Scoperte ad Alessandria delle rovine sommerse di 2.000 anni fa
- Postato il 22 agosto 2025
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- Di SiViaggia.it
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Tra le acque scintillanti della baia di Abukir, al largo di Alessandria, l’Egitto ha riportato alla luce un frammento di storia che sembrava perduto per sempre. Resti di edifici, manufatti e persino un antico molo, rimasti nascosti per oltre duemila anni, emergono da una città sommersa che racconta i fasti di un passato glorioso.
Secondo le autorità egiziane, il sito potrebbe appartenere all’antica Canopo, fiorente centro culturale e religioso durante l’epoca tolemaica e romana. Un tempo vivace e prospera, la città fu inghiottita dal mare a causa di violenti terremoti e dell’innalzamento del livello delle acque, lo stesso destino toccato anche al vicino porto di Heracleion, antica città un tempo situata nel Delta del Nilo.
Oggi, quelle rovine sommerse riemergono come una vera e propria capsula del tempo, capace di restituire al viaggiatore moderno il fascino intatto delle civiltà che resero Alessandria crocevia del Mediterraneo.
La scoperta delle rovine sommerse
L’Egitto torna a sorprendere con una scoperta straordinaria: grazie all’utilizzo delle gru, dal fondo degli abissi sono riemerse antiche statue che per secoli hanno dormito sotto il mare. “C’è molto ancora nascosto sott’acqua, ma ciò che portiamo in superficie è scelto con criteri rigorosi: il resto continuerà a far parte del nostro patrimonio sommerso”, ha dichiarato il Ministro del Turismo e delle Antichità egiziano, Sherif Fathi.
Le rovine svelate includono edifici in calcare che potrebbero essere stati templi, abitazioni e spazi commerciali o artigianali. Sono emersi anche bacini e laghetti scavati nella roccia, utilizzati sia per raccogliere acqua a uso domestico sia per l’allevamento di pesci.
Tra i reperti più affascinanti figurano statue di sovrani e sfingi di epoca preromana, tra cui una sfinge parzialmente conservata con il cartiglio di Ramses II, uno dei faraoni più celebri e longevi della storia. Alcune sculture portano i segni del tempo: una statua tolemaica in granito appare decapitata, mentre di un nobile romano in marmo è sopravvissuta soltanto la parte inferiore.

Il patrimonio storico nascosto negli abissi di Alessandria
Nei fondali al largo di Alessandria giacciono segreti millenari che raccontano la grandezza di un passato scomparso. Grazie a tutta una serie di recenti scavi subacquei, è stato possibile riportare alla luce una nave mercantile, ancore in pietra e una gru portuale risalenti alle epoche tolemaica e romana, tutti ritrovati lungo un molo di 125 metri.
Sono scoperte che non stupiscono, d’altronde Alessandria custodisce un numero incalcolabile di rovine antiche e tesori storici, anche se oggi la seconda città dell’Egitto affronta una minaccia concreta: le stesse acque che un tempo inghiottirono Canopo e Heracleion mettono a rischio il suo patrimonio sommerso.
La città costiera è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici e all’innalzamento del livello del mare, con un lento, ma costante abbassamento del terreno stimato in oltre tre millimetri all’anno. Tra le rovine sommerse, tuttavia, continuano a emergere testimonianze straordinarie della storia, offrendo ai viaggiatori e agli archeologi uno sguardo unico su un patrimonio che il mare aveva cercato di cancellare, ma che ancora oggi conserva la sua magia millenaria.
