Papa Leone XIV ha aumentato il congedo di paternità per i dipendenti vaticani: da tre a cinque giorni

  • Postato il 19 agosto 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Nuovo intervento di Papa Leone XIV per i dipendenti dello Stato della Città del Vaticano. Dopo la reintroduzione (era stata abolita da Bergoglio) della gratifica di cinquecento euro in occasione dell’elezione del nuovo Pontefice, nei giorni scorsi, il Vescovo di Roma ha firmato un “Rescriptum ex audientia” con il quale vengono approvate modifiche alle normative che regolano alcuni aspetti del rapporto di lavoro di chi è impiegato sotto il Cupolone. Novità che garantiscono maggiori tutele alle famiglie e più flessibilità ai lavoratori.

Ad annunciare l’approvazione delle proposte presentate al Papa dall’Ufficio del lavoro della sede apostolica è stato il Prefetto della Segreteria per l’Economia, Maximino Caballero Ledo che ha incontrato il Santo Padre a fine luglio. Una delle prime modifiche riguarda i permessi concessi in occasione della nascita di un figlio. I giorni riconosciuti passano da tre a cinque, tutti retribuiti al 100%, da fruire entro trenta giorni dall’evento. La possibilità di usarli in modo continuativo o frazionato per giornate intere rimane invariata.

Cambia anche la disciplina dei permessi per l’assistenza a un bambino con disabilità grave. Prima il diritto ai tre giorni retribuiti al mese scattava solo dopo il compimento del terzo anno di età del bambino; ora quel limite è stato eliminato. La misura, quindi, potrà essere utilizzata già dai primi mesi di vita, garantendo supporto ai genitori nei momenti più delicati della crescita. Sul fronte degli assegni familiari, le norme sono state aggiornate introducendo limiti di età chiari per i figli studenti: fino a 20 anni per gli studi secondari e fino a 26 anni per quelli universitari o equiparati riconosciuti dalla Santa Sede, purché documentati. È stato, invece, eliminato l’obbligo di svolgere gli studi “in successione senza interruzioni”, riconoscendo così la possibilità di percorsi formativi meno lineari ma comunque validi.

Ha subito un cambiamento anche la definizione di “disabile”: è stato rimosso il riferimento al “contesto ambientale e sociale” nelle difficoltà di apprendimento, relazione o integrazione lavorativa. Restano invariati i criteri per riconoscere la “situazione di gravità” e l’“inabilità”, così come il ruolo del Collegio medico, il cui giudizio continua a essere insindacabile.

Altro cambiamento: l’assegno mensile di disabilità, finora riservato a chi aveva diritto all’assegno familiare o era titolare di pensione vaticana ed inabile, viene ora esteso anche a un’ulteriore categoria: il titolare di pensione, unico componente del nucleo familiare, che sia disabile grave o inabile e rispetti i requisiti reddituali previsti. È un riconoscimento importante per chi vive in condizione di isolamento familiare. Infine, il divieto assoluto di altre attività durante i permessi per assistenza a un familiare disabile.

Modifiche che hanno ricevuto l’approvazione anche da “Silere non possum”, il portale d’informazione dedicato all’attività del Santo Padre, della Santa Sede e della Chiesa Cattolica, solitamente molto critico. “Con queste modifiche – scrive il giornale – Papa Leone XIV conferma la volontà di rafforzare la tutela del lavoro e della famiglia all’interno dello Stato della Città del Vaticano, introducendo misure più inclusive e flessibili. Il Rescriptum ex audientia non si limita a correggere norme tecniche, ma aggiorna l’ordinamento vaticano in un’ottica di maggiore attenzione alle reali esigenze delle persone, specialmente nei momenti più delicati della vita familiare. È un cambiamento che, pur nella sua apparente semplicità, rappresenta un passo concreto verso una maggiore attenzione alla genitorialità”.

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Il Fatto Quotidiano

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