Popolare dolcificante sotto accusa: studi rivelano il legame con ictus e infarto
- Postato il 26 luglio 2025
- Lifestyle
- Di Blitz
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Cos’è l’eritritolo e perché è così diffuso

Negli ultimi anni, la ricerca di alternative allo zucchero ha portato a un boom nell’uso dei dolcificanti ipocalorici. L’eritritolo è tra i più apprezzati: si trova naturalmente in piccole quantità in frutta e verdura, ma quello presente nei prodotti alimentari è di solito di sintesi. Lo si trova in caramelle, bibite, gomme da masticare, prodotti da forno e dessert light. Non contiene calorie significative, non incide sulla glicemia e non favorisce la carie. Ma tutto questo ha un prezzo?
Cosa ha scoperto lo studio dell’Università del Colorado
I ricercatori del Dipartimento di Fisiologia Integrativa hanno esposto cellule della barriera ematoencefalica umana (più precisamente cellule endoteliali microvascolari cerebrali) a concentrazioni di eritritolo simili a quelle presenti nel sangue dopo il consumo di una bevanda dolcificata. L’effetto osservato è stato allarmante: aumento dello stress ossidativo, riduzione delle difese antiossidanti cellulari e, in alcuni casi, morte cellulare. Questi eventi, in vitro, suggeriscono che il dolcificante possa compromettere una delle barriere più importanti tra sistema circolatorio e cervello.
Perché la barriera ematoencefalica è cruciale
La barriera ematoencefalica è un filtro selettivo che protegge il cervello impedendo a tossine, patogeni e molecole pericolose di raggiungerlo. Quando questa barriera si danneggia, aumenta il rischio di infiammazioni cerebrali, malattie neurodegenerative e, come evidenziato dallo studio, la formazione di coaguli di sangue. Ed è proprio questa disfunzione endoteliale ad alimentare la preoccupazione dei ricercatori.
Un potenziale collegamento con ictus e infarti
Già nel 2023, un altro studio pubblicato su Nature Medicine aveva trovato una correlazione tra alti livelli ematici di eritritolo e un maggior rischio di eventi cardiovascolari gravi, come ictus e infarto. Le nuove evidenze potrebbero spiegare il meccanismo biologico alla base di queste osservazioni. In particolare, l’eritritolo sembra alterare il bilanciamento tra ossido nitrico (vasodilatatore) ed endotelina-1 (vasocostrittore), favorendo condizioni pro-trombotiche e riducendo la capacità dell’organismo di dissolvere i coaguli.
Tutto confermato? Non ancora
Va detto con chiarezza: lo studio del Colorado è stato condotto su cellule in laboratorio e non su esseri umani. Non possiamo quindi affermare con certezza che gli stessi effetti si verifichino nel corpo umano. Tuttavia, l’associazione tra eritritolo e rischio cardiovascolare è emersa in diversi studi epidemiologici, il che rende le conclusioni almeno meritevoli di ulteriori approfondimenti.
Attualmente, l’eritritolo è considerato sicuro dalla FDA, dall’EFSA e da altre autorità sanitarie internazionali, purché consumato nelle dosi consigliate. Ma proprio la diffusione crescente del dolcificante in una moltitudine di alimenti potrebbe far sì che la soglia venga superata facilmente, senza che il consumatore se ne renda conto.
Nell’era del “senza zucchero” e della dieta ipocalorica, il rischio è quello di affidarsi ciecamente a sostituti dolci apparentemente innocui. I dati emersi suggeriscono che è fondamentale leggere le etichette e monitorare il consumo di eritritolo, così come di altri dolcificanti artificiali come aspartame e xilitolo, già in passato oggetto di controversie.
Come sottolineano gli stessi autori dello studio, serviranno ulteriori indagini cliniche su larga scala per confermare il nesso causale tra eritritolo e rischio cardiovascolare. Fino ad allora, il principio di precauzione suggerisce di non abusare dei dolcificanti, e di preferire un’alimentazione equilibrata basata su ingredienti naturali e poco processati.
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