Olio, Coldiretti Liguria: “Necessario un registro europeo collettivo per fermare le speculazioni”
- Postato il 23 ottobre 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Liguria. In Europa, relativamente all’olio, accade un fenomeno bizzarro: movimentazioni anomale e sospette di prodotto proveniente da Paesi extra UE, spesso reimmesso nel mercato comunitario a prezzi stracciati, con effetti distorsivi sull’intera filiera. La domanda sorge spontanea: perché? Si parla di sospetti di turbativa dei prezzi legati ai flussi di importazione da Paesi extra UE, in particolare dal Nord Africa e dalla Turchia.
Secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, nei primi sette mesi del 2025 gli arrivi di olio straniero hanno registrato un incremento del 64%, con 385 milioni di chili di prodotto che hanno varcato i confini nazionali. Tutto ciò ricade – naturalmente – anche sulla filiera ligure: “La Liguria conosce bene il valore della qualità e della tracciabilità – commentano Gianluca Boeri, presidente Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, delegato confederale – Delle 43 DOP e 7 IGP riconosciute a livello nazionale per l’olio extravergine, una DOP (Riviera Ligure) e una IGP (Olive Taggiasche Liguri) rappresentano la nostra regione. È un patrimonio che racconta il lavoro, la cura e la trasparenza dei nostri produttori, che oggi rischiano di essere penalizzati da un mercato distorto e da importazioni poco chiare, e non per colpa della normativa nazionale”.
“L’Italia, infatti, è l’unico Paese ad avere un Registro Telematico dell’Olio – ossia uno strumento in grado di monitorare in tempo reale i flussi commerciali e prevenire triangolazioni fraudolente –, ma senza un registro europeo di tracciabilità la trasparenza italiana rischia di trasformarsi in uno svantaggio competitivo. Per esempio, la Spagna, principale acquirente di olio tunisino, non dispone di un sistema di tracciabilità comparabile al Registro Telematico dell’Olio italiano, condizione che può favorire la reimmissione di prodotto extracomunitario nei circuiti europei senza adeguati controlli”.
Aggiunge Rivarossa: “Chiediamo che la Commissione Europea avvii indagini approfondite sulle dinamiche di mercato e sulle triangolazioni sospette, e che si intervenga subito per impedire che olio di dubbia origine venga reimmesso nei circuiti comunitari spacciandosi per prodotto europeo. In altre parole: è necessario istituire un Registro di Tracciabilità Europeo.”
Per estensione, la trasparenza va applicata anche ai traffici nei porti liguri:
“Oggi è estremamente difficile ottenere dati aggiornati e puntuali sui flussi di olio in ingresso o in transito. Eppure, conoscere le quantità e le destinazioni delle merci che passano dai porti di Genova, Savona e La Spezia sarebbe fondamentale per garantire trasparenza e per difendere un comparto strategico per il Made in Italy agroalimentare. Non possiamo combattere le speculazioni se mancano le informazioni di base”.
“L’olio extravergine non è un semplice condimento, è un alimento a tutti gli effetti, simbolo della nostra cultura e della nostra identità mediterranea. Quando stappiamo una bottiglia d’olio, non apriamo solo un prodotto: apriamo una storia, quella di migliaia di famiglie liguri che ogni anno difendono la qualità e la legalità contro chi gioca al ribasso. L’olivicoltura è infatti comparto strategico per il Made in Italy agroalimentare, grazie all’impegno di circa 400mila aziende agricole che garantiscono standard elevatissimi di qualità. L’Italia vanta 250 milioni di piante, 533 varietà di olive e 50 riconoscimenti DOP/IGP, il più vasto tesoro di biodiversità olivicola al mondo”.
Concludono Boeri e Rivarossa: “Un mercato comunitario è un mercato dove l’ordine del giorno deve essere sempre lo stesso per tutti: trasparenza, tutela dei produttori, salute per i consumatori e regole uguali per tutti, altrimenti che comunità è?”.