Oleoturismo. In Umbria si possono fare tante scoperte culturali attorno al mondo dell’olio 

  • Postato il 13 agosto 2025
  • Arti Visive
  • Di Artribune
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Rispetto a quello del vino, l’oleoturismo è un fenomeno ancora tutto da esplorare. Sì, perché l’Italia non è fatta solo di vigneti, ma è attraversata anche da un fitto reticolato di cosiddette “Strade dell’Olio” che, spesso associate a un percorso enologico, fanno scoprire al turista interessato aree dedicate alla coltivazione dell’olivo, con visite a frantoi, aziende agricole e borghi rurali, degustazioni e offerte di prodotti gastronomici del territorio. Le più famose sono quelle in Puglia, Strada dell’Olio Castel del Monte, in Toscana, Strada dell’Olio Monti Pisani, e nel Lazio, Strada dell’olio DOP Sabina. L’Umbria, per esempio, definita “il cuore verde d’Italia” per via del suo paesaggio collinare, dei suoi boschi e della sua natura incontaminata, che ne fanno una regione particolarmente apprezzata per il turismo naturalistico, da sempre si è dedicata alla coltivazione di oliveti e alla conseguente produzione di olio.  

La Strada dell’Olio DOP Umbria  

È qui che ha sede uno degli enti di settore più longevi che funge da importante osservatorio: la Strada dell’Olio DOP Umbria. “Vent’anni fa eravamo dei pionieri”, ci spiega Paolo Morbidoni, che ha contribuito a fondare l’associazione, di cui è consigliere dal 2004 e presidente dal 2011. “Allora tante aziende erano in mano a produttori avanti con gli anni, dalla visione iper-pessimistica del futuro. Quindi c’era tutta una generazione che scappava dalle campagne. Oggi c’è un ritorno, magari sono meno aziende, però con un approccio moderno, che stanno facendo investimenti, che stanno lavorando sulla qualificazione della qualità del prodotto, sull’accoglienza”. Ne è un esempio Marfuga a Campello sul Clitunno che è stata forse la prima azienda olivicola in Umbria che ha concepito il frantoio nuovo come spazio di accoglienza. “Oggi ci sono tante realtà, dove la parte di accoglienza è anche forse più grande della parte di produzione, proprio perché l’approccio è completamente cambiato”.  

Il fenomeno dell’oleoturismo 

Per questo motivo l’oleoturismo è un fenomeno recentissimo. “Al di là della normativa che è arrivata in questi ultimi anni, è un fatto recente degli ultimi 7-8-10 anni la capacità delle aziende di strutturare un’accoglienza: l’Umbria, da questo punto di vista, comincia ad averne tante”. Lo dimostra il fatto che la Strada dell’Olio DOP Umbria, ogni anno in autunno, promuove con successo la rassegna “Frantoi Aperti in Umbria” che celebra la frangitura delle olive e il nuovo olio extravergine d’oliva in chiave turistica: quest’ anno si terrà dal 18 ottobre al 16 novembre 2025. Ogni fine settimana i comuni ad alta vocazione olivicola della regione proporranno delle iniziative ed anche i frantoi saranno visitabili con degustazioni di olio e proposte varie che vanno dalla raccolta delle olive per visitatori, a laboratori per bambini, concerti, brunch tra gli olivi o in frantoio.  

Itinerari turistici in Umbria 

Gli itinerari turistici delle Evo & Art Experience che saranno proposti in occasione della sua 28esima edizione, si terranno ogni fine settimana e vanno dai Colli Orvietani, tra Orvieto e Castel Viscardo, seguendo l’itinerario della ceramica, a quello più naturalistico dei Colli Amerini, tra Amelia e Lugnano in Teverina (terra dell’Amerino Tipico), nei luoghi degli antichi romani. Si tratta di un’esperienza costruita attorno alle chiavi di lettura dell’Olio EVO e dell’arte, che conducono alla scoperta dei valori paesaggistici e storico-artistici dell’Umbria in stretta correlazione con i peculiari prodotti alimentari ed enogastronomici della Regione.  

Umbria. I luoghi da visitare 

Per esempio, la sua zona meridionale – quella attraversata dai Monti Amerini, dorsale preappenninica di tipo calcareo con cime arrotondate ricoperte da uliveti, boschi e prati, con torrenti e canali che forniscono acqua al Fiume Tevere – è riconosciuta come un sito importante per la conservazione della biodiversità. L’Oasi WWF di Alviano, originata dalla realizzazione di uno sbarramento del fiume Tevere, rappresenta un importante habitat naturale e punto di sosta per numerose specie di uccelli. Le colline e le pianure della regione amerina sono mete turistiche di grande fascino ed è anche la patria dell’olio extravergine di oliva Rajo e del Moraiolo, entrambi apprezzati per le loro caratteristiche organolettiche. Qui sorge l’Olea-Mundi che rappresenta una delle più grandi collezioni a livello mondiale di ulivi. I colli Amerini sono anche importanti da un punto di vista storico e artistico. Alviano, con il suo castello, è stato teatro delle vicende del capitano di ventura Bartolomeo d’ Alviano e della famiglia Doria- Pamphili. Amelia, con le sue mura ciclopiche, la cisterna romana e i resti della via Amerina conserva intatta la sua storia di antico municipium. Lugnano in Teverina è una tappa da non perdere per poter ammirare una delle chiese romaniche più belle e importanti della zona e il Convento di San Francesco (ora condominio aperto alle visite su appuntamento): il primo santuario francescano costruito dopo la sua morte e dove il Santo ha compiuto un miracolo. Qui, tra gli ulivi del poverello d’Assisi, le strade dell’oleoturismo e del turismo religioso si incrociano e si sposano. 

Claudia Giraud 

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Autore
Artribune

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