Salva Milano: il ritorno. Il mondo del mattone torna all’assalto della legge nazionale. “I contrari alle sanatorie? Opinione pubblica deviata”
- Postato il 5 giugno 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
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Per capire dove va il mondo dell’urbanistica, “orfano” del Salva Milano, basta andare in una sala al piano rialzato di un edificio a pochi passi da piazza san Babila. Qui ha sede Assoedilizia, la più antica fra le organizzazioni sindacali dei proprietari immobiliari. Mercoledì pomeriggio l’associazione ha radunato alcuni degli esponenti di primo piano del mondo del “mattone” per un convegno sulle “lacune nella legislazione urbanistica nazionale”. C’è il presidente di Aspesi Unione Immobiliare Federico Filippo Oriana, l’ex assessore all’urbanistica di Milano Gianni Verga, e il presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica Marco Engel. Il nemico comune è l’eccesso di norme. E per sconfiggerlo sono pronti a tutto. Anche a usare “un lanciafiamme” scherza l’ex assessore Verga. La deputata di Forza Italia Erica Mazzetti punta a metodi più “istituzionali”. E davanti alla platea di immobiliaristi e proprietari edilizi, illustra la proposta di legge 2332 per l’aggiornamento, il riordino e il coordinamento della disciplina legislativa in materia edilizia. Un nuovo testo unico che vorrebbe andare oltre il Salva Milano. “Il sistema italiano è in stato confusionale anche perché dal 1942 ad oggi c’è stata una stratificazione di norme” racconta la deputata di Forza Italia. “Non possiamo più aspettare, è fondamentale oggi fare un cambio di passo importante. Questo testo unico delle costruzioni ha l’ambizione di mettere tutto insieme”. Come? “Abrogando tutte le norme precedenti a questa, se no arriva un magistrato e…”. Per la deputata è questa la strada da seguire. E lancia un appello per sostenerla a tutto quello che lei stessa definisce come “il sistema”. La platea di addetti ai lavori applaude e il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici rilancia difendendo le sanatorie che hanno validità “dal punto di vista sociale perché recuperano valori economici e fiscali”. Poi attacca “l’opinione pubblica deviata da chi evoca solo gli aspetti negativi delle sanatorie”.
La parola passa a Gianni Verga, ex assessore regionale della Lombardia tra il 1980 e il 1995 ed ex assessore all’urbanistica di Milano tra il 2001 e il 2006 con il centrodestra. Per lui, la priorità è “una legge di principi che deve partire dalla constatazione che tutta la legislazione urbanistica dal 1942 ad oggi va abrogata”. Il suo sogno? “Un falò più grande di quello che propose Calderoli” scherza l’ex assessore.
Poi è il turno del presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica Marco Engel. Anche per lui “è indispensabile una riforma perché c’è un problema generale di riordino. Una legge urbanistica nazionale che mandi in pensione i testi vecchi”. In caso contrario, secondo Engel, il rischio è quello di ritrovarsi “a discutere di due questioni spinose nell’aula del tribunale penale”. Le mostra nelle sue slide: “La perdurante efficacia delle disposizioni della ‘Legge ponte’ del 1967 relative ai casi di obbligatorietà del ricorso al piano attuativo e l’asserita inefficacia della definizione dell’intervento di ristrutturazione edilizia”.
Eppure nelle aule del tribunale penale si è già iniziato a discutere. Come nel caso del dibattimento per abuso edilizio, lottizzazione abusiva e falso su Torre Milano, giunto proprio ieri alla seconda udienza. Ma per il presidente dell’Associazione Nazionale tra le Società di Promozione e Sviluppo Immobiliare Federico Filippo Oriana si tratta “per dirla in francese, di un grande pasticcio”. E aggiunge che “non è la sede penale quella dove si devono discutere di queste cose”. Ma l’attacco del presidente Oriana non si ferma qui. Prima bolla i cittadini che hanno protestato contro le nuove torri nei cortili delle case come “egoisti sociali” che guardano ai “loro gerani che prendono due ore in meno di sole”.
E poi spiega la vera ragione dietro alle preoccupazioni degli immobiliaristi: “A nessuno di noi il dottore ha detto di dover fare un’operazione immobiliare. Noi non abbiamo i soldi, i soldi ce li hanno i nostri investitori. Ma i fondi di investimento, le banche e il capitale internazionale non ce li danno se il business plan non torna”. Del resto ci sono “duecento aree da rigenerare che rappresentano un tesoro”. Che cosa chiedono? “Non chiediamo soldi all’amministrazione ma almeno ci devono essere procedure accelerate e semplificate – conclude Oriana – anche sugli oneri, sicuramente questa procedura determinava che gli oneri di urbanizzazione fossero ridotti al 40 per cento e non al 100 per cento, ma era una forma di incentivazione indiretta”. La procura di Milano, però, sembra avere un’idea diversa.
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