Operazione “Saulo”, il sindaco di Cirò Marina e la ribellione al racket

  • Postato il 15 ottobre 2025
  • Notizie
  • Di Quotidiano del Sud
  • 2 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Operazione “Saulo”, il sindaco di Cirò Marina e la ribellione al racket

Operazione Saulo, l’imprenditore voleva chiudere il cantiere dopo le richieste estorsive ma il sindaco di Cirò Marina lo rincuorò e avvisò i carabinieri. È una delle storie di ribellione al racket mafioso che ha portato all’operazione Saulo, condotta dalla Dda di Catanzaro e dai carabinieri.


CIRÒ MARINA – Voleva andarsene, dopo l’avvertimento del clan, ma è stato il sindaco di Cirò Marina, Sergio Ferrari, neoeletto consigliere regionale, a convincerlo a restare e a denunciare. È una delle storie di ribellione al racket mafioso che ha portato all’operazione Saulo, condotta dalla Dda di Catanzaro e dai carabinieri. Uno degli imprenditori che non si è piegato alle richieste estorsive del “locale” di ‘ndrangheta di Cirò è stato il titolare dell’impresa Tecnoedil&Sport, con sede a Crotone. L’appalto che si era aggiudicato è quello dei lavori per la rigenerazione dello stadio comunale, l’impianto sportivo nella località Punta Alice. L’importo complessivo del progetto: 700mila euro.

GLI “AMICI” ATTENDONO RISPOSTA

L’imprenditore crotonese presenta una prima denuncia dopo aver appreso dal suo geometra che un uomo si era recato nel cantiere e chiedeva di incontrarlo, addirittura millantando di conoscerlo. L’imprenditore non era presente ma si rifiutava categoricamente di incontrarlo. Lo sconosciuto “visitatore” però compiva più incursioni nel cantiere e riferiva ai suoi interlocutori che l’imprenditore avrebbe potuto incontrarlo presso un bar vicino, a quanto pare ritrovo di pregiudicati del luogo. Perché “gli amici aspettavano una risposta”.  Ma mentre gli operai vanno là a consumare un panino quel tizio torna alla carica con nuove richieste.

MEZZI RITIRATI DAL CANTIERE

A quel punto l’imprenditore decide di chiudere il cantiere, in accordo con gli operai, essendo venute meno le condizioni per terminare le opere in condizioni di serenità. Il titolare dell’appalto informa anche il sindaco, Sergio Ferrari, e il vicesindaco, Petro Mercuri. I mezzi d’opera vengono ritirati per il timore che potessero essere incendiati. Si crea un contesto di solidarietà attorno all’imprenditore, sia da parte dell’amministrazione comunale che dei tecnici dell’ente. Il sindaco avvisa i carabinieri e contatta l’imprenditore, che viene invitato nuovamente in caserma. Dai carabinieri lo accompagna lo stesso vicesindaco. Le indagini si intensificano.

OPERAZIONE SAULO, LA DENUNCIA

«Essendo crotonese conosco perfettamente le dinamiche locali, come anche i miei dipendenti. Abbiamo ben compreso che probabilmente il soggetto in questione, in nome e per conto della ‘ndrangheta locale, vuole avvicinarmi per impormi somme di denaro, non dovute, da pagare. Insomma, una vera e propria estorsione». Questo è quello che l’imprenditore riferisce in un nuovo esposto. I carabinieri sentono alcuni operai in grado di riconoscere quell’uomo, poi identificato in Vincenzo Giuseppe Pignola, ritenuto contiguo alla criminalità organizzata locale. La conferma viene anche dalla sequenza di immagini degli impianti di videosorveglianza.

LA VIGILANZA

A quel punto vengono adottate una serie di misure per consentire il prosieguo dei lavori in un clima di serenità, con la preventiva presenza di pattuglie di polizia locale e carabinieri. L’imprenditore riceve una telefonata di rassicurazione e di solidarietà da parte del sindaco. L’imprenditore viene rincuorato. E i lavori riprendono.

LEGGI ANCHE: Operazione Saulo, l’imprenditore Mingrone di Cirò Marina fu ucciso per motivi passionali


 

Il Quotidiano del Sud.
Operazione “Saulo”, il sindaco di Cirò Marina e la ribellione al racket

Autore
Quotidiano del Sud

Potrebbero anche piacerti