Perché i valori occidentali oggi vivono nella bandiera palestinese

  • Postato il 10 ottobre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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di Francesco Grillo

Qualche mese fa, in occasione del mancato raggiungimento del quorum al referendum, guardando in particolar modo al quesito sulla cittadinanza, scrissi che alla sinistra politica era mancato l’immaginario. Mi riferivo alla capacità di saper toccare il cuore delle persone offrendo loro la possibilità di immaginare un futuro nuovo e più bello, qualcosa per cui lottare di più grande della singola rivendicazione, per quanto possa essere giusta, di una parte sociale. Si tratta proprio di quanto abbiamo visto nell’ampia partecipazione allo sciopero generale di venerdì: maree umane di giovani, lavoratori e anziani non condividevano soltanto la rabbia per l’impunità di cui gode lo Stato d’Israele, non si limitavano a manifestare la propria solidarietà verso un popolo martoriato, ma, ed è questo il punto più importante, empatizzavano con il desiderio di libertà e il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese.

In gioco non c’era pertanto soltanto la sete di giustizia o lo spirito umanitario, ma anche il voler far parte di qualcosa di più grande di un singolo interesse, ossia il desiderio utopico di poter incidere sulla storia. Perché utopico? Perché siamo molto distanti dal conseguirlo, soprattutto guardando a quanto previsto dal piano Trump-Blair, laddove non è prevista voce in capitolo per i palestinesi. Eppure, è proprio in questo spazio utopico, in questa possibilità ancora da scrivere, che si raccolgono i grandi valori della storia moderna europea ed occidentale, quelli che animarono le grandi rivoluzioni politiche settecentesche e le lotte per l’indipendenza nazionale.

Oggi lo spirito rivoluzionario dell’oppresso contro l’oppressore è incarnato dal popolo palestinese per quanto sconvolto e incapace di reagire; il diritto alla libertà d’espressione è vivo nel manifestare solidarietà a questo popolo, non solo per quello che sta soffrendo, ma anche per quello a cui aspira che, da italiani ed europei, riconosciamo e legittimiamo proprio in nome di quei valori tanto declamati, quanto irrisi, dalle Istituzioni occidentali.

Se c’è qualcosa che la partecipazione del 3 ottobre dimostra è che quei valori non sono ancora morti, ma hanno solo cambiato bandiera: è nello sventolio della bandiera palestinese nelle città italiane che oggi possiamo riconoscere il meglio dei valori espressi nella storia dall’Europa.

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Il Fatto Quotidiano

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