Rimpatriati i 475 sudcoreani di uno stabilimento Hyundai arrestati negli Usa

  • Postato il 12 settembre 2025
  • Estero
  • Di Agi.it
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Rimpatriati i 475 sudcoreani di uno stabilimento Hyundai arrestati negli Usa

AGI - Sono stati rimpatriati i quasi 500 sudcoreani arrestati la scorsa settimana dai funzionari dell'ufficio statunitense per l'immigrazione nel cantiere per la costruzione di una fabbrica di batterie. Sono stati rimpatriati con un volo speciale otto giorni dopo il blitz del 4 settembre in un impianto Hyundai-LG in Georgia. Oggi un Boeing 747-8I della Korean Air, con oltre 310 persone a bordo, è decollato da Atlanta diretto all'aeroporto internazionale di Incheon, a Seul, prima tranche del rimpatrio dei 475 cittadini sudcoreani.

 

 

Il raid dell'ICE e le sue dimensioni

Il raid dell'ICE è stata la più grande operazione in un singolo sito mai condotta nell'ambito della campagna di espulsione degli immigrati orchestrata dalla Casa Bianca.

Reazioni del presidente sudcoreano

Il presidente sudcoreano Lee Jae Myung ha definito "destabilizzante" il raid anti-immigrazione e ha ammonito che potrebbe dissuadere da investimenti futuri negli Stati Uniti.

Accoglienza all'aeroporto di Incheon

All'aeroporto di Incheon i lavoratori espulsi sono stati accolti da un cartello con una vignetta che raffigura il presidente Trump in uniforme dell'ICE, armato di pistola e la scritta: "Siamo amici, vero?".

 

 

Sconcerto e reazioni in Corea del Sud

L'operazione anti-immigrazione, durante la quale i dipendenti sudcoreani sono stati ammanettati e incatenati, ha suscitato sconcerto nella quarta economia asiatica. La Corea del Sud è un alleato chiave di Washington per la sicurezza nel Pacifico e ha recentemente promesso di investire 350 miliardi di dollari negli Stati Uniti per evitare i dazi statunitensi molto elevati sulle esportazioni. La confederazione KCTU, che riunisce i principali sindacati sudcoreani, ha chiesto le scuse di Donald Trump e ha invitato Seul a sospendere il suo piano di investimenti negli Stati Uniti. Il presidente degli Stati Uniti ha poi deciso di non espellere i lavoratori specializzati, ma Seul ha deciso di rimpatriarli perché sono "in stato di shock", ha dichiarato il ministro degli Esteri Cho Hyun.

Negoziati a Washington

Il vicecapo della diplomazia sudcoreana è andato a Washington per negoziare una via d'uscita dalla crisi.

Contraddizioni dell'amministrazione Trump

Questi arresti evidenziano le contraddizioni dell'amministrazione Trump, che "introduce impianti di produzione su larga scala trascurando di formare i lavoratori locali", ha affermato Kim Dae-jong, professore di economia alla Sejong University. Il presidente sudcoreano ha spiegato che, per le aziende del suo Paese, i tecnici qualificati sono "essenziali" per l'installazione di infrastrutture, attrezzature e fabbriche e che "la manodopera specializzata semplicemente non esiste negli Stati Uniti".

Prassi e ritardi nei progetti

Secondo fonti del settore è prassi comune aggirare le norme sui visti per reclutare questa manodopera ed evitare ritardi nei progetti. La costruzione della fabbrica presa di mira dal raid è stata ritardata di diversi mesi, ha dichiarato José Munoz, CEO di Hyundai. "Dobbiamo cercare persone che ricoprano queste posizioni e negli Stati Uniti non se ne trovano", ha spiegato. LG Energy Solutions, i cui 47 dipendenti sono stati arrestati insieme a 250 persone che lavoravano per un subappaltatore, ha promesso di sostenere i dipendenti rimpatriati.

 

 

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Agi.it

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