Parco auto in Italia sempre più vecchio: quanto aumentano i costi di gestione

  • Postato il 12 maggio 2025
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Secondo i dati emessi dall’Annuario Statistico Aci 2025, in Italia, il parco auto continua ad invecchiare; allo stesso tempo però c’è da segnalare una crescita della domanda netta e della spesa complessiva per l’automobile. Scendendo maggiormente nello specifico, nel 2024, le prime iscrizioni di vetture al Pra sono state di poco inferiori a 1,6 milioni, con un piccolo aumento rispetto all’anno precedente (+0,7%).

Questi dati però restano ancora distanti da quelli fatti riscontrare ad esempio nei primi 10 anni del 2000, quando nel nostro Paese si superavano i 2 milioni. Banalmente però anche i numeri pre-pandemia sono ben lontani: nel 2017-2019, infatti, si viaggiava intorno ad 1,9 milioni di immatricolazioni all’anno. Nel 2024, in ogni caso, si è registrato un aumento delle auto in circolazione. Ci sono state, infatti, 1.245.000 radiazioni, che sottratte alle nuove vetture immatricolate ci restituisce un incremento di circa 350.000 unità.

Tante auto in Italia, ma sempre più vecchie

L’età media delle auto radiate è salita a 18 anni e 9 mesi (3 mesi in più rispetto al 2023). In generale, rispetto a molti Paesi dell’Europa, l’Italia sembra perdere posizioni in tal senso. Nel 2024, infatti, l’età media del parco auto circolante nel nostro Paese ha raggiunto i 13 anni, con una crescita di circa 2 mesi rispetto all’anno precedente. A preoccupare è anche il dato inerente la fetta di vetture che oscillano tra l’Euro 0 e l’Euro 3, che hanno quindi almeno 19 anni di età e che al momento costituiscono il 24% della cifra totale.

Il numero di auto complessivo in circolazione cresce a 41,3 milioni, tutto questo porta il rapporto auto/popolazione a 701 vetture ogni 1.000 abitanti, allargando il discorso ai veicoli in generale invece il rapporto diventa di 942 ogni 1.000 abitanti. Curioso notare che entrambi i dati sono i più alti in Europa. Questo può essere spiegato da vari fattori che riguardano il nostro Paese anche da un punto di vista meramente culturale. A differenza dei Paesi Bassi ad esempio da noi c’è una scarsa cultura dell’utilizzo di bici e monopattini per gli spostamenti urbani. Inoltre i disservizi di alcuni trasporti pubblici spesso scoraggiano i cittadini ad utilizzarli. Tutto ciò si tramuta nella maggiore esigenza di possedere auto personali per muoversi liberamente in città e fuori.

Costi di gestione: cosa succede

Dal punto di vista dell’usato c’è da registrare un incremento dell’8,5% nei trasferimenti netti di proprietà, superando quota 3,15 milioni. La quota predominante di compravendite (il 78%) si consuma all’interno della stessa regione di residenza. Il rapporto tra passaggi netti e prime iscrizioni è stato di 1,98, in aumento rispetto al 2023, dove si registrava un 1,84.

Al netto di tutto ciò però si è registrato anche un aumento generale della spesa per gli italiani per l’auto, che nell’arco del 2024 ha superato i 165 miliardi di euro, con un incremento di 5 miliardi rispetto al 2023 (+3%). C’è da sottolineare che oltre la metà di questa spesa deriva dall’acquisto e l’ammortamento, ovvero 53 miliardi, poi 41 miliardi vengono assorbiti dal carburante e infine 29 miliardi da manutenzione e riparazioni. La spesa media per ogni veicolo è di 4.000 euro, con un aumento di circa 100 euro in più rispetto all’anno scorso. Allo stesso tempo il gettito fiscale derivante dai trasporti è salito a quasi 71 miliardi di euro (+2,2%). In particolare, in quest’ultimo caso, a rivestire un ruolo predominante ci sono le accise sui carburanti (39 miliardi), seguite a ruota dall’Iva sull’acquisto di veicoli (9,8 miliardi) e infine dalle varie tasse automobilistiche (7,4 miliardi).

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