Presunti abusi a Polistena, il vescovo Alberti: «Ferita aperta. Andremo fino in fondo»

  • Postato il 23 maggio 2025
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Presunti abusi a Polistena, il vescovo Alberti: «Ferita aperta. Andremo fino in fondo»

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Il vescovo di Oppido-Palmi Giuseppe Alberti interviene con una lettera sul caso dei presunti abusi avvenuti a Polistena sulla ex suora Siria Scarfò da parte di un sacerdote


PALMI – «In queste settimane sono emerse notizie riguardanti presunti abusi compiuti in passato da un sacerdote operante nella nostra Diocesi. Si tratterebbe di fatti risalenti a molti anni fa, che – se confermati – suscitano in tutti noi profondo turbamento e rinnovata responsabilità».
Inizia così una nota ufficiale della Diocesi di Oppido – Palmi a firma del vescovo Mons. Giuseppe Alberti che entra nel merito di alcune denunce pubbliche avanzate da un’ex suora Siria Scarfò e da un laico, il prof Massimo Frana. Entrambi hanno raccontato di essere stati oggetto, anni, fa di violenze, durante la loro adolescenza da parte di un sacerdote diocesano. Fatti che sarebbero avvenuti in una parrocchia di Polistena.

Tra questi episodi e queste denunce, vi potrebbe essere anche la storia di un giovane che, si sussurra adesso a Polistena, si è suicidato anni fa impiccandosi nel garage di casa con un cordone sacerdotale. Una scelta forse casuale, ma forse anche un sinistro e macabro messaggio di accusa che allora nessuno capì e che invece adesso fa rabbrividire. La fine di quel giovane che frequentava la stessa parrocchia l’hanno ricordata di recente sia la Scarfò che lo stesso Frana.

PRESUNTI ABUSI A POLISTENA, LA LETTERA DEL VESCOVO ALBERTI

Il libro della Scarfò dal titolo “Mi svelo” racconta uno spaccato devastante che ha suscitato anche reazioni di altri ex adolescenti che hanno sostenuto le denunce della ex suora, oggi 41 enne, che ha lasciato l’abito monastico e che adesso fa la fotografa ed è tornata a vivere in Calabria. Monsignor Alberti, ha voluto esprimere «il dolore dell’intera comunità ecclesiale e la ferma condanna di ogni forma di violenza».

«Fatti che, se verranno accertati come veri, – scrive – ci sconvolgono e che condanniamo senza timore alcuno». «Con spirito di giustizia e verità, la Diocesi – si legge nella nota Diocesana – auspica che gli eventuali responsabili vengano chiamati a rispondere attraverso i percorsi previsti dalla legge e che, anche a distanza di tempo, sia possibile far emergere ogni elemento utile a ricostruire quanto accaduto».

Il vescovo Giuseppe Alberti ha poi sottolineato: «E, mentre ci auguriamo che su quei fatti venga fatta denuncia alle forze dell’ordine perché accertino la verità, nonostante il tempo trascorso, il nostro pensiero non può non andare a coloro che quelle violenze avrebbero subito e che hanno cambiato la loro esistenza».

ALBERTI: «UNA PROFONDA FERITA CHE INTERPELLA LA COSCIENZA E LA RESPONSABILITÀ DI TUTTI»

«La Chiesa Diocesana – scrive con coraggio Monsignor Alberti – vive queste situazioni come una profonda ferita, che interpella la coscienza e la responsabilità di tutti, e che ci richiama a un rinnovato impegno per la trasparenza e la tutela dei più fragili». «Fatti che, come Chiesa Diocesana, ci addolorano e ci inducono alla preghiera profonda e misericordiosa nella vicinanza alle vittime con la speranza che fatti del genere non accadano mai più. Come Chiesa viviamo queste denunce come una ferita aperta che ci induce ad andare fino in fondo anche attraverso verifiche interne, che verranno effettuate con la massima severità perché vogliamo che la Chiesa sia un luogo sicuro, soprattutto per i bambini, i giovani e le persone vulnerabili».

«Nel tempo, la Diocesi ha avviato un percorso serio e convinto di formazione, prevenzione e vigilanza, in sintonia con le linee guida della Conferenza Episcopale Italiana, per costruire ambienti sempre più sicuri e rispettosi della dignità di ogni persona».
«La nostra Diocesi – afferma ancora – ha già cominciato a investire sulla tutela dei minori e le persone vulnerabili, avviando con convinzione un’attività formativa, di prevenzione e di vigilanza, nella consapevolezza che l’efficacia delle linee guida avviate dalla Cei passa inevitabilmente attraverso un lavoro capillare di accompagnamento di chi ha responsabilità educative all’interno dei nostri gruppi e comunità cristiane».

L’AUSPICIO PER LA CRESCITA DI UNA CULTURA DEL RISPETTO

Il vescovo ha infine espresso un desiderio condiviso da tutta la comunità: «L’auspicio è che cresca sempre di più nei nostri ambienti ecclesiali una cultura del rispetto e della salvaguardia dell’infanzia e del variegato mondo della vulnerabilità. La Diocesi, nel rispetto delle persone coinvolte e delle competenze delle autorità civili, conferma la propria disponibilità alla collaborazione e rinnova l’impegno a custodire la fiducia che le comunità cristiane pongono nella Chiesa e nei suoi ministri».

Parole chiare, per nulla timorose o omertose, quelle del pastore della Diocesi di Oppido – Palmi, che dimostrano non solo di non voler coprire alcuno o peggio ancora atti violenti consumati tra le mura di una chiesa, cosa inaccettabile ma anche impensabile, ma che pure accadono ad ogni latitudine nel mondo, ma dimostra l’assoluta vicinanza alle vittime di questi abusi invocando verità e giustizia.

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