Salvini contro il ddl stupro: “Legge troppo interpretabile”. Per il ministro “chiedere il consenso” lascia “spazio alle vendette personali”
- Postato il 26 novembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Matteo Salvini abbatte il ddl stupro. Dopo lo stop arrivato a sorpresa in Senato, nonostante le garanzie della stessa Giorgia Meloni, il leader del Carroccio cavalca la battaglia politica e si intesta la frenata. Il consenso è “assolutamente condivisibile come principio”, ha dichiarato il ministro dei Trasporti, “ma una legge che lascia troppo spazio alla libera interpretazione del singolo è una legge che rischia di intasare i tribunali e alimentare lo scontro invece di ridurre le violenze”.
Il disegno di legge prevede che “senza consenso libero e attuale” si configuri il reato di violenza sessuale. Una formulazione contro cui si scaglia il Carroccio che, per bocca del leader, arriva a sostenere: “Questa sorta di consenso preliminare, informato e attuale, così come è scritto, lascia lo spazio a vendette personali, da parte di donne e uomini, che senza nessun abuso userebbero una norma vaga per vendette personali che intaserebbero i tribunali”. A bloccare l’approvazione, già data per scontata, è stata ieri la senatrice Giulia Bongiorno, dietro cui ora Salvini si nasconde definendola “esperta e avvocata di tante donne vittime di violenza e molestia”.
La proposta di legge bipartisan vuole riscrivere l’articolo 609-bis del codice penale sul reato di stupro. Il testo, approvato all’unanimità alla Camera, è il frutto di un accordo ai vertici tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein che introduce nel codice il nuovo concetto di “consenso libero ed attuale” di cui bisognerà tener conto nei tribunali. “Un grande passo avanti per il Paese, una piccola grande rivoluzione culturale”, aveva esultato Schlein che spiega: “Su questo terreno bisogna saper mettere da parte le forti divergenze politiche che abbiamo e provare a far fare un salto in avanti al Paese”. Ma di “rivoluzione culturale” aveva parlato anche FdI con la relatrice Carolina Varchi che, in Aula, aveva ringraziato la presidente del Consiglio. Fulcro del provvedimento è, appunto, la nozione di “consenso libero e attuale” introdotta nel codice penale in linea con le disposizioni della Convenzione di Istanbul. L’Italia si allinea ai 21 paesi europei che già hanno fatto questo passaggio.
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