Rinascita Scott, la pronuncia della Cassazione tra annullamenti e rinvii in appello
- Postato il 22 maggio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Rinascita Scott, la pronuncia della Cassazione tra annullamenti e rinvii in appello
Arriva per molti imputati, ma non per tutti, lo step conclusivo del filone in abbreviato del processo Rinascita Scott, la Cassazione annulla in molti casi ma dispone anche diversi rinvii ai giudici di merito per rideterminare le pene o per svolgere un nuovo processo
NUMEROSI annullamenti con e senza rinvio per rideterminazioni della pena a seguito dell’esclusione dell’aggravante del reimpiego dei proventi ma a parte questo il castello accusatorio in ordine soprattutto al reato associativo per molti degli imputati in “Rinascita-Scott” ha retto anche al vaglio della Cassazione.
La sentenza, come avevamo anticipato nella giornata di mercoledì, è uscita intorno alle 17.30 e per molti sta a significare un nuovo processo d’Appello ma solo, come detto, per quantificare la nuova pena. Per altri invece annullamento senza rinvio (equivalente ad una assoluzione) mentre per altri ancora – in misura minore – le pene sono diventate definitive. E tra questi figurano dei collaboratori di giustizia.
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RINASCITA SCOTT, LA DECISIONE DELLA CASSAZIONE
Ma vediamo nel dettaglio il verdetto dei giudici di legittimità. Disposta la separazione della posizione di Francesco Varde, a causa della ritardata disponibilità del ricorso presentato dall’avvocato Brancia, e rinvia la trattazione all’udienza del 5 giugno 2025. Poi, la sentenza è annullata senza rinvio nei confronti di Manuele Michele Baldo, Francesca Mazzotta, Mariangela Mazzotta, Rossana Morgese (perché il fatto non sussiste); di Costantino Emanuele Panetta, Giuseppe Antonio Salamò, Salvatore Tulosai (per non aver commesso il fatto); e per Leoluca Lo Bianco (per morte dell’imputato).
La sentenza è annullata senza rinvio per Serafino Alessandria per i capi A (associazione) e B8) ex art. 416-bis c.p. (per non aver commesso il fatto), e per altri capi perché il fatto non sussiste e per prescrizione; per Nicolino Pantaleone Mazzeo per il capo associativo (non ha commesso il fatto) e rinvio al giudice di merito per la rideterminazione della pena. Sentenza annullata con rinvio per nuovo giudizio anche nei confronti di Gregorio Gasparro, Maria Carmelina Lo Bianco, Vincenzo Mantella, Giovanni Rizzo, Antonio Patania, Andrea Prestanicola, Giuseppe Scriva.
Sentenza annullata invece senza rinvio per l’aggravante ex art. 416-bis, comma 6 c.p. (reimpiego dei proventi ritenuti dall’accusa illeciti), in ordine al reato associativo nei confronti di Raffaele Antonio Giuseppe Barba, Paolo Carchedi, Carmelo Chiarella, Domenico Cracolici, Filippo Di Miceli, Michele Dominello, Nazzareno Franzè, Francesco Gallone, Sergio Gentile, Gregorio Giofrè, Giuseppe Lopreiato, Domenico Macrì, Luciano Macrì, Domenico Pardea, Francesco Antonio Pardea, Michele Pugliese Carcheri, Salvatore Morgese, Filippo Orecchio. Rigettati i rispettivi ricorsi ma per loro sarà necessaria una nuova rideterminazione della pena.
Sentenza annullata senza rinvio anche per Pasquale Gallone per l’esclusione dell’aggravante (art. 416-bis, comma 6 c.p.) e di un altro capo di imputazione ritenuto improcedibile per mancanza di querela; anche per lui si rende necessario un nuovo processo d’Appello ma solo per la rideterminazione della pena. Stessa decisione adottata per Domenico Camillò, Carmelo Salvatore D’Andrea, Giovanni Claudio D’Andrea, Nicola Lo Bianco, Salvatore Lo Bianco, Domenico Prestia e rinvio per rideterminazione della pena. Nei loro confronti però, sono stati rigettati i rispettivi ricorsi nel resto in quanto dichiarati inammissibili.
Annullata senza rinvio la sentenza impugnata nei confronti di Gregorio Niglia non solo in ordine all’aggravante (art. 416-bis, comma 6 c.p.) ma anche per altri numerosi capi di imputazione, compreso quello associativo con rinvio per un nuovo giudizio sugli stessi; ricorso rigettato nel resto. Annullamento senza rinvio per Cristiano Gallone per un capo di imputazione dichiarato improcedibile per mancanza di querela; rigettato il suo ricorso nel resto con rinvio al giudice di merito per la rideterminazione della pena. Idem per Luca Belsito – aggravante (art. 416-bis, comma 6 c.p.), per l’associazione e un’altra contestazione (prescritta) e nuovo processo per rideterminazione della pena. Respinto nel resto i loro ricorsi. Idem per Pasquale Antonio D’Andrea.
Annullamento con rinvio per nuovo giudizio (sulle aggravanti) per Lulezim Shkurtaj, Fabio De Gaetano (artt. 61-bis e 416-bis.1 c.p); Nicola De Gaetano (ex art. 416-bis.1 c.p.); Giuseppe De Certo (un capo di imputazione; Luigi Leonardo Vitrò (ex art. 416-bis.1 c.p); Francesco Iannello (attenuante ex art. 62-bis c.p.). Per tutti, respinti i ricorsi nel resto. Sentenza annullata senza rinvio invece per Michele Manco per l’aggravante in ordine al reimpiego del proventi in ordine al capo associativo e un ad un altro capo e contestale nuovo processo per rideterminazione della pena. Ricorso rigettato nel resto. Annullate inoltre le confische, con conseguente restituzione dei beni a Antonietta Impellizzeri, Andrea Maria Prestia, Carmelo Prestia.
PENE DEFINITIVE E CHI TORNA LIBERO.
Respinti invece i ricorsi del collaboratore Emanuele Mancuso e pena rideterminata in 2 anni, 8 mesi, 24 giorni di reclusione e €16.455 di multa. Per lui la sentenza è definitiva.
Ricorsi inammissibili poi per Gianluigi Cavallaro (3 anni e 6 mesi), Michele Galati (4 anni), il collaboratore Gaetano Antonio Cannatà (2 anni, 10 mesi e 20 giorni). Il pentito Bartolomeo Arena (3 anni, 9 mesi e 10 giorni), Emiliano Palamara (6 anni e 8 mesi), Lorenzo Polimeno (8 anni e 8 mesi), Saverio Sacchinelli (13 anni e 4 mesi), condannati anche alle spese processuali e €3.000 alla Cassa delle Ammende. Ricorsi rigettati, e quindi anche per loro la pena va definitiva, pure per Lucio Belvedere (3 anni e 4 mesi), Orazio Maria Carmelo De Stefano (8 anni e 8 mesi) condannati alle spese processuali.
I giudici hanno inoltre dichiarato l’inefficacia delle misure cautelari per Serafino Alessandria, Nicolino Pantaleone Mazzeo, Salvatore Tulosai. Tutti pertanto tornano liberi se non detenuti per altro.
LE SPESE PROCESSUALI A FAVORE DELLE PARTI CIVILI
Infine la Cassazione ha deciso la condanna al pagamento delle spese del grado (liquidate per ciascuno con €3.626 oltre accessori di legge) in favore delle parti civili (Comuni e Associazione Antiracket e Antiusura della Provincia di Vibo Valentia) per Raffaele Antonio Giuseppe Barba, Paolo Carchedi, Carmelo Chiarella, Domenico Cracolici, Filippo Di Miceli, Michele Dominello, Nazzareno Franzè, Francesco Gallone, Pasquale Gallone, Sergio Gentile, Gregorio Giofrè, Francesco Iannello, Giuseppe Lopreiato, Domenico Macrì, Luciano Macrì, Domenico Pardea, Francesco Antonio Pardea, Michele Pugliese Carcheri, Salvatore Morgese, Filippo Orecchio, Domenico Camillò, Carmelo Salvatore D’Andrea, Giovanni Claudio D’Andrea, Nicola Lo Bianco, Salvatore Lo Bianco, Domenico Prestia, Gregorio Niglia, Luca Belsito.
Le parti civili sono i Comuni di Filogaso, Stefanaconi, Zungri, Limbadi, Pizzo, Sant’Onofrio, San Gregorio d’Ippona, Nicotera, Vibo Valentia, Rionadi, Mileto, Ricadi, Maierato, San Costantino Calabro, Tropea, la Provincia di Vibo Valentia, l’Associazione Antiracket e Antiusura della Provincia di Vibo Valentia, Luigi Furci, Vanya Lekova Danova.
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