Oggi a Budapest il Pride vietato da Orban. Ma ad attendere i manifestanti c’è l’estrema destra: “Qui solo i normali”

  • Postato il 28 giugno 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Sono benvenuti solo i cristiani bianchi, eterosessuali, i normali”. Sono le dichiarazioni alla stampa del portavoce di uno dei gruppi di estrema destra che hanno raggiunto la piazza del Municipio dove alle 14.00 inizieranno a radunarsi le persone che prenderanno parte al trentesimo Budapest Pride. Una decina di membri del collettivo di estrema destra ‘64 Counties Youth Movement‘ ha provato a occupare Városháza Park, dove alle 15 partirà il corteo, con l’obiettivo di impedire fisicamente la partenza della marcia. Dopo una lunga trattativa con la polizia magiara, hanno accettato di allontanarsi, ma nuove tensioni sono attese per le prossime ore: , l’estrema destra ha infatti annunciato diverse contro proteste lungo tutto il percorso del Pride. Dove è attesa una partecipazione record e molte delegazioni dall’estero, che sfideranno il divieto imposto dal governo di Viktor Orban, scelta senza precedenti nell’Unione Europea. Il governo ha previsto telecamere di sorveglianza lungo tutto il percorso per multare fino a 500 euro i partecipanti: telecamere sono apparse sui lampioni lungo tutto il percorso della marcia. Mentre gli organizzatori rischiano fino a un anno di carcere. Tanto che la comunità Lgbt ha promesso un assistenza giuridica a tutti gli eventuali sanzionati per far ricorso in tribunale contro le multe.

Ma ad annunciare possibili tensioni è già la presenza in piazza di gruppi di estrema destra, con tanto di bandiere. “Nella piazza dove si dovrebbe allestire la preparazione al Budapest Pride, al momento la scena e lo spazio è in mano a militanti di estrema destra che lanciano un messaggio intimidatorio: “I benvenuti qui sono solo i bianchi, i cristiani gli eterosessuali e i normali””, riporta al Fatto il consigliere regionale lombardo Luca Paladini (Patto Civico). “Ma se possibile, ancora più sconcertante è vedere una polizia più che permissiva, quasi compiacente. D’altra parte, quelli autorizzati dal Governo sono loro, non noi. Questa scena nell’Europa del 2025 fa spavento”. La coalizione del premier ungherese, incoraggiato anche dall’offensiva del presidente USA Donald Trump, ha modificato le leggi e la Costituzione all’inizio di quest’anno per vietare la manifestazione annuale, giustificando la sua pluriennale repressione con motivazioni di “protezione dei minori”. Il leader nazionalista ha affermato che, sebbene la polizia non “disperderà” la marcia del Pride, coloro che vi hanno preso parte dovrebbero essere consapevoli delle “conseguenze legali”. A poche ore dall’inizio della marcia, Orban ha pubblicato su Facebook una sua foto coi nipoti: “Sono orgoglioso di loro”.

Nonostante il rischio di una multa, tuttavia, si prevedono oltre 35 mila persone. Previsto anche l’arrivo di ministri di diversi paesi dell’Ue e decine di legislatori europei, sfidando il divieto, come già accaduto a Mosca nel 2006 e a Istanbul nel 2015. “Siamo qui tutti insieme, orgogliosi come socialisti e democratici, per ribadire il nostro impegno a favore dei diritti umani, per la dignità: come europei dobbiamo essere qui per questi valori. La comunità Lgbti+ non è sola, noi siamo con voi”, ha detto la presidente del gruppo dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo, Iratxe García, che ha raccomandato a tutti di “stare vicini, potrebbero esserci provocazioni”. Presente anche una nutrita delegazione italiana, dalla segretaria del Pd Elly Schlein (“Vietare il pride è una violazione dei diritti costituzionali europei”) al leader di Azione Carlo Calenda, dal responsabile esteri di Iv Ivan Scalfarotto fino alla coordinatrice diritti del M5s Alessandra Maiorino e al segretario di +Europa, Riccardo Magi. Presente anche Marco Cappato, fondatore del movimento europeo Eumans. “Non stiamo solo difendendo noi stessi… Se questa legge non verrà abrogata, l’Europa orientale potrebbe trovarsi ad affrontare un’ondata di misure simili”, ha dichiarato Viktoria Radvanyi, organizzatrice del pride ungherese. Anche in merito all’inasprimento delle sanzioni introdotte, il sindaco di Budapest dell’opposizione, Gergely Karacsony, ha insistito sul fatto che nessun partecipante potrà subire ritorsioni, poiché la marcia – co-organizzata dal comune della capitale – è un evento municipale e non richiede, a suo dire, l’autorizzazione della polizia.

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