Regionali in Calabria, Wanda Ferro: «Non intendo assumere ruoli in Giunta»

  • Postato il 25 ottobre 2025
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Regionali in Calabria, Wanda Ferro: «Non intendo assumere ruoli in Giunta»

Wanda Ferro, sottosegretaria di Stato al ministero dell’Interno, candidata non eletta alle elezioni regionali di ottobre, spegne le voci su un suo ruolo in Giunta come vice del presidente Occhiuto e ribadisce: «Il mio impegno per la Calabria continuerà dal ruolo che ricopro al Viminale»


NONOSTANTE non sia stata eletta, il suo nome è sempre alla ribalta e le vengono attributi, per ipotesi, vari incarichi nella giunta regionale, alcuni parlano di vicepresidenza, altri – fin dall’avvio della campagna elettorale – le hanno cucito addosso ruoli di “supporto o subentro” in caso di problemi per il neo rieletto presidente Roberto Occhiuto. Lei, per la prima volta, in questa intervista all’Altravoce-il Quotidiano dice che non intende assumere alcun incarico in Giunta e afferma: «Il mio impegno per la Calabria continuerà dal ruolo che ricopro al Viminale».

WANDA FERRO SPEGNE LE VOCI SU UN SUO RUOLO IN GIUNTA


Stiamo parlando della sottosegretaria di Stato al ministero dell’Interno Wanda Ferro, che lo scorso agosto ha accolto con favore la chiamata alla discesa in campo arrivata direttamente dalla premier Giorgia Meloni, facendosi trovare pronta. Con la forza e caparbietà che la contraddistingue ha risposto: «Presente».

10.406, Wanda Ferro, partirei da questo dato… Cosa rappresenta per lei?

«Per me è un risultato straordinario. Oltre diecimila preferenze conquistate in meno di un mese, girando i territori, organizzando eventi con i vertici nazionali del partito e confrontandomi con candidati che si preparavano da anni. È una vittoria che sento profondamente mia, ma soprattutto collettiva: è il riconoscimento del lavoro serio, costante e appassionato che porto avanti da tempo. Mi gratifica sapere che tanti cittadini, amministratori, militanti e giovani hanno creduto in me e nel progetto politico di Fratelli d’Italia. È la prova che, al di là degli odiatori dei social, la gente riconosce la coerenza, la dedizione e l’impegno».

Le è stato chiesto direttamente dalla premier Giorgia Meloni il “sacrificio” di candidarsi e lei non ha esitato, nonostante il breve tempo per la campagna elettorale. Cosa l’ha spinta ad accettare?

«Io mi considero prima di tutto una militante. Quando il partito chiama, la mia risposta è sempre “presente”. Non esitare era innanzitutto doveroso per riconoscenza verso Giorgia Meloni, innanzitutto per l’impegno che sta mettendo nel guidare con grande autorevolezza ed efficacia la nazione, ma anche per la fiducia che mi ha dato chiamandomi nella squadra di governo, e soprattutto per senso di responsabilità verso tanti giovani che credono in una politica fatta di lealtà, sacrificio e coerenza, e che riconoscono la forza dell’esempio.

Non era la prima volta che mi veniva chiesto di raccogliere una sfida in condizioni difficili: due anni fa mi sono candidata a sindaco di Catanzaro con una lista composta quasi interamente da giovani alla prima esperienza. Credo che confrontarsi con il voto popolare sia sempre un esercizio di democrazia e di coraggio, ed era giusto sottopormi ancora una volta al giudizio dei calabresi, che mi hanno sempre dato fiducia consentendomi di ricoprire ruoli importanti. E devo dire che la stima e l’affetto ricevuti dalla gente mi hanno profondamente emozionata. È una soddisfazione grande, resa ancora più bella dall’apprezzamento sincero del partito, che ha riconosciuto quanto questo impegno sia stato complesso ma importante».

In Consiglio regionale Fratelli d’Italia porta quattro consiglieri. Cosa si aspettava? Aveva pensato alla possibilità di non entrare in Consiglio?

«La mia candidatura non era finalizzata a ottenere una posizione personale, ma a dare un contributo politico al partito. Era una candidatura fortemente identitaria, come avevano chiarito in campagna elettorale Giovanni Donzelli, Francesco Lollobrigida e Arianna Meloni. Il mio obiettivo era rafforzare la presenza di Fratelli d’Italia e far sentire la nostra voce su temi e valori che ci contraddistinguono. I numeri dimostrano che il mio risultato ha contribuito in modo determinante al consolidamento del quoziente necessario per l’elezione del quarto consigliere, un risultato che rafforza tutto il partito. Non ero interessata ad entrare in Consiglio o in Giunta».

Wanda Ferro, Fratelli d’Italia cresce rispetto al 2021 e al 2020, ma le liste di Forza Italia restano più forti. Chiederete un riequilibrio in Giunta?

«Era prevedibile un forte effetto trainante del presidente Occhiuto sulle liste di Forza Italia, e lo abbiamo messo in conto. Fratelli d’Italia, in questa legislatura, non ha avuto deleghe con leve di consenso o capacità di spesa, ma settori complessi e di responsabilità. Eppure non ci siamo mai tirati indietro, perché siamo un partito che costruisce consenso sull’impegno, sulla coerenza e sul coraggio delle scelte. Credo però che il nuovo governo regionale debba ispirarsi a maggiore collegialità e condivisione, valorizzando il lavoro svolto da tutti. Ho apprezzato molto le parole di stima del presidente Occhiuto nei miei confronti, che considero un segno di collaborazione sincera. A noi interessa che Fratelli d’Italia possa esercitare un ruolo più incisivo, con strumenti concreti per contribuire in modo ancora più efficace al buon governo della Calabria».

Quali sono i suoi programmi per il futuro? Potrebbe tornare a occuparsi direttamente di questioni regionali?

«Si è parlato molto della possibilità di affidarmi il ruolo di vicepresidente della Giunta, ma il mio impegno per la Calabria continuerà dal ruolo che ricopro al Viminale. In questi anni ho lavorato senza sosta per rafforzare la sicurezza e la presenza dello Stato sul territorio: dal potenziamento dei presidi delle forze dell’ordine e dei Vigili del Fuoco agli investimenti nella videosorveglianza e nella sicurezza urbana, al supporto agli enti locali, ai protocolli antimafia nei cantieri dei nuovi ospedali. Ho seguito da vicino interventi importanti, come il completamento dei lavori del Duomo di Catanzaro, la bonifica del campo rom di Scordovillo, la valorizzazione dei beni confiscati, il rilancio dei quartieri sud del capoluogo chiedendo anche l’impegno del Capo della Protezione civile Ciciliano. Penso che da Roma il mio contributo possa essere più efficace».

Alla luce dei dati, il 22% del Consiglio regionale è composto da donne. È favorevole alla doppia preferenza di genere come strumento per favorire la presenza femminile?

«Il fatto che la rappresentanza femminile sia cresciuta è sicuramente positivo. Ma personalmente non considero le “quote” un dogma, e anche la doppia preferenza di genere è spesso usata strumentalmente dai candidati uomini per poter “misurare” o “tracciare” il consenso sul territorio. Per me la leadership si fonda su competenza, carisma e capacità, non sul genere. Sono cresciuta politicamente in un ambiente, quello della destra italiana, in cui le donne hanno saputo affermarsi da sole, senza scorciatoie, senza ruoli di comodo. E non è un caso se Fratelli d’Italia è stato il primo partito a rompere davvero il soffitto di cristallo, portando una donna alla guida del governo.

Mentre altri si perdevano in battaglie linguistiche su “sindaca” o “assessora”, noi abbiamo dimostrato che le donne possono guidare istituzioni e ministeri con autorevolezza. Il vero obiettivo deve essere questo: che una donna al vertice non sia più vista come un’eccezione. E per raggiungerlo, più che sulle quote, bisogna lavorare sulla conciliazione tra vita e lavoro, perché ancora troppe donne sono costrette a scegliere tra famiglia e carriera. Servono modelli organizzativi che permettano a tutti – uomini e donne – di non sacrificare una parte della propria vita per affermarsi. Solo così si costruisce una parità autentica, fondata sul merito e sulla libertà».

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