Porto di Genova, Hapag-Lloyd chiede garanzie sulla concessione Gpt: “Per continuare a investire”

  • Postato il 21 maggio 2025
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Genova. Il gruppo armatoriale tedesco Hapag-Lloyd lancia un ultimatum al governo e all’autorità di sistema portuale di Genova e Savona. Con una lunga nota il colosso della logistica, che ha oltre 500 dipendenti, il 90% dei quali proprio a Genova e – ricorda – “un ruolo consolidato come primo cliente container del Porto di Genova e secondo cliente dell’intero sistema portuale nazionale”, chiede garanzie sulle concessioni dopo che nel Decreto infrastrutture appena approvato dal governo è stata eliminata la norma che avrebbe dovuto incidere sul processo di ricusazione della sentenza con cui il consiglio di Stato a ottobre aveva annullato la concessione di Gpt (51% Spinelli, 49% Hapag Lloyd) nel porto di Genova.

“Hapag-Lloyd è fortemente legata al mercato italiano – si legge nel comunicato – l’azienda si posiziona costantemente al quinto posto tra i maggiori operatori mondiali nel trasporto marittimo di container e gestisce circa 300 navi e 21 terminal a livello globale, con Genova che rappresenta una sede strategica per il Gruppo fin dagli anni ’90 e, da quasi sei anni, la “capitale” della Regione Sud Europa, che supervisiona l’intera area del Mediterraneo per la compagnia di trasporto container”.

“Hapag-Lloyd ha investito diverse centinaia di milioni di euro nel Porto di Genova, anche in vista di grandi progetti infrastrutturali come la Diga Foranea e il Terzo Valico Ferroviario – proseguono i tedeschi – sulla base di una concessione inizialmente valida fino al 2056, confidando su una collaborazione stabile, affidabile, improntata alla fiducia e trasparente con le autorità italiane e su un quadro normativo chiaro”.

“Con livelli occupazionali raddoppiati dal 2018 e con l’azienda che si è assunta la responsabilità diretta di altri 700 lavoratori nel terminal portuale e nella logistica interconnessa, oggi siamo pronti – sottolinea Hapag-Lloyd Italia – a riaffermare le nostre scelte strategiche. Proprio per questo cerchiamo il massimo livello di trasparenza nei rapporti con le istituzioni, come parte del nostro diritto e dovere di tutelare i nostri investimenti e, per estensione, i nostri azionisti”.

“Con la nostra flotta di circa 300 navi e il coinvolgimento nella cooperazione Gemini, abbiamo bisogno di certezze e affidabilità per continuare a investire e far crescere il nostro business in Italia. Non possiamo portare avanti i piani se ci troviamo di fronte a una concessione che – al di fuori del nostro controllo – viene improvvisamente considerata in scadenza alla fine del prossimo giugno, trentuno anni prima di quella data originaria del 2056 che ha giustificato il nostro investimento nel terminal del Porto di Genova”.

“Siamo fiduciosi e confidiamo nell’eccellente collaborazione in corso con il governo italiano, come base per superare i fraintendimenti, riattivare la concessione e porre le premesse per lo sviluppo del traffico attraverso Genova nonché per la crescita dell’occupazione”.

Autore
Genova24

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