Porta a porta, il gruppo Savona Intelligente: “Un’emergenza annunciata, non una fisiologica fase di rodaggio”
- Postato il 30 luglio 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Savona. “La società Sea-s ha iniziato la sua attività nel 2023, dunque ha avuto un lungo tempo per preparare il cambiamento. Se davvero l’analisi fosse stata, come dichiarato, “capillare”, il passaggio da un sistema di conferimento libero al porta a porta non si sarebbe rivelato così drammatico, caotico e impattante sulla vivibilità della città. Noi cittadini ci sentiamo presi in giro”. Lo dice Greta Alice Marino, promotrice della petizione per chiedere i cassonetti intelligenti in seguito all’intervista del sindaco sulla raccolta porta a porta.
“Ci viene ripetuto da sindaco, assessore e amministratore delegato – a rotazione e con lo stesso copione – che bisogna avere pazienza, che è tutto sotto controllo, che i dati di raccolta sono già migliorati. Ma la realtà, quella vissuta quotidianamente da migliaia di persone, è fatta di disservizi continui, rifiuti abbandonati ovunque, odori insopportabili, degrado igienico-sanitario, topi e insetti, difficoltà nei contatti con l’azienda. Il tutto sotto gli occhi del più fedele dei fedeli dell’amministrazione, che continua a minimizzare invece di affrontare il problema con trasparenza e senso di responsabilità”.
“Non si può giustificare una gestione carente, disorganizzata e irrispettosa verso una cittadinanza. Non accettiamo che si liquidino i disagi come inevitabili, una pianificazione seria avrebbe evitato la fase confusa in cui ci troviamo ora, con cittadini disorientati, spazi pubblici compromessi e una città sporca. Non chiediamo miracoli: chiediamo rispetto e buona amministrazione”.
“La nostra associazione spontanea risponde con fermezza – relativamente al giro insieme agli operatori – La tensione è frutto delle vostre decisioni. Invece di rinforzare il servizio, lo avete scaricato sulle spalle degli stessi lavoratori: più lavoro, meno strumenti e protezione. Gli operatori si comprano le torce da soli, lavorano di notte, temono di trovarsi faccia a faccia con animali selvatici, e intanto subiscono una pressione logorante. E ora vi presentate come salvatori? Certo, lanciare il salvagente dopo aver buttato una persona in mare è pur sempre un salvataggio. Ma sarebbe stato meglio non spingerla giù! Ora arrivate sul posto, dichiarando vicinanza e solidarietà, come se foste osservatori esterni. Ma non lo siete. Siete i diretti responsabili del disagio che si è creato. E con la vostra presenza, oggi, avete solo aggiunto pressione a chi è già allo stremo”.
“La città è sporca, i lavoratori sono esasperati, i cittadini delusi. Le parole non bastano più. Chiediamo interventi immediati e concreti: assunzioni urgenti per alleggerire i carichi turni umani, non massacranti, dotazioni adeguate, non a spese dei lavoratori, sicurezza reale nelle aree critiche Non serve la “vicinanza” davanti ai fotografi. Serve rispetto. Serve un cambio di rotta. Serve adesso”, concludno.