Regionali Calabria 2025, dalle urne anche il sapore dolce delle rivincite
- Postato il 13 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Regionali Calabria 2025, dalle urne anche il sapore dolce delle rivincite
I toni accesi sul web, la bocciatura dei nemici di Occhiuto, le rivincite e Bevacqua che risorge, il dopo campagna elettorale delle Regionali in Calabria 2025
Pensieri sparsi sulla campagna elettorale.
IL VOTO DEL VICINO È SEMPRE MENO VERDE
Finita la campagna, archiviato il risultato, i toni dovrebbero abbassarsi. E in generale, nelle dichiarazioni dei duellanti e dei partiti è così. Sui social e nelle chat whatsapp il clima però è sempre quello da derby infuocato. E il commento che prevale suona più o meno così: che pecore quelli che hanno votato Occhiuto. Ora, giusto a far due conti spiccioli, lo scrutinio di lunedì ci consegna questo dato: il centrosinistra ha ottenuto (parliamo delle coalizioni) 312mila 214 voti, mentre il centrodestra ne ha presi 440mila 52. Il centrodestra ne ha guadagnati 15mila in più, circa, rispetto a quattro anni fa, mentre il centrosinistra ne ha persi 25mila rispetto alla somma ottenuta all’epoca dalle liste di Bruni, De Magistris e Oliverio. Aggiungiamo un altro dato: gli elettori ormai sono fissi, circa 800mila su 1 milione 300mila/400mila di aventi diritto residenti davvero (esclusa Aire, quindi, e una stima prudenziale di fuori sede). Posto quindi che il bacino elettorale pare fisso, da qui a 5 anni per sperare nel ribaltone il centrosinistra – oltre a recuperare i voti persi – deve strapparne altri, tanti, al centrodestra. Ecco, partire considerandole pecore (o caproni) – e questo vale anche se a dirlo sono semplici militanti/tifosi – forse non è un buon inizio.
«SE LI È FATTI FUORI TUTTI»
Dai, scorrendo gli eletti, qualcuno lo avrà pensato. Occhiuto non solo ha centrato la rielezione con un largo margine sul suo sfidante, ma dalle urne vede delinearsi un Consiglio rinnovato, da cui esce quasi tutta la vecchia opposizione e anche qualche oppositore interno. Non tornano a Palazzo Campanella Katya Gentile, Mimmo Bevacqua (non ricandidato), Franco Iacucci, Amalia Bruni, Davide Tavernise, Antonio Lo Schiavo, Raffaele Mammoliti, Giovanni Muraca. Fuori anche altri due ex consiglieri della maggioranza Occhiuto, protagonisti di uno strappo rumoroso prima della campagna elettorale: Francesco De Nisi e Giuseppe Graziano.
MI MANDA BEVACQUA
Alla vigilia della campagna elettorale, quando sono state presentate le liste, Mimmo Bevacqua era il primo dei delusi. Fuori dalle liste, per raggiunti limiti di mandato. Il Pd invocava rinnovamento. Qualcuno ha anche fatto notare che forse, per rinnovare, si poteva chiedere un passo indietro anche a Enza Bruno Bossio, ma Roma non è stata di questa parere. E Bevacqua alla fine, unico sacrificato sull’altare del rinnovamento, ha fatto un passo indietro. Da lì basso profilo, non si registrano dichiarazioni di rilievo, è sfuggente anche con i cronisti. Va a Roma, ha un incontro rinfrancante con Dario Franceschini, nel suo ufficio che è una ex officina – sì, avete letto bene – nel quartiere Esquilino. Cosa si siano detti non lo sappiamo, sappiamo che Franceschini gli ha fatto un ritratto fotografico. E che Bevacqua è tornato più sereno. Ha partecipato ad alcuni eventi elettorali, ma soprattutto – dicono i bene informati – ha offerto sostegno a Rosellina Madeo. Che è poi risultata l’unica eletta nella circoscrizione nord, scavalcando Bruno Bossio. Bevacqua può rivendicare questa medaglia: l’unico che può dirsi vincitore pur non avendo (direttamente) partecipato.
GENTILE SORRIDE. MA SOLO ANDREA
Un Gentile fuori da un’assise elettiva fa sempre notizia. Una Gentile in questo caso, Katya figlio di Pino. Da 8mila a 3mila voti dopo quattro anni. In mezzo, oltre al passaggio nella Lega, un divorzio elettorale – non sappiamo quanto consensuale – con l’altra ala politica della famiglia, lo zio Antonio e il cugino Andrea, che hanno sostenuto invece l’azzurro De Caprio (in pole per l’elezione come consigliere supplente). Coerentemente, in effetti, essendo loro rimasti in Forza Italia. Chissà, però, che non abbia influito quella risposta breve e tagliente di Katya Gentile a Perfidia. Grippo le chiede un parere sulla combattuta querelle tra il cugino e Scutellà – vinta dal primo con il ritorno alla Camera – e lei replica: «Non so se sia stato proprio tutto così adamantino».
I SUSSURRI DELLA CAMPAGNA
«Occhiuto? Non si candida, ha problemi di salute. O comunque, non lo candida il centrodestra, non lo ritiene vincente. Sì, lo hanno candidato, ma c’è Wanda Ferro nelle liste (spoiler: non è stata eletta, ndr): Meloni lo ha commissariato». Sono alcune delle voci circolate nelle passate settimane. Non ipotesi, eh, venivano date al cronista sempre per certe. Tutte spazzate poi dai fatti. Compresa l’ultima, quella su Wanda Ferro (almeno con riferimento alla sua presenza in Consiglio), che presupponeva doti divinatorie da parte della premier per esser presa per buona. Possiamo però star sereni: a quanto pare, nemmeno Giorgia Meloni può prevedere il risultato delle urne
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Regionali Calabria 2025, dalle urne anche il sapore dolce delle rivincite