Nuova diga, opposizioni all’attacco: “Da Bucci solo bugie e nessuna chiarezza su costi e ritardi”

  • Postato il 13 maggio 2025
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cassone nuova diga

Genova. Opposizione sulle barricate dopo la commissione consiliare dedicata alla nuova diga di Genova in cui il presidente-commissario Marco Bucci ha confermato in sostanza i tempi già dichiarati (fine 2027 per la prima fase, inizio 2028 per la seconda) e ha archiviato come “brillantemente superate” quasi tutte le criticità di tipo tecnico ed economico.

“Tutte le dichiarazioni di Bucci sui numeri, sul cronoprogramma, sulla sicurezza e sulla tenuta della diga di Genova si scontrano con la realtà dei fatti – tuona il gruppo Pd in Regione – La commissione convocata questa mattina è stata surreale. Arriva con un mese e mezzo di ritardo, sono state escluse le audizioni di diverse associazioni e il commissario Bucci non ha presentato nessun atto o documento che rispondesse alle nostre domande o chiarisse i nostri dubbi. Nessuna risposta su extra costi, tenuta dell’opera, sicurezza ambientale. Oggi, l’unica certezza è che continua a regnare una grande confusione. E che sono stati posati solo 8 cassoni su 93 e di questi otto, sette, stando alle parole di Rixi, dovrebbero essere sostituiti. Con Bucci che smentisce il suo stesso viceministro dicendo che non è così.
Ma ancora una volta né il commissario Bucci in commissione, né il presidente Bucci in consiglio regionale sono riusciti a chiarire i tanti interrogativi sollevati”.

“Se va tutto bene e loro sono tutti così bravi, come mai il presidente Bucci si scalda tanto in aula interrompendo continuamente l’opposizione? Forse perché sa che prima o poi le bugie sulla diga gli si ritorceranno contro – attacca Stefano Giordano del Movimento 5 Stelle -. Sul cronoprogramma, è già stato smentito dall’appaltatore di fase A e dal progettista, il consorzio PerGenova Breakwater, guidato da Webuild: secondo i documenti ufficiali, infatti, l’opera terminerà nel primo semestre 2029, dunque due anni dopo rispetto a quanto sostenuto pubblicamente dai due incaricati governativi. Sui costi, a Bucci abbiamo chiesto tre volte a quanto ammontano. Abbiamo ricevuto tre risposte discordanti. Non lo sa nemmeno lui. Siamo molto preoccupati. Per questo continueremo a fare domande e continueremo a calendarizzare commissioni dedicate, alle quali tutti dovranno presenziare, Bucci in testa. Basta bavagli”

“Nessuna chiarezza, nessuna trasparenza sui costi, nessuna risposta concreta sui tempi”, lamenta anche Gianni Pastorino della Lista Orlando. “La verità – aggiunge – è che siamo di fronte a un progetto sbagliato fin dall’inizio. Si è scelta una diga da progetto ardito, con enormi complicazioni tecniche e rischi noti. Oggi ne paghiamo le conseguenze: cassoni non collaudabili, fondali da dragare con extracosti, fasi in ritardo cronico. Un’opera che rischia di diventare un fallimento ingegneristico e finanziario. Ma il punto politico è ancora più grave: il presidente della Regione è anche commissario straordinario per l’opera. Una concentrazione di ruoli che indebolisce ogni garanzia di controllo. E poi: chi sono i veri beneficiari? Le cittadine e i cittadini di Genova o gli interessi privati che gravitano intorno al porto? Sarebbe doveroso vincolare l’utilizzo di questi fondi pubblici a impegni precisi su occupazione, sicurezza e ricadute sociali”

“La procedura per la realizzare la nuova diga di Genova è opaca, l’approccio della giunta Bucci è scorretto: i costi stanno lievitando, i lavori sono in ritardo e il conto sarà pagato dai cittadini – aggiunge Selena Candia, capogruppo di Avs -. Quest’opera è stata finanziata dalla Regione con 57 milioni di euro, ma i lavori sono in forte ritardo. L’appaltatore ha già avanzato riserve economiche per circa 300 milioni di euro, a fronte di uno stato di avanzamento ancora parziale. È attualmente in corso un’indagine della Procura europea, che coinvolge esponenti apicali dell’autorità di sistema portuale, della società Webuild e della società Sidra, per presunte irregolarità negli appalti. Si è deciso di realizzare un’opera ardita, su un fondale a 50 metri di profondità, quando si poteva fare a 30 metri di profondità, con una minore spesa e un minore impatto ambientale. Il dibattito pubblico con la cittadinanza è stato ridotto all’osso ed è durato solo tre sedute. I cittadini e le associazioni hanno ragione a protestare, perché le informazioni non sono né chiare né trasparenti”.

Dalla maggioranza, invece, arriva il plauso a Bucci: “Orgoglio Liguria sostiene il commissario straordinario della diga foranea Marco Bucci che questa mattina, di fronte alle tante domande poste, ha risposto in modo puntuale, fornendo dati incontestabili e mostrandosi aperto al confronto nella piena trasparenza – commenta il capogruppo Giovanni Boitano -. A dimostrazione del grande lavoro svolto da Bucci la diga sarà finita con due anni d’anticipo rispetto ai programmi originali e sarà un epicentro per la nascita di nuovi posti di lavoro. Il commissario Bucci è in una posizione di grande responsabilità e oggi ha dato prova del fatto che non solo è in grado di adempiere al suo ruolo, ma di farlo con sicurezza soprattutto difronte a critiche prive di fondamento di una sinistra che non sa più dove attaccarsi” Così Giovanni Boitano, capogruppo di Orgoglio Liguria, riferendosi alla commissione avvenuta questa mattinata proprio sul progetto della Diga Foranea.

“Bucci ha risposto in modo preciso ed esaustivo – sottolinea Matteo Campora, capogruppo di Vince Liguria-Noi Moderati -. Quaranta le domande che gli sono state poste alle quali il commissario ha risposto, dimostrando ancora una volta competenza, trasparenza e piena disponibilità al confronto. Nel ringraziare Bucci per il lavoro svolto e per il suo impegno, dichiariamo pieno sostegno all’opera un progetto fondamentale per il futuro del porto di Genova e per la Liguria tutta, un’opera strategica non solo per Genova, ma per tutta la Liguria. Spiace, però, ancora una volta assistere alla solita politica della sinistra: critiche continue, nessuna proposta concreta, e un immobilismo che bloccherebbe ogni possibilità di sviluppo. Il nostro territorio non può più permetterselo”.

Autore
Genova24

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