitidamente l’immagine in cui vi stringete la mano e lui ti sorride

Io, una volta finita la partita, crollo e gli dico “I’m sorry”. Perché per quanto sono competitivo voglio vincere con merito e non è che mi sentivo di aver meritato di vincere quella partita. Insomma, la patta ci stava assolutamente. Lui mi stringe la mano, mi guarda, e mi dice ‘it’s ok’. Sì, anche io ci ho visto una sorta di “è il tuo momento, ci sta, è andata così”.

Lorenzo Lodici making history for Italy at the FIDE World Cup 2025@federscacchi pic.twitter.com/NDEwmgdTQA

— Chessdom (@chessdom) November 8, 2025

Due giorni di riposo, le spiagge di Goa e poi Sevian. Come hai deciso di affrontarlo?

È un giocatore molto difficile da battere, ma la scelta contro di lui è stata semplice: è uno che, se viene provocato, reagisce bene e sa gestire anche posizioni molto complesse. Poi mi sembrava pronto alla lotta e in grado di reggere anche le decisioni più imprevedibili. Ma è anche un giocatore che, se può, resta solido. Quindi il mio ragionamento è stato: facciamo due patte a tempo lungo per portare il match più avanti possibile, cercando di abbassare il tempo. Sembrava la strategia migliore per aumentare le mie chance di passare il turno, nonostante fosse un ottimo giocatore Rapid e Blitz. Alla fine si è rivelata una strategia comunque giusta visto che il match è rimasto 50/50 fino alla fine ed era il massimo a cui potevo aspirare contro un 2700.

In un match c’è stato anche il momento thrilling in cui hai toccato un cavallo e hai dovuto muoverlo per forza rischiando di prenderti matto…

È stato un momento incredibile. Panico totale. Era una posizione stravinta ma ovviamente ero costretto a vincere dalla situazione di punteggio. Stavo calcolando sul fatto che lui fosse obbligato a spostare il Re: 'su Rg8 posso fare Cxh6 e tutto funziona'. Ma lui è stato furbo e ha fatto Rh8. Ho pensato: 'beh, Cxh6 funziona anche meglio'… se non fosse che non è scacco e quindi diventa un blunder clamoroso con Dxf2 e un matto in due. Ho preso il cavallo ma, per fortuna, proprio prima di toccare il pedone mi sono accorto di Dxf2. Sono dovuto tornare in e3 con il cavallo. La posizione era ancora vinta ma con un finale più lungo e tecnico.

Come hai ragionato per l'Armageddon?

Premessa: ero cotto. Sevian, invece, ci ha messo a molto più ragionamento e non me l'aspettavo. Era più fresco di me. Mi sono detto: voglio il bianco. Anche perché in tutte le partite Rapid e Blitz il bianco stava dominando. Per cui ho fatto un’offerta alta, mi sembra intorno ai 3 minuti. Ho preso il bianco volutamente. Il problema è che non ho retto la tensione e la partita è stata terribile. Tutta una questione di nervi purtroppo. Però era tutto giusto: prendere il bianco e giocare un’altra Italiana è la scelta che rifarei.

Samuel Sevian advances to Round 5 after a sudden-death game against Lorenzo Lodici!#FIDEWorldCup #Goa pic.twitter.com/aoQFBdK00o

— International Chess Federation (@FIDE_chess) November 13, 2025

A vederti giocare contro Sevian c’erano migliaia di persone grazie alle dirette YouTube di Chess24 con Mariagrazia De Rosa e Alessio Valsecchi. Quanto ti ha fatto piacere scoprire di aver avuto tutto questo seguito?

Mi ha fatto incredibilmente piacere! Non me l’aspettavo davvero. Il numero enorme di persone che hanno tifato, che mi hanno scritto... Quelli sono numeri che non fanno nazioni scacchisticamente più grandi di noi. Mi ha fatto poi molto ragionare e credo che sarà una cosa che peserà nel caso dovessi decidere di diventare uno scacchista professionista. È un qualcosa di veramente importante e che ha un grande valore per me.

Chiudiamo con il 2026. Quanto giocherai e quali sono i tuoi obiettivi?

Sarà davvero un anno decisivo e giocherò molto. Anche perché nel 2025 non ho centrato del tutto i miei obiettivi: non sono arrivato ai 2600, anche se manca poco, e sento già di valere quel livello. È solo una questione di mettere il puntino sulle i. A fine febbraio giocherò probabilmente un torneo molto forte: o il Challenger di Praga, chiuso e di alto livello, oppure il St. Louis Masters negli Stati Uniti. Poi avrò diversi appuntamenti intermedi prima dell’Europeo individuale a cui tengo molto perché mette in palio la qualificazione alla prossima World Cup. Dopo l’Europeo dovrei essere in Italia per la Master e forse il torneo in Sardegna. E poi qualcosa sicuramente a Dubai. L’idea è di giocare senza interruzioni tra aprile e maggio, e poi continuare anche nei mesi successivi, fino ad arrivare alle Olimpiadi di settembre.

Prima però ci sono i mondiali Blitz e Rapid di fine anno a Doha

Sì, e ci vado con grande convinzione. Mi aspetto di fare molto bene almeno in uno dei due tornei, e, insomma, di vedermi in alto in classifica.

Continua a leggere...

Autore
Agi.it

Potrebbero anche piacerti