Scoperta un’officina neandertaliana di 70.000 anni fa in Polonia

  • Postato il 18 agosto 2025
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  • Di SiViaggia.it
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È nel cuore della valle del fiume Zwoleńka, nella Polonia centrale, che il passato degli antichi parenti dell’Homo sapiens ha lasciato un’impronta sorprendente. Qui, infatti, sotto strati di terra, un team di archeologi provenienti dall’Università di Varsavia ha riportato alla luce un’officina neandertaliana di circa 70.000 anni fa: stiamo parlando di un luogo dove uomini antichi non solo cacciavano mammut, rinoceronti e cavalli selvatici, ma sapevano anche riparare con abilità gli strumenti di selce con cui li macellavano.

Il Museo Statale di Archeologia di Varsavia e le università di Varsavia e Wrocław, lavorando insieme durante questa entusiasmante campagna di scavo, hanno restituito centinaia di utensili tra i quali coltelli, raschiatoi, lame, accanto a ossa e denti di grandi mammiferi. Un ritrovamento che permette di comprendere meglio la vita quotidiana dei Neanderthal rendendo la Polonia una tappa inattesa e affascinante nella mappa della preistoria europea.

La scoperta dell’officina neandertaliana

Gli scavi condotti nella valle dello Zwoleńka raccontano di un luogo che non era solo un punto di caccia, ma anche una vera officina all’aperto. Qui gli utensili in selce venivano portati per essere affilati e rimessi a nuovo, pronti ad affrontare la macellazione dei grandi animali che popolavano le pianure glaciali. Le tracce d’uso sui coltelli e sui raschiatoi parlano di carcasse di mammut, rinoceronti e cavalli, smontate pezzo per pezzo con una precisione che sorprende ancora oggi.

“Sulla base di siti simili del Paleolitico medio, questi strumenti venivano usati per squartare carcasse di animali, probabilmente inclusi mammut, rinoceronti e cavalli”, ha spiegato il dottor Pyżewicz dell’Università di Varsavia. “I segni di usura sugli utensili confermano il loro uso per tagliare e lavorare grandi animali”.

Durante tre stagioni di scavo, gli archeologi hanno catalogato centinaia di strumenti. Ai circa 330 reperti registrati negli anni Ottanta se ne sono aggiunti oltre 170 nella penultima campagna e un numero simile in quella più recente. Ma il lavoro non è finito: i ricercatori continuano a confrontarsi con una sfida cruciale, la datazione. Molti manufatti sono stati spostati nel tempo dall’acqua del fiume, complicando la lettura delle loro origini. Secondo il dottor Witold Grużdź, questo significa che alcuni pezzi potrebbero essere persino più antichi di quanto immaginiamo.

“Le nostre datazioni si riferiscono a quando questi materiali sono stati trasportati, non necessariamente a quando i Neanderthal li hanno usati”, ha spiegato il Dottor Grużdź. “Questo suggerisce che alcuni manufatti potrebbero essere ancora più antichi di quanto stimato attualmente. Le ricerche future ci aiuteranno a risolvere questo enigma.”

Perché si tratta di una scoperta inattesa e affascinante

Quella avvenuta in Polonia rappresenta una scoperta incredibile perché è una rarità: i ritrovamenti sui Neanderthal in questo Paese, infatti, sono molto pochi, soprattutto al di fuori delle regioni meridionali come l’altopiano di Cracovia-Częstochowa e la Bassa Slesia. La maggior parte della Polonia centrale e settentrionale era coperta da calotte di ghiaccio nel periodo in cui i Neanderthal abitavano l’Europa, il che rende questo sito in Masovia eccezionalmente significativo.

“I ritrovamenti di Neanderthal sono rari”, ha affermato la dottoressa Katarzyna Pyżewicz dell’Università di Varsavia. “Ogni scoperta aggiunge un valore immenso alla nostra comprensione della loro vita. Questi siti sono spesso sepolti a diversi metri di profondità, il che li rende difficili da individuare.”

I Neanderthal, un tempo considerati predecessori primitivi dell’uomo moderno, sono oggi riconosciuti come esseri intelligenti e sofisticati. I ritrovamenti fossili e gli studi genetici indicano che avevano comportamenti sociali complessi, creavano utensili, forse producevano arte e seppellivano persino i loro morti. Scoperte recenti confermano che hanno creato pitture rupestri più di 64.000 anni fa e che si sono incrociati con l’Homo sapiens, lasciando tracce del loro DNA in molte popolazioni moderne al di fuori dell’Africa.

“I Neanderthal erano cacciatori robusti e abili artigiani”, ha detto la dottoressa Grużdź. “Questo sito rafforza l’idea che fossero adattivi, intelligenti e capaci di pianificare compiti complessi, come la manutenzione degli utensili e la macellazione di animali di grandi dimensioni”.

Come sottolinea la dottoressa Katarzyna Pyżewicz, ogni nuovo sito è una finestra preziosa, difficile da individuare perché spesso nascosta a metri di profondità. A Zwoleńka, poi, la rarità è doppia: oltre agli strumenti in selce, sono sopravvissuti resti organici, come ossa e denti, che solitamente si conservano solo in grotta. È una testimonianza che avvicina i Neanderthal alla nostra immagine di esseri complessi e ingegnosi, capaci di produrre arte, seppellire i propri morti e lasciare un’eredità genetica ancora presente in noi. Un popolo che non era primitivo, ma adattivo, sociale e sorprendentemente vicino.

Autore
SiViaggia.it

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