Rigassificatore, l’assessore Rossello: “Soddisfatti per le parole del ministro, ma la vicenda non doveva mai nascere”
- Postato il 20 agosto 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Anche il Comune di Savona è intervenuto sulle dichiarazioni rilasciate dal ministro Pichetto Fratin a margine di un’iniziativa a Campiglia Marittima, nel corso della quale ha affermato che è in corso la ricerca di soluzioni alternative a quella della rada di Savona – Vado Ligure per la ricollocazione del rigassificatore che dovrà essere trasferito dall’attuale collocazione di Piombino.
L’assessore Francesco Rossello, che ha la delega alla portualità, è voluto intervenire sia sul merito delle parole del ministro che su alcuni commenti, provenienti anche dalle file dell’attuale maggioranza in Regione: “Le dichiarazioni del Ministro Picchetto Fratin sono autorevoli e non possono che trovare la nostra approvazione e soddisfazione. Ovviamente noi continueremo a tenere alta la guardia, considerando che la procedura non si è ancora formalmente chiusa. Per il resto, continuiamo a pensare che la miglior conclusione di questa vicenda sarebbe stata quella di non aprirla mai”.
“Oggi sono tutti contro al rigassificatore e di questo siamo contenti – prosegue l’assessore savonese – ma non dimentichiamo che se da due anni si parla di trasferire l’impianto da Piombino nella rada di Savona – Vado è perché l’allora presidente Toti ha dato la disponibilità della Regione al Governo indicando specificatamente l’area della nostra rada, palesemente inadeguata ad ospitare la nave”.
“All’epoca, Toti ha ricevuto l’appoggio incondizionato di tutta la sua maggioranza che, evidentemente, lo aveva mal consigliato o non era stata in grado di comprendere a fondo l’assurdità della proposta. Da allora è iniziata una mobilitazione straordinaria della società civile e dei comuni che si sono stretti in una posizione unitaria. Allo stesso tempo, tutto ciò ha comportato un grande dispendio di energie, anche economiche, da parte delle AA.LL. che si sono dovute affidare a tecnici qualificati per sostenere ed argomentare le proprie posizioni”.
“Per questo – conclude Rossello – chi, tra quelli che hanno sostenuto inizialmente il progetto, prova a sostenere che alla fine non è successo niente, quindi va bene così e tutti contenti, prova a negare responsabilità che invece gli rimangono ben incollate addosso”.