Produzione petrolchimica e plastica: oltre 51 milioni di persone esposte all’inquinamento | Foto
- Postato il 31 luglio 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
Oltre 51 milioni di persone in 11 Paesi nel mondo sono esposti al rischio d’inquinamento atmosferico a causa della produzione petrolchimica per la filiera della plastica. Gli Stati Uniti registrano il numero più alto di persone a una distanza che comporta un rischio elevato, ma in termini percentuali sono i Paesi Bassi ad avere il numero più alto di abitanti esposti. Lo rivela l’ultimo rapporto di Greenpeace International, a pochi giorni dall’inizio dei negoziati per un Trattato globale sulla plastica, in programma a Ginevra dal 5 al 14 agosto. E sottolinea, così, il legame a doppio filo tra l’industria della plastica e il settore dell’oil&gas . Il rapporto ‘Every breath you take’ si focalizza sul livello intermedio della produzione di plastica, ossia sugli impianti petrolchimici dove i combustibili fossili vengono trasformati in materie prime per il prodotto finito, situati in Thailandia, Filippine, Malesia, Indonesia, Corea del Sud, Canada, USA, Germania, Regno Unito, Svizzera e Paesi Bassi. Questi Stati sono stati selezionati e mappati da Greenpeace proprio per l’elevato impatto ambientale legato alla produzione petrolchimica o alla gestione della plastica.







Oltre 51 milioni di persone a rischio – Dallo studio, nello specifico, emerge che oltre 51 milioni di persone vivono entro 10 chilometri da impianti petrolchimici legati alla produzione di plastica, 16 milioni entro 5 chilometri, mentre aree residenziali si trovano entro 10 chilometri dagli impianti in tutti i Paesi considerati. Gli Stati Uniti presentano il numero più alto di persone a una distanza che comporta un rischio elevato (13 milioni), soprattutto in Texas e Louisiana. Ma in termini percentuali, sono i Paesi Bassi ad avere il numero più alto di abitanti esposti a un rischio elevato di emissioni inquinanti, comprese quelle di sostanze tossiche nell’aria, provenienti dagli impianti petrolchimici: 4,5 milioni di persone, cioè oltre un cittadino su quattro. Segue la Svizzera, con il 10,9% della popolazione. L’inquinamento causato da alcuni impianti petrolchimici è anche transfrontaliero: diverse strutture, infatti, si trovano in zone di confine, con impatti sulle comunità che vivono in Austria, Polonia, Singapore, Belgio, Francia e Germania.
Le comunità colpite da patologie nelle ‘zone di sacrificio’ – In alcuni dei casi studio documentati, le comunità vicine agli impianti petrolchimici sono colpite in misura sproporzionata da cancro, malattie respiratorie e morti premature. L’Onu ha etichettato alcune di queste aree come “zone di sacrificio”. Durante la produzione delle materie prime, infatti, gli impianti petrolchimici emettono una serie di sostanze dannose nell’aria, tra cui composti organici volatili, ossidi di azoto, ossidi di zolfo e particolato. “Questo rapporto dimostra che la crisi della plastica è diventata una vera e propria emergenza sanitaria pubblica” racconta Chiara Campione, a capo del Programma di Greenpeace Italia. “Il Trattato globale sulla plastica – aggiunge – deve garantire un taglio di almeno il 75% della produzione di materie plastiche entro il 2040 se vogliamo ridurre le minacce crescenti per la salute umana e per il pianeta”. Il rapporto, però, avverte che l’industria pianifica di espandere la produzione globale di plastica fino al 2050: “Un progetto che creerebbe ulteriori zone di sacrificio, più rifiuti esportati verso i Paesi a basso reddito e più prodotti usa e getta che alimenterebbero la crisi climatica e l’inquinamento”. Greenpeace chiede perciò un Trattato globale ambizioso che preveda una drastica riduzione della plastica entro i prossimi 15 anni.
Fotocredits: Greenpeace International
L'articolo Produzione petrolchimica e plastica: oltre 51 milioni di persone esposte all’inquinamento | Foto proviene da Il Fatto Quotidiano.