Scarpinato a Cutro: «La massomafia non voterà Tridico»
- Postato il 1 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Scarpinato a Cutro: «La massomafia non voterà Tridico»
L’ex magistrato Scarpinato a Cutro a sostegno di Tridico: «In Calabria bisognerebbe fare le proiezioni di voto della massomafia»
CUTRO – «In Calabria bisognerebbe fare un altro tipo di proiezioni di voto. Come voteranno i grandi attori sociali costituiti da ‘ndrangheta, massoneria deviata e comitati d’affari? Di sicuro questi mondi non voteranno Pasquale Tridico». Lo ha detto il senatore del M5S ed ex magistrato Roberto Scarpinato, a Cutro per un “Incontro sulla legalità”. Un incontro, promosso da Pd e M5S nella sala Falcone e Borsellino, a sostegno del candidato presidente della Regione Calabria Pasquale Tridico. Scarpinato ha esordito ricordando il primato negativo della Calabria in materia di Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose.
PER CHI VOTA LA MASSOMAFIA
«Questo fa comprendere – ha osservato – come il voto di scambio sia un meccanismo fondamentale dell’ingranaggio elettorale in Calabria. La ‘ndrangheta decide la cassa dei Comuni, chi assumere e come dare appalti, condiziona la politica dei trasporti e decide le concessioni». Ma c’è un altro record calabrese, quello di iscritti a logge massoniche. «Cento logge regolari, in una regione con meno di due milioni di abitanti, ma sono molte di più quelle coperte». «Un altro grande attore collettivo». Scarpinato ha ricordato l’evoluzione della ‘ndrangheta, che, per arrivare ai livelli alti del potere, alla fine degli anni Sessanta ha creato la santa, una struttura sovraordinata al crimine, l’organo di governo della mafia calabrese. Una struttura composta da pochi eletti che tirano le fila, che si muovono nell’ombra, che gestiscono le relazioni riservate. «Un organo superiore, di cui fanno parte non i capi ma i capi sceltissimi, massoni e colletti bianchi, che si occupano solo dei grandi affari intrattenendo rapporti istituzionali ad altissimi livelli». Scarpinato ha ricordato la conversazione intercettata in cui il boss di Limbadi Pantaleone Mancuso afferma che «Adesso la ‘ndrangheta fa parte della massoneria, diciamo è sotto la massoneria». L’altro grande attore sociale è rappresentato da quella «Ragnatela di comitati d’affari, cricche e lobby che lavorano sottobanco all’assalto sistematico dei fondi Pnrr».
NUOVO ATTORE SOCIALE
Scarpinato afferma che c’è anche «Un nuovo tipo di attore sociale che nasce dalla fusione di mafia, massoneria e associazioni a delinquere finalizzate alla corruzione». Strutture sofisticate in cui coesistono «Soggetti che vengono da mondi diversi, ciascuno col suo capitale sociale». «Il politico, l’imprenditore, il massone, il lobbista e il colletto bianco della mafia che osserva e verifica se ci sia bisogno della violenza». Insomma, «Macchine da guerra il cui programma è stabilire la signoria su territori e comparti economici».
La vera proiezione di voto da fare, secondo Scarpinato, è capire come voteranno questi mondi. Siccome «hanno bisogno di una politica contigua, questi mondi non voteranno Tridico, incarnazione di un modo di concepire la politica alternativo a quello tradizionale. Perché la politica del M5S al centro mette la legalità». Da qui l’“appello” ironicamente rivolto a massoni, mafiosi e corrotti. «Non votate Tridico perché vi farà male». Mentre per la “gente pulita” votare Tridico è un’occasione per “liberare” la Calabria.
SOLIDARIETÀ DOPO GLI ATTACCHI
Nessun riferimento da parte di Scarpinato al duro scontro andato in onda l’altra sera su Rai 3 a “Lo stato delle cose”, la trasmissione condotta da Massimo Giletti. La parlamentare Vittoria Baldino ha colto l’occasione per manifestare solidarietà a Scarpinato «per l’attacco politico subito da un uomo libero e autorevole che qualcuno sta cercando di estromettere dalla Commissione antimafia». Poche ore prima il M5S aveva annunciato un’interrogazione in Commissione Vigilanza. Il tema è quello delle indagini della Commissione parlamentare Antimafia sulla strage di via d’Amelio, con il centrodestra, guidato dalla presidente di FdI Chiara Colosimo, che accredita la ricostruzione secondo cui Paolo Borsellino fu ucciso perché voleva andare fino in fondo sul dossier “Mafia e appalti” del Ros dei carabinieri (escludendo quindi la cosiddetta “pista nera”).
DEBITI CON LE CLIENTELE
Spazio poi agli altri interventi. Valentina Palmisano ha affermato che la «legalità è presupposto di libertà. Abbiamo voluto con noi Scarpinato, che ha fatto della lotta alle mafie la sua ragione di vita, perché non vogliamo i voti dei mafiosi». Per Carolina Morace, «Senza legalità non c’è lavoro, non c’è sviluppo, non c’è futuro». Ha concluso gli interventi Pasquale Tridico che, richiamando i temi sollevati dall’ex magistrato, ha rilevato che «Occhiuto ha paura dei calabresi che stanno fuori, perché non hanno debiti con i sistemi di clientele». E ha ricordato lo stato della sanità calabrese, «senza guardie mediche nelle aree interne, dove si muore perché l’ambulanza non arriva in tempo». «Poche ore fa – ha raccontato il candidato presidente – sono stato a Mesoraca, dove c’è un ospedale che sembra bombardato. Dal 2021 è un cantiere». Applausi.
APPLAUSI AI DENUNCIANTI
Ma l’applauso più grande è andato a un gruppo di imprenditori cutresi che hanno denunciato il racket imposto dalla ‘ndrangheta, segnando un’inversione di tendenza in un territorio difficile. Ha ricordato la loro presenza nella sala Falcone e Borsellino, aprendo i lavori, il segretario del circolo Pd, Salvatore Frontera. «Cutro – ha detto il leader dei Dem cutresi – è un’altra cosa rispetto alla ‘ndrangheta. I cutresi soffrono per la presenza della ‘ndrangheta, e soffrono ancora di più nei luoghi dell’emigrazione dove la ‘ndrangheta per loro diventa un marchio».
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