Quali sono le nuove sanzioni per chi parcheggia l’auto nei posti per disabili

Se il rispetto degli spazi riservati alle persone con disabilità è un indicatore del livello di civiltà collettiva, il nuovo Codice della Strada ha previsto un irrigidimento delle sanzioni a carico degli automobilisti che, in modo arbitrario o indifferente, occupano gli stalli dedicati a chi affronta limiti imposti da condizioni fisiche o sanitarie.

Multe più pesanti, tolleranza ridotta

Chi viene sorpreso a parcheggiare in uno spazio per disabili senza il previsto contrassegno incorre oggi in una sanzione che può arrivare fino a 990 euro. L’ammenda minima, in caso di veicoli a quattro ruote, è fissata a 330 euro. In passato le cifre erano inferiori, ma l’aumento deciso risponde alla volontà di reprimere una pratica frequente nelle città grandi come nei centri più piccoli. Per i motocicli, le multe oscillano oggi tra 165 e 660 euro con cifre raddoppiate rispetto alla disciplina precedente.

Il legislatore ha previsto anche una pesante amministrativa: la sottrazione di sei punti dalla patente. Una penalizzazione che incide sul percorso di guida del trasgressore. La scelta di affiancare la sanzione pecuniaria a una misura sulla patente rafforza la portata educativa del provvedimento. Quando la polizia municipale o altri organi di controllo rilevano la sosta abusiva in uno stallo riservato, possono disporre la rimozione del veicolo. Questa operazione comporta per il trasgressore costi aggiuntivi dovuti al trasporto del mezzo presso un deposito autorizzato e al successivo recupero.

I rischi legati all’abuso del contrassegno

Anche l’utilizzo improprio del contrassegno disabili è oggetto di repressione. La normativa prevede che il tagliando debba essere utilizzato solo quando il titolare è presente a bordo del veicolo sia in qualità di conducente sia di passeggero. L’esibizione di un contrassegno intestato a un familiare assente, oppure presentare una fotocopia anziché l’originale, comporta sanzioni tra i 168 e i 672 euro, oltre alla decurtazione di sei punti dalla patente. In caso di condotte reiterate, il documento può essere ritirato con effetto immediato. Il contrassegno è un documento strettamente personale, rilasciato al singolo avente diritto e non cedibile ad altri, nemmeno occasionalmente. Il suo utilizzo non è vincolato a un veicolo: può infatti essere utilizzato su qualsiasi mezzo adibito al trasporto del titolare, anche se quest’ultimo non risulta intestatario del veicolo.

Il contrassegno ha validità su tutto il territorio nazionale e dunque anche al di fuori del Comune che lo ha rilasciato. Consente l’accesso alle Zone a traffico limitato in qualunque città d’Italia nel rispetto delle regole locali. La durata del documento è di cinque anni, al termine dei quali può essere rinnovato esibendo una certificazione medica che attesti la persistenza delle condizioni di salute che ne hanno giustificato il rilascio iniziale. Perché sia valido, il contrassegno deve essere esposto in originale nella parte anteriore del veicolo, in posizione ben visibile dall’esterno così da agevolare gli eventuali controlli da parte delle autorità competenti.

Una tutela estesa anche alle strisce blu

Le persone titolari del contrassegno non godono solo del diritto di occupare i parcheggi loro riservati, ma possono sostare gratuitamente anche nelle aree delimitate da strisce blu, nel caso in cui tutti gli stalli riservati risultino occupati.

È una norma di compensazione per ristabilire una condizione di equità quando le circostanze non permettono l’accesso facilitato previsto. Questa possibilità richiede l’esposizione ben visibile del contrassegno, che deve essere in corso di validità e non danneggiato. Anche in questo caso, l’accessibilità è concepita come diritto pieno e non come concessione di cortesia da parte dell’amministrazione.

Un impianto normativo che nasce dal confronto con le associazioni

Le modifiche al Codice della Strada sono il risultato di un dialogo con associazioni che rappresentano le persone con disabilità. Organismi come Fish, Anmic, Uici e altre realtà locali hanno contribuito con dati e proposte per mettere in luce le barriere presenti nella quotidianità di chi si muove con una carrozzina, una protesi o una difficoltà invisibile. L’inasprimento delle sanzioni è una delle risposte per puntare alla rimozione degli ostacoli, alla semplificazione delle procedure e alla creazione di un ambiente urbano accessibile.

Nonostante le leggi, i divieti e le multe, il cambiamento più difficile da realizzare sembra essere quello culturale. Troppi automobilisti considerano i posti riservati ai disabili come parcheggi comodi da occupare per pochi minuti, come se il tempo limitasse la gravità del gesto.

In questo contesto nel dibattito sulle smart city entrano in gioco questioni come la digitalizzazione, l’automazione e la connettività. Il controllo automatico dei parcheggi riservati, tramite telecamere e software di lettura dei contrassegni, è una delle soluzioni già adottate in alcune metropoli europee e che potrebbero trovare applicazione anche in Italia.

La patente etica

A completare il quadro normativo si affaccia l’idea di inserire nei corsi per il conseguimento della patente moduli sull’etica della mobilità. Non solo segnali e precedenze, ma anche il rispetto degli altri utenti della strada, in particolare di quelli più vulnerabili. Se la patente è in fondo un contratto di fiducia tra lo Stato e il cittadino sembra avere senso l’inclusione di un impegno morale verso la collettività.

Se il disabile parcheggia nel posto riservato a un altro disabile

È capitato in che persone con disabilità, pur munite di regolare contrassegno per il parcheggio, siano state sanzionate per aver occupato uno stallo riservato a un altro disabile. Una situazione che può sembrare paradossale, ma che trova pieno fondamento giuridico nella normativa in vigore. La legittimità della sanzione è confermata quando si tratta di posti assegnati nominativamente ovvero concessi dal Comune a un beneficiario specifico tramite autorizzazione personalizzata. In questi casi il parcheggio risulta numerato e vincolato all’uso della persona a cui è stato attribuito.

Anche un altro disabile, sebbene munito di contrassegno valido, non è autorizzato a sostare poiché si configura comunque un uso improprio dello spazio riservato. Nel quadro normativo in vigore, la multa prevista per questo tipo di violazione è disciplinata dal comma 5 dell’articolo 188 del Codice della Strada che prevede un’ammenda amministrativa tra 87 e 344 euro. Questo importo è inferiore rispetto a quello previsto per chi occupa abusivamente un generico stallo riservato ai disabili senza esporre il contrassegno. Nel suo intento la norma punta a tutelare i diritti delle persone con disabilità in senso generale e il rispetto degli spazi concessi individualmente affinché che le esigenze specifiche di mobilità vengano soddisfatte.

Autore
Virgilio.it

Potrebbero anche piacerti