Omicidio Nada Cella, l’investigatore in aula: “Al nome di Cecere Marco Soracco perse l’aplomb e cominciò a balbettare”

  • Postato il 19 giugno 2025
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processo nada cella

Genova. “Quando lo sentimmo come testimone nel maggio del 2021 Marco Soracco era freddo, secco, coerente e sicuro di sé. Aveva quel tipico aplomb che si è visto anche nelle interviste. Ma il suo atteggiamento è cambiato improvvisamente quando abbiamo iniziato a introdurre l’argomento Cecere. Di punto in bianco è apparso agitato, aveva difficoltà a parlare, balbettava e si muoveva sulla sedia. Un comportamento che non aveva mai avuto, nemmeno nel 1996 quando era indagato”.

A parlare in aula nel processo per l’omicidio di Nada Cella è Mino Paoletti, l’ispettore della squadra mobile di Genova che ha coordinato le indagini a partire dalla riapertura del caso nel 2021. Marco Soracco è imputato di favoreggiamento. In aula Paoletti ha elencato e ricostruito tutti gli accertamenti compiuti sia si Cecere sia sul commercialista e sulla madre di lui Marisa Bacchioni.

Su Cecere Paoletti ha raccontato che quando fu convocata per la prima volta nell’ambito della nuova inchiesta (che in quel momento era contro ignoti) come persona informata sui fatti, gli investigatori non le dissero il motivo della convocazione a Genova. Cecere infatti viveva a Boves in provincia di Cuneo, dove si era trasferita qualche mese dopo l’omicidio Cella. “Incaricammo i colleghi di Cuneo di notificarle la convocazione senza dire nulla e facendole avere i nostri recapiti. Così ancora prima di mettersi in viaggio ci chiamò ma anche in quel caso le dicemmo che del motivo della convocazione non era il caso di parlare al telefono. Quando è arrivata da noi però Cecere si è presentata con un cofanetto di vecchie foto dove ci fece notare quanto era bella da giovane e quanto assomigliava a Nada Cella. Con sé si era portata anche il contratto di lavoro del 1996 per le pulizie a casa del dentista. Chiaramente non le avevamo chiesto nulla del genere”.

annalucia cecere e nada cella

A domanda della pm Gabriella Dotto Paoletti ha parlato anche degli accertamenti bancari su Cecere: “A giugno improvvisamente Cecere ricevette un versamento di 12 milioni, di cui 10 finirono in un fondo fiduciario. “Abbiamo notato che improvvisamente Cecere che era da sempre in difficoltà economica, da quel mese aveva cominciato a fare molte spese”. Tra queste il nuovo mobilio che poi si era fatta portare a Boves da un camion di traslochi. E “a novembre 1996 aveva comprato un’auto, una Y10 pagata 6 milioni”.

Alla domanda se erano stati fatti accertamenti sui conti bancari di Marco Soracco, Paoletti ha spiegato che : “Furono fatti all’epoca alcuni accertamenti, ma sono fino ai primi di giugno del ’96. Sul periodo successivo abbiamo provato a fare degli accertamenti nel 2021 ma era passato troppo tempo”.

Autore
Genova24

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