Scoperte a Mendik Tepe: l’archeologia riscrive l’inizio della storia

  • Postato il 31 agosto 2025
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  • Di SiViaggia.it
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Nel territorio della Mezzaluna Fertile, una regione che ha segnato la nascita dell’agricoltura e delle prime comunità stanziali, un nuovo sito archeologico sta attirando l’attenzione della comunità scientifica internazionale: si tratta di Mendik Tepe, tumulo preistorico nel distretto di Eyyübiye a Şanlıurfa, in Turchia sudorientale, che potrebbe cambiare di molto la narrazione dell’inizio della storia umana.

Fino ad oggi, il primato del “punto zero della civiltà” era attribuito a Göbekli Tepe, con gli imponenti pilastri a forma di T datati intorno al 9600 a.C. Tuttavia, gli indizi emersi da Mendik Tepe suggeriscono che questo sito possa essere addirittura più antico, e gettare nuova luce sulle origini dell’architettura monumentale e delle prime società organizzate.

Gli scavi internazionali e la scoperta del tumulo

L’interesse per Mendik Tepe nasce da un’intuizione dell’archeologa Fatma Şahin, che per prima individuò il tumulo nei pressi del villaggio di Payamlı. Oggi il sito è al centro di una campagna di scavi condotta dal Professor Douglas Baird dell’Università di Liverpool, in collaborazione con il Museo Archeologico di Şanlıurfa e il British Institute of Archaeology.

Gli studiosi coinvolti nel progetto sottolineano come le strutture rinvenute non siano semplici repliche di quelle già conosciute in altri siti della regione, ma presentino caratteristiche proprie, capaci di aprire nuove prospettive sulla nascita della cultura neolitica.

Baird stesso ha evidenziato come gli edifici di Mendik Tepe rivelino tratti distintivi che li collegano a Göbekli Tepe e Karahantepe, pur distinguendosi per originalità e, forse, per maggiore antichità.

Architetture tra vita quotidiana e ritualità

Uno degli elementi più affascinanti di Mendik Tepe è la varietà delle strutture portate alla luce.

Non è, infatti, un sito esclusivamente rituale, come spesso viene descritto Göbekli Tepe, bensì di un insediamento complesso e polifunzionale: alcuni edifici di piccole dimensioni sembrano destinati alla conservazione o alla preparazione degli alimenti, a testimonianza di una gestione comunitaria delle risorse.

Le costruzioni di medie dimensioni, con una larghezza di circa quattro o cinque metri, potrebbero aver avuto la funzione di abitazioni comuni, segno di un’organizzazione sociale già definita. Ancora più enigmatiche sono le grandi strutture in pietra, lavorate con cura, che lasciano pensare a luoghi di culto o cerimonia.

Una simile compresenza di spazi domestici e sacri rafforza l’idea di una comunità capace di integrare la quotidianità con la dimensione simbolica e spirituale.

Più antico di Göbekli Tepe?

Veduta aerea degli scavi effettuati a Mendik Tepe in Turchia
Photo by Cebrail Caymaz/Anadolu via Getty Images
Veduta aerea degli scavi effettuati a Mendik Tepe

L’aspetto che più colpisce gli archeologi riguarda la cronologia del sito: le prime analisi comparative con altri tumuli della regione, come Çakmak Tepe, suggeriscono che Mendik Tepe possa risalire a un periodo ancora precedente rispetto a Göbekli Tepe.

Se tali ipotesi venissero confermate dalle datazioni al radiocarbonio, la nascita delle prime architetture monumentali si collocherebbe ancora più indietro nel tempo, ridisegnando la linea di confine tra preistoria e storia.

Un dettaglio rilevante è la differenza stilistica delle pietre verticali, che qui non assumono la classica forma a T, ma presentano varianti più semplici e rudimentali, un elemento che potrebbe testimoniare una fase di transizione nella sperimentazione costruttiva delle prime comunità sedentarie.

Mendik Tepe all’interno della rete di Taş Tepeler

Il tumulo non è un caso isolato, ma parte integrante del vasto progetto archeologico Taş Tepeler, che comprende oltre dodici siti distribuiti nell’area di Şanlıurfa: i siti, tra cui Sayburç e Çayönü Tepesi, formano un mosaico unico di testimonianze che documentano la diffusione delle prime pratiche agricole, dei rituali comunitari e delle forme embrionali di urbanizzazione.

Mendik Tepe, con le sue peculiarità architettoniche, sembra essere un tassello indispensabile per comprendere la varietà e l’interconnessione delle culture neolitiche nella regione: la scoperta conferma che la nascita della civiltà non fu un processo lineare, ma il risultato di una pluralità di esperimenti sociali e architettonici.

Una chiave per comprendere la nascita della civiltà

La posta in gioco è alta. Gli studiosi ritengono che i reperti di Mendik Tepe possano contribuire a chiarire questioni fondamentali: come gli esseri umani abbiano trasformato la caccia e la raccolta in un’economia agricola stabile, come abbiano progettato i primi spazi comunitari, e quale ruolo abbiano avuto i rituali nella coesione sociale. Ogni pietra ritrovata e ogni struttura ricostruita rappresentano un tassello nella lunga transizione che ha portato i nostri antenati a diventare costruttori di città e fondatori di civiltà.

Gli scavi a Mendik Tepe sono ancora in corso e la comunità scientifica attende con impazienza i risultati delle analisi più approfondite.

Autore
SiViaggia.it

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