Separazione delle carriere, Zucca: “La Diaz? Potrebbe ripetersi. Contro gli abusi di potere la maggiore garanzia è un pm autonomo”
- Postato il 10 ottobre 2025
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- Di Genova24
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Genova. La “tensione tra il potere giudiziario e l’esecutivo è l’unica garanzia del cittadino rispetto agli abusi di potere. Quando c’è perfetta concordia i cittadini dovrebbero preoccuparsi. È questo il liberalismo? È d’accordo su questo il ministro Nordio?”. È, in sintesi, il ragionamento fatto dal procuratore generale di Genova Enrico Zucca intervistato dalla giornalista Serena Bottone nel corso del quinto congresso nazionale di AreaDg.
Una tensione alimentata, oggi, dalla riforma della separazione delle carriere. “È ovvio che separare il pm dal corpo del giudiziario ne mina l’indipendenza, creare un corpo di funzionari gerarchizzato a polizia sarebbe un unicum. Bisogna però dire che la separazione delle carriere non aiuta il giusto processo, non c’entra nulla col giusto processo”.
E alla domanda della Bortone se, con la riforma, una vicenda come quella della Diaz, durante il G8 del 2001, potrebbe ripetersi, Zucca risponde: “Si potrebbe ripetere, adesso ce l’ha detto la Corte Europea dei diritti dell’uomo nella prima sentenza sui fatti della Diaz”. Allora, il pm può controllare il comportamento della polizia “solo se è indipendente. Perché è ovvio che separare il pubblico ministero dal corpo del giudiziario significa avvicinarlo alle forze dell’amministrazione, significa creare, come è stato detto, è stato riconosciuto e su questo c’è una consonanza tra opposizione e maggioranza, creare un corpo di funzionari che non risponda a nessuno, gerarchizzato dal punto di vista costituzionale sarebbe un unicum mondiale”.
Zucca ha ricordato le indagini complesse che si trovò ad affrontare con il collega Francesco Cardona Albini. “La scoperta della falsificazione delle prove è stata scoprire un tradimento perché l‘abuso non è stato solo circoscritto all’operazione di forza organizzata di tipo militare, ma è entrata anche nel circuito che si riteneva sacro del giudiziario” ha detto con riferimento ai falsi “verbali che si consegnano ai magistrati” ricordando che “le falsificazioni e la manipolazione delle prove sono state molto diffuse, non solo nel processo principale per i fatti della scuola Diaz, ma in tanti altri episodi di arresti illegali sulla base di verbali false e prove false”.
Un problema “non certamente solo italiano, quello delle forze di polizia che “per seguire un fine che ritengono legittimo, se non controllate, sono prontate a dire che il fine è giustificato ai mezzi e quindi a forzare. E’ un tema che bisogna affrontare, di cui si discute onestamente anche in tanti altri paesi”. Proprio per questo, dice il pg genovese, “la loro azione deve passare per un filtro” che fino ad adesso è stato il compito del magistrato, cioè raccogliere prove come organo dello Stato a tutto campo, in maniera imparziale. E questo lo ha garantito il nostro sistema dove il pubblico ministero è autonomo, non è soggetto a pressioni e indicazioni del governo né dall’apparato repressivo delle forze di polizia, questa è la specificità“.