Scontri al derby di Coppa Italia e assalto al pullman della Samp: due tifosi blucerchiati in carcere, altri 5 ai domiciliari

  • Postato il 14 luglio 2025
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gradinata sud sampdoria - salernitana

Genova. Arresto in carcere per due tifosi della Sampdoria e domiciliari per altri cinque. E’ questa la decisione della giudice Carla Pastorini che, a distanza di oltre due settimane dagli interrogatori, ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di undici tifosi della Sampdoria. La Procura di Genova aveva inizialmente chiesto l’arresto per tutti i tifosi, poi aveva riformulato la richiesta chiedendo l’arresto per tre, i domiciliari per quattro e quattro obblighi di firma.

La decisione della giudice dopo gli interrogatori

La giudice alla fine ha deciso di disporre il carcere per due di loro, uno dei quali è al momento irreperibile, per 5 disposti i domiciliari con il braccialetto elettronico e per 4 l’obbligo di firma. Due i fatti contestati: da un lavoro gli ultras vengono accusati di essere tra i responsabili dei disordini che hanno preceduto e seguito il derby di Coppa Italia dello scorso settembre e alcuni di loro anche l’assalto al pullman della Sampdoria avvenuto dopo l’incontro casalingo con il Frosinone il 29 marzo di quest’anno.

In quell’occasione, dopo la pesante sconfitta dei blucerchiati (la partita era finita 0 a 3 per gli ospiti)  i tifosi avevano atteso l’arrivo del pullman, scortato dalle forze dell’ordine, tra corso Europa e via Carrara e avevano lanciato di tutto, compreso un cartello stradale.

Di cosa sono accusati i tifosi della Sampdoria

Le accuse sono per tutti resistenza aggravata ma anche  lancio di oggetti pericolosi e artifizi pirotecnici nell’ambito delle manifestazioni sportive (creati nati in uno dei tanti decreti sicurezza votati negli ultimi anni dal Parlamento). Con la riforma Nordio tuttavia  i tifosi (difesi dagli avvocati Pietro Bogliolo, Matteo Carpi e Antonio Rubino) sono stati  lo scorso 27 giugno interrogati dalla giudice. Quasi tutti si sono scusati per il loro comportamento: “Abbiamo sbagliato – hanno detto i tifosi- ci siamo sentiti di tenere quel comportamento visto l’intensità e l’animosità di quei giorni. Ma ora chiediamo scusa e risarciremo il danno in base alle nostre possibilità economiche”. Le scuse tuttavia non sono state considerate dalla giudice sufficienti per evitare la misura. I tifosi sono difesi dagli avvocati Matteo Carpi, Pietro Bogliolo e Antonio Rubino.

A metà aprile erano state chiuse le indagini per i disordini pre e post derby: 29 tra ultrà rossoblù e ultras blucerchiati avevano ricevuto l’avviso. L’accusa, a vario titolo, è di resistenza a pubblico ufficiale aggravata, porto d’armi e violazione di Daspo.

Gli scontri al derby di Coppa Italia

Il giorno del derby c’era stato un primo episodio intorno alle 14, vicino allo stadio: le due tifoserie avevano provato ad affrontarsi ma le forze dell’ordine si erano messe in mezzo tenendo separati i due gruppi. Alcuni ultrà avevano reagito lanciando bottiglie, usando bastoni e segnali stradali contro la polizia e i carabinieri schierati. Poco prima della fine del match, in strada, si era scatenata una guerriglia urbana provocata dall’esposizione allo stadio degli striscioni storici che le tifoserie si erano rubati in primavera dopo una serie di aggressioni tra piccoli gruppetti di supporter. I tafferugli e gli scontri erano andati avanti fino a poco dopo le 23. Alla fine erano rimasti contusi 38 agenti.

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Genova24

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