Partita IVA: quale regime scegliere?
- Postato il 28 maggio 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Decidere quale regime fiscale scegliere, quando si entra nel mondo delle Partite IVA, non è semplice. L’arrivo del regime forfettario ha portato grandi novità in questo settore, e sono molti i liberi professionisti che hanno scelto di usufruire di questa alternativa. Effettivamente il regime fiscale forfettario ha caratteristiche che lo rendono la migliore soluzione per chi non ha ricavi elevati.
Ciò non significa che sia in assoluto la soluzione migliore. Per capire qual è il regime più in linea con le proprie necessità è essenziale conoscere tutto su entrambe le opzioni.
Scegliere tra regime forfettario e regime ordinario
Il regime forfettario e il regime ordinario hanno specifiche caratteristiche, che li rendono adatti a rispondere alle esigenze di determinate categorie. Non si può prendere questa decisione alla leggera, perché da essa dipendono le tasse, i contributi e gli addizionali da versare per la propria attività.
Il primo aspetto da tenere in considerazione è il limite di fatturato. Il regime forfettario può essere adottato da coloro che non superano il limite degli 85.000€ annui. Il regime ordinario, al contrario, non prevede limiti, ed è per questo adeguato alle attività con un maggior volume di affari.
Passando alla tassazione è utile sapere che in forfettario non si versa l’IRPEF e non esistono addizionali o altre forme simili. Si ha una semplice imposta sostitutiva del 15%, che per i primi cinque anni può essere del 5%. Nell’ordinario vanno invece calcolati diversi costi, a partire dall’IRPEF, dall’IVA e dall’IRAP. L’IRPEF è una forma di tassazione caratterizzata da scaglioni progressivi, che aumentano a seconda del fatturato. Il valore massimo che può raggiungere è del 43%, a fronte di un valore minimo del 23%.
La gestione delle fatture e della contabilità risulta semplificata per chi ha il regime forfettario, visto che non c’è IVA da versare. Al netto di ciò va fatto presente che non si possono dedurre i costi reali.
Per chi ha il regime ordinario si ha invece la solita contabilità, con la possibilità di dedurre i costi reali e l’applicazione dell’IVA.
Attenzione, perché entrambe le categorie sono entrate nel mondo della fatturazione elettronica.
Infine ricordate che ci sono anche i contributi INPS da calcolare. Chi ha il regime forfettario può avvalersi di una riduzione del 35% dei contributi da versare all’INPS. È comunque fortemente consigliato rivolgersi a un commercialista, per sapere a quali agevolazioni si ha diritto.
I vantaggi di ogni regime
Nel paragrafo precedente abbiamo illustrato brevemente le principali caratteristiche dei regimi fiscali forfettario e ordinario. Ciò ha fatto emergere alcuni elementi da valutare con attenzione.
Il primo è che il regime forfettario presenta una burocrazia semplificata, con una tassazione più semplice. Inoltre il limite di 85.000€ annui di ricavo lo rende l’ideale per chi ha piccole attività e per i liberi professionisti che non superano quel valore di fatturato.
Il secondo aspetto da considerare è la grande flessibilità del regime ordinario, oltre alla possibilità di usufruire di deduzioni e detrazioni. In più l’assenza di limiti è perfetta per chi aspira a grandi guadagni.