Savona, spiagge libere trasformate in accampamenti: ma il vero problema sono i bus “turistici” che scaricano centinaia di persone

  • Postato il 17 agosto 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Generico agosto 2025

Savona. E’ diventato purtroppo il tema d’attualità, ovviamente perché è arrivato il periodo di Ferragosto, tema rimbalzato anche dal palco dello Scaletto dei pescatori delle Fornaci la sera del 14 in apertura dello spettacolo musicale. Si tratta in realtà di problemi noti da anni, ma che in questa estate hanno raggiunto livelli ormai intollerabili. Parliamo delle spiagge libere trasformate in accampamenti, con comportamenti insopportabili e che configurano anche reati.

Attorno a questo tema si è sviluppato pure un vivace dibattito politico, con la richiesta, per risolvere il problema, di trasformare le spiagge libere in libere attrezzate. Può essere una soluzione, anzi la soluzione. E’ un problema che interessa molte località della provincia, ma soprattutto Savona, per il semplice fatto che ha – per fortuna – chilometri di spiagge libere, da sempre orgoglio e patrimonio della città.

Noi vorremmo cercare di andare un po’ oltre, anzi un po’ indietro, analizzando la vera causa che provoca il problema, cioè le organizzazioni che dal Piemonte e dalla Lombardia scaricano centinaia di persone dai bus “turistici” in un determinato punto, “vendendo” in pratica con il viaggio quel determinato tratto di arenile a persone che neppure sanno se si trovano a Savona, Genova o in Australia.

Certo, il mare è di tutti: appunto, di tutti, e le spiagge non possono dunque essere invase solo da chi si affida a queste organizzazioni, togliendone tra l’altro la disponibilità a tutti gli altri e in particolare ai savonesi. Molte volte alcune delle persone (perbene) trasportate da questi bus restano loro stesse vittime della parte più malsana della compagnia.

Di recente abbiamo assistito di persona alla trasformazione della spiaggia dello Scaletto in un grande accampamento attrezzato con spaccio di cibo e bevande (speriamo solo quello), affitto di sdraio e ombrelloni, e pure in latrina all’aperto, con personaggi inquietanti che si infilano nei chioschi, arraffano ciò che trovano e scappano senza pagare dopo aver intimorito titolari e presenti.

Torniamo dall’inizio, cioè da pareri e prese di posizione.

Dice Enrico Schiappapietra, presidente dei Bagni Marini: “Le spiagge libere sono un patrimonio prezioso, ma i problemi anche sociali sono cresciuti in modo esponenziale, soprattutto quest’anno, e devono quindi essere affrontati in modo urgente e organico. Gli stabilimenti balneari sono presidio di ordine e sicurezza, ma non vogliono sottrarci al tema più generale dell’uso dell’arenile”.

Come riportato da IVG.it, sono intervenuti gli esponenti politici Orsi, Scaramuzza, Carpano e Taramasso, tutti auspicando la trasformazione delle spiagge libere in libere attrezzate. Si può fare, ma potrebbe sembrare anche un modo di arrendersi di fronte al problema, nel senso che l’ampiezza dell’arenile di Savona potrebbe meritare di essere suddiviso in stabilimenti balneari, spiagge libere attrezzate e – perché no? – spiagge libere e basta, con il fascino di libertà che questo comporta. Tutti coloro che sono intervenuti hanno giustamente riconosciuto alle forze dell’ordine, e in particolare alla polizia locale di Savona del comandante Igor Aloi, il massimo impegno anche a fronte di molti altri compiti che devono quotidiamente affrontare.

Arriviamo così a quella che, come abbiamo anticipato, riteniamo la vera causa del problema, cioè le organizzazioni che gestiscono i bus “turistici” e scaricano sulle spiagge persone giorno e notte. E’ possibile controllarli, evitare o limitare i danni, mettendo da parte per un momento il problema degli organici? Certamente sì, in che modo devono dirlo soprattutto chi può farlo, cioè prefetto, questore e sindaco. Noi possiamo solo lanciare qualche idea, anche se forse già nota e che per giunta deve passare al vaglio del codice della strada e più in generale delle leggi dello Stato.

I bus, intanto, possono essere fermati e controllati ai caselli, per le normali verifiche di mezzi, pneumatici, tempi di guida, numero delle persone trasportate. Già in passato molti di questi bus si sono dimostrati non in regola.

Abbiamo detto di fermare i bus ai caselli. In realtà, per non intralciare il normale flusso di veicoli, potrebbero essere trasferiti in una zona più adatta (Bossarino?), anche per il controllo degli occupanti e dei bagagli. Tempi lunghi? Certo, ci vogliono ore, viene giusto l’ora di ripartire per il ritorno… Può spiacere per chi aveva programmato la gita al mare, ma abbiamo specificato che il tutto può essere considerato anche a loro tutela.

I bus “turistici” talvolta parcheggiano per scaricare gli occupanti dove capita, li abbiamo visti anche contromano, in zone vietate, come sotto il Priamar, oppure nelle fermate dei bus di linea, come consente loro il codice della strada, ma per una breve fermata, non per aspettare a lungo magari chi deve imbarcarsi per il ritorno e comunque sempre caricare e scaricare sdraio, ombrelloni, cucine da campo e masserizie varie.

Ignoriamo se apposite ordinanze possano anche limitare il percorso di questi bus, evitando ad esempio il lungomare in giorni di traffico particolarmente intenso o ricorrendo a necessità di ordine pubblico.

Insomma, bisogna capire se e come sia possibile disincentivare l’attività di queste organizzazioni fino a renderla non più appetibile.

Autore
Il Vostro Giornale

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