Pillole di salute: alzheimer, un uovo a settimana può ridurre il rischio
- Postato il 22 luglio 2025
- Lifestyle
- Di Blitz
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Una nuova ricerca pubblicata su The Journal of Nutrition riporta un dato sorprendente: consumare almeno un uovo alla settimana sarebbe associato a un rischio significativamente più basso di sviluppare il morbo di Alzheimer. Lo studio, condotto su oltre mille adulti anziani, mostra una riduzione del rischio del 47% rispetto a chi consuma uova solo saltuariamente.
Il collegamento tra consumo di uova e salute cerebrale non è del tutto nuovo, ma questa è una delle prime volte in cui i ricercatori hanno osservato effetti concreti anche a livello anatomico, rilevando una minore presenza di proteine tossiche nel cervello associate alla malattia. Le implicazioni di questo studio sono importanti, soprattutto considerando che l’Alzheimer rappresenta oggi una delle principali cause di demenza a livello mondiale e non dispone ancora di una cura efficace.
Lo studio
L’indagine si è svolta negli Stati Uniti e ha coinvolto 1.024 adulti anziani, con un’età media di 81 anni, residenti in strutture assistenziali dell’Illinois. I partecipanti sono stati monitorati per circa 6,7 anni. Ogni anno hanno effettuato visite di controllo e completato dei questionari alimentari per documentare le proprie abitudini nutrizionali.
Durante il periodo di osservazione, più di un quarto dei partecipanti ha sviluppato il morbo di Alzheimer. Tuttavia, coloro che avevano dichiarato di mangiare almeno un uovo alla settimana mostravano un rischio molto inferiore di ricevere questa diagnosi, rispetto a chi consumava uova una volta al mese o meno.
Nella seconda fase della ricerca, i ricercatori hanno anche analizzato i cervelli post mortem di 578 soggetti. Hanno scoperto che i partecipanti che consumavano uova regolarmente presentavano meno accumuli di beta-amiloide, la proteina tossica associata al deterioramento cognitivo.
Il ruolo di colina e omega-3: due alleati preziosi per il cervello
A rendere possibile questo effetto protettivo sono due nutrienti presenti in abbondanza nelle uova: la colina e gli acidi grassi omega-3. La colina è un micronutriente essenziale che il corpo umano non riesce a produrre in quantità sufficienti e deve quindi essere introdotta con l’alimentazione.
La colina è coinvolta nella produzione di acetilcolina, un neurotrasmettitore fondamentale per la memoria e l’apprendimento, e contribuisce alla struttura delle membrane cellulari. Alcuni studi precedenti avevano già indicato che un consumo adeguato di colina può contribuire a mantenere la funzione cognitiva e a rallentare il declino mentale associato all’età.
In parallelo, gli omega-3 presenti nel tuorlo hanno effetti neuroprotettivi noti, aiutano a ridurre l’infiammazione e migliorano la comunicazione neuronale. Secondo gli autori dello studio, questi due elementi potrebbero agire in sinergia, potenziando gli effetti benefici reciproci.
Una conferma che arriva anche da altri esperti
Christopher U. Missling, PhD e CEO di Anavex Life Sciences, ha commentato i risultati della ricerca sottolineando che circa il 40% dell’effetto protettivo rilevato potrebbe essere spiegato da un maggiore apporto di colina nella dieta. Ha anche confermato l’importanza degli omega-3, suggerendo che l’unione tra i due nutrienti è particolarmente favorevole alla salute cerebrale.
Maddie Gallivan, dietista registrata non coinvolta nello studio, ha aggiunto che le uova sono spesso un alimento pratico e nutriente per le persone anziane. Facili da preparare, morbide da masticare, ricche di proteine e micronutrienti, rappresentano un’opzione utile per migliorare l’alimentazione in età avanzata.
Le limitazioni dello studio: attenzione all’interpretazione
Come tutte le ricerche osservazionali, anche questa presenta dei limiti. Uno dei principali riguarda la durata relativamente breve del follow-up (meno di 7 anni), che potrebbe non essere sufficiente per valutare appieno la comparsa di malattie degenerative come l’Alzheimer. Inoltre, i dati alimentari sono stati raccolti tramite questionari auto-somministrati, con il rischio che i partecipanti non abbiano riportato con precisione le proprie abitudini.
In più, va considerato che il campione era composto da adulti anziani statunitensi, il che limita la generalizzabilità dei risultati ad altre fasce d’età o culture alimentari. Infine, non si può escludere un finanziamento di parte: alcuni autori hanno ricevuto supporto economico dall’Egg Nutrition Center, un’organizzazione che promuove il consumo di uova.
Tuttavia, gli autori sottolineano che anche altre ricerche, indipendenti, avevano già mostrato correlazioni simili tra colina, omega-3 e riduzione del rischio di demenza.
Cosa significa tutto questo per chi vuole proteggere il proprio cervello
In attesa di ulteriori conferme attraverso studi clinici, includere un uovo a settimana nella propria dieta potrebbe essere una scelta salutare, soprattutto per chi è attento alla salute del cervello. Le uova rappresentano una fonte completa di proteine, vitamine del gruppo B, selenio, colina, vitamina D e acidi grassi omega-3. E, a differenza di molti alimenti ultra-processati, offrono un profilo nutrizionale ricco con poche calorie.
Non bisogna però cadere nell’eccesso: mangiare molte uova ogni giorno non garantisce una maggiore protezione e potrebbe, in alcune persone, aumentare l’apporto di grassi saturi. L’equilibrio resta la chiave, come ricorda anche Gallivan: è l’insieme della dieta a contare, non il singolo alimento.
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