“No a una seconda Agenzia delle Entrate”. I Comuni a Giorgetti: per la riscossione dateci accesso alle banche dati

  • Postato il 11 luglio 2025
  • Economia
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 4 Visualizzazioni

L’ente ad hoc per la riscossione dei tributi locali ipotizzato da Giancarlo Giorgetti? Non se si parla di “una seconda Agenzia delle Entrate“. Forse, se si trattasse di “una struttura innovativa capace di rispondere alle necessità tipiche dei tributi comunali, utilizzando maggiormente la condivisione delle banche dati e anche le potenzialità delle nuove tecnologie, ferma restando le scelte autonome dei Comuni nella gestione”. A sera, dopo che le sue parole in audizione sul decreto sui tributi regionali locali e il federalismo erano state interpretate come una bocciatura tout court della proposta del ministro dell’Economia, il presidente dell’Anci e sindaco di Napoli Gaetano Manfredi precisa. Definisce “positiva” l’attenzione di Giorgetti e si dice disponibile al confronto.

Quel che conta – posto che il nuovo ente dedicato al recupero di Imu, Tari e multe non pagate non è previsto dal decreto attuativo della delega fiscale approvato dal governo a maggio – è aver alzato il velo su uno dei problemi che ostacolano una riscossione efficace dei crediti comunali: l’assenza di dati. Parlando in commissione al Senato, Manfredi aveva del resto scandito: “Il valore aggiunto è l’utilizzazione delle basi dati, utilizzando anche le nuove tecnologie, con una base di dati nazionali cui tutti possono accedere. Lo Stato questi strumenti li ha” deve “mettere a disposizione la parte tecnologica e informativa che è il vero patrimonio di cui tutti avremmo bisogno”. Ma che ai Comuni non è accessibile.

Un passo indietro: la tenuta dei bilanci degli enti è legata a doppio filo all’efficacia della riscossione. Più è scarsa, più i sindaci devono accantonare nel Fondo crediti di dubbia esigibilità, pensato per evitare che vengano spesi soldi “virtuali” che non rientreranno mai nelle casse dell’ente. Ormai le cifre congelate ammontano a 6 miliardi l’anno, il 10% della spesa complessiva: risorse che non possono essere usate per la spesa corrente o per fare investimenti. Recuperare le somme non pagate insomma è cruciale. I Comuni possono farlo affidando ai ruoli all’Agenzia delle Entrate-Riscossione, che è estremamente inefficiente e per ammissione dello stesso Giorgetti tende a concentrarsi sui tributi statali, o fare da sé, a volte con il supporto di società private. Il che in alcuni casi porta risultati molto migliori.

Nel caso scelgano questa strada, da cinque anni per legge dovrebbero avere accesso alla cosiddetta Anagrafe dei conti correnti, la sezione dell’Anagrafe tributaria in cui sono raccolte le informazioni sui saldi di inizio e fine anno, gli importi annui delle movimentazioni e la giacenza media. Dati che consentono ai funzionari che si occupano di una pratica di rendersi conto se vale la pena avviare azioni di recupero o sarebbe uno spreco di risorse. Ma la norma è ancora inattuata. Dopo un lungo negoziato con l’Anci per garantire la tutela di quelle informazioni sensibili è stata finalmente messa a punto una bozza di Convenzione con gli enti locali per l’accesso ai dati dell’anagrafe dei conti correnti. Però al momento, fanno sapere dall’Agenzia delle Entrate, il testo “risulta all’esame del Garante della Privacy“. Dunque “interoperabilità tra sistemi, accesso alle banche dati centrali e utilizzo delle nuove tecnologie, a partire dall’intelligenza artificiale“, le urgenze citate da Manfredi, restano un miraggio. Di qui l’apertura all’ipotesi di un’agenzia con personale specializzato e una struttura informatica in grado di far rete con l’Agenzia della riscossione, Sogei e PagoPA.

Il presidente Anci aveva poi ribadito la necessità di riformare il funzionamento dell’accantonamento obbligatorio. Che dal suo punto di vista disincentiva a migliorare la riscossione perché “il cittadino sente che il Comune sta riscuotendo di più, ma non capisce dove i soldi stiano andando e di fatto non stanno andando da nessuna parte perché sono congelati in un fondo” per anni. “Se un anno c’è una migliore riscossione”, insomma, si dovrebbe “avere un beneficio sul bilancio, perché così si spiega ai cittadini che quei milioni in più sono andati alle scuole, alle strade, ai disabili. E’ difficile oggi spiegare al cittadino-elettore perché deve pagare”. Soluzioni? “Abbiamo concordato al tavolo con l’Economia e la Ragioneria un meccanismo che consentirebbe nel giro di un anno con un sistema a scalare di utilizzare le risorse aggiuntive”. Ultima richiesta, un sistema di compensazione per gli effetti finanziari di norme e sentenze che incidono sul gettito locale, a partire dall’Imu. “Questo è un danno che deve essere compensato, perché con le condizioni di bilancio che abbiamo la maggior parte dei comuni italiani ha difficoltà a erogare i servizi”.

L'articolo “No a una seconda Agenzia delle Entrate”. I Comuni a Giorgetti: per la riscossione dateci accesso alle banche dati proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti