Omicidio Di Cello a Lamezia, il perito: “Vizio di mente”
- Postato il 16 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Omicidio Di Cello a Lamezia, il perito: “Vizio di mente”
Vizio di mente al momento dell’omicidio del figlio: questo il risultato della perizia psichiatrica nei confronti di Francesco Di Cello
LAMEZIA TERME – Vizio di mente nel momento in cui ha ucciso il figlio. Lo ha accertato il professore Stefano Ferracuti, luminare della psichiatria, nella sua perizia psichiatrica forense depositata e illustrata nel corso dell’incidente probatorio davanti al gip di Lamezia, Francesco De Nino. Nella perizia il professore Ferracuti ha accertato la sussistenza di un vizio di mente al momento del fatto, tale da far scemare la consapevolezza e volontarietà dell’omicidio del 2 maggio scorso quando, Francesco Di Cello, 64 anni, ex guardia giurata, ha confessato di aver ucciso il figlio Bruno di 36 anni in località Marinella.
Il perito, sollecitato dalle domande del giudice e dei legali di Francesco Di Cello, gli avvocati Giuseppe Spinelli e Renzo Andricciola, ha ben descritto il contesto costrittivo che ha casuato il “patologico e fatale senso di inevitabilità e di ultima spiaggia”, nel quale “la sofferenza psichiatrica dell’indagato si è manifestata, tracciando la causalità dell’evento nella malattia psichica, motivata ed innescata dagli impellenti problemi che il nucleo familiare stava subendo”.
LA RRICOSTRUZIONE DELL’OMICIDIO
Come si ricorderà, l’ex guardia giurata, costituitosi al commissariato confessando di aver ucciso il figlio, confessò che la sua furia omicida era scattata per la disperazione in cui ormai si sarebbe trovata la famiglia per via della vita che conduceva Bruno Di Cello, con il sogno di diventare un modello, con la passione delle arti marziali ma che avrebbe sottoposto i familiari a continue vessazioni, violenze, minacce per ottenere dei soldi. Una confessione sofferta quella di Francesco Di Cello davanti al pm prima e al gip poi parlando di «una situazione ormai esasperata» precipitata evidentemente la mattina del 2 maggio scorso.
L’uomo ha raggiunto il figlio (che aveva chiamato il padre per un problema a una gomma di una Giulietta bianca) in località Marinella dove il giovane ucciso viveva da solo. Qui nasceva l’ennesima lite e, improvvisamente, partì un colpo di pistola diritto al volto che uccise Bruno Di Cello. Prossimo passo la chiusura delle indagini.
Pasqualino Rettura
Il Quotidiano del Sud.
Omicidio Di Cello a Lamezia, il perito: “Vizio di mente”