Omicidio del piccolo Ale, la relazione del carcere di Marassi su Antonio Rasero: “Un detenuto modello, tra scuola, lavoro e teatro”

  • Postato il 14 maggio 2025
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Giovanni Antonio Rasero

Genova. Alla fine Antonio Rasero questa mattina ha rinunciato al diritto di farsi accompagnare dalla polizia penitenziaria in tribunale a Genova dove il suo avvocato Cristiano Mancuso ha chiesto al collegio il via libera al primo permesso premio di 8 ore, dopo gli oltre 10 anni (considerato anche il periodo in custodia cautelare) scontati sui 26 a cui è stato condannato per l’omicidio del piccolo Alessandro Mathas, avvenuto nel marzo 2010 in un residence a Nervi.

Rasero alla fine ha preferito restare in cella e attendere la decisione dei giudici che arriverà entro venerdì. La sostituta pg Maura Macciò ha dato parere negativo alla richiesta formulata dall’avvocato Mancuso perché secondo la procura generale non è passato abbastanza tempo. “Ma la legge dice altro – ribatte l’avvocato Mancuso – visto che secondo il codice devono essere passati almeno dieci anni. Inoltre come emerge dalla relazione del carcere che abbiamo depositato non ci sono altre ragioni per non concedere il permesso premio, visto che Rasero è un detenuto modello: studia, lavora in carcere, frequenta il corso di teatro, segue i programmi di trattamento e mantiene dal momento del suo ingresso a Marassi una condotta impeccabile” racconta l’avvocato.

Oggi in udienza la procura generale ha suggerito di chiedere semmai per Rasero, il lavoro esterno al carcere. Un’ipotesi che il difensore prende in considerazione, ma non subito: “Rasero in carcere lavora come ‘spesino’ e ha sempre studiato. Al momento sta completando in carcere gli studi per il diploma di grafica e il lavoro esterno al momento gli impedirebbe di conseguire il diploma. Crediamo che il permesso premio possa al momento essere concesso. Se sarà rigettato ci riproveremo tra qualche mese”. Rasero vorrebbe trascorrere le prime ore fuori da una cella con la madre Pierina Cossu, che oggi era presente all’udienza ma ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Il padre dell’ex brocker era morto pochi mesi dopo il delitto del piccolo Alessandro Mathas di cui, ricordiamo, Rasero fu giudicato l’unico responsabile mentre Caterina Mathas è stata condannata solo per il reato di abbandono di minore. L’ex broker si è tuttavia sempre proclamato innocente (in questo articolo le ultime dichiarazioni prima di entrare in carcere per la condanna definitiva).

Per Mancuso si tratta  di “un primo passo per ottenere via via gli altri benefici” concessi ai detenuti a partire dalla semilibertà che potrà essere concessa quando Rasero – tenuto conto anche degli sconti di pena per buona condotta (45 giorni per 6 mesi di reclusione) – abbia scontato complessivamente almeno due terzi della pena.

Autore
Genova24

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