Si può guidare con le ciabatte? Cosa prevede il Codice della Strada

D’estate, quando il caldo si fa insopportabile e la voglia di comodità prevale, molti automobilisti scelgono di indossare ciabatte, sandali o addirittura di guidare scalzi. Un’abitudine diffusa soprattutto nei mesi estivi, al mare o durante le vacanze, che però solleva ogni anno un interrogativo: è consentito mettersi alla guida con le ciabatte ai piedi? E ancora, in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine, si rischia una multa oppure si tratta solo di una leggenda metropolitana?

Per rispondere è necessario prendere in mano il Codice della Strada, valutare il comportamento delle autorità nei casi reali e comprendere anche i risvolti assicurativi e giuridici in caso di incidente.

Cosa dice il Codice della Strada

Al contrario di quanto si possa frettolosamente credere, il Codice della Strada non vieta di guidare indossando ciabatte, infradito o calzature aperte. Non esiste un articolo che imponga di indossare scarpe chiuse o che proibisca esplicitamente determinate tipologie di calzature. In passato, una norma simile esisteva ed era prevista dal vecchio regolamento d’esecuzione, ma è stata abrogata negli anni 90 e ha lasciato spazio a un quadro normativo meno prescrittivo ma non per questo privo di vincoli.

A regolare la questione intervengono due disposizioni: l’articolo 141, comma 2, e l’articolo 169. Il primo impone che ogni conducente debba conservare il pieno controllo del veicolo in qualsiasi situazione ovvero mantenere sempre una condotta tale da garantire la sicurezza della circolazione. Il secondo vieta qualsiasi comportamento che possa compromettere la libertà di movimento del conducente, sia per quanto riguarda l’abbigliamento sia in relazione alla disposizione di passeggeri o oggetti nell’abitacolo. Questi due articoli, letti insieme, non vietano in modo assoluto l’uso di ciabatte o infradito, ma indicano che il modo in cui si guida deve garantire padronanza completa dei comandi, libertà di azione e tempestività nelle manovre.

Quando le ciabatte diventano un rischio e una responsabilità

Se è vero che guidare con le ciabatte non è vietato, è altrettanto verosimile che questa scelta può rivelarsi pericolosa. Le calzature aperte, prive di chiusura alla caviglia e con suola sottile, possono scivolare, impigliarsi sotto i pedali o sfilarsi durante la marcia. Una ciabatta che scivola sotto il pedale del freno compromette la frenata in una situazione di emergenza e provoca un rischio per la sicurezza stradale. Anche il semplice gesto di abbassarsi a recuperare una ciabatta uscita dal piede può distrarre l’automobilista quel tanto che basta per causare un incidente.

Nel caso di sinistro l’agente accertatore può così contestare una violazione dell’articolo 141 e ritenere che il conducente non aveva pieno controllo del veicolo a causa della scelta delle calzature. La sanzione, in base alla gravità e alla dinamica dell’evento, può superare la soglia di 160 euro, con l’aggiunta di decurtazione dei punti dalla patente.

Non solo, se viene dimostrato che l’uso di calzature inadeguate ha contribuito al verificarsi del sinistro, l’assicurazione può limitare il risarcimento o esercitare il diritto di rivalsa nei confronti del guidatore. In pratica si può essere chiamati a risarcire i danni anche di tasca propria perché considerati colpevoli di negligenza.

Le ciabatte come fattore di rischio trascurato

Sebbene siano spesso percepite come una scelta estiva o un dettaglio marginale nel modo di vestire, le ciabatte si trasformano in un elemento critico non appena il piede si appoggia sul pedale. La struttura priva di supporto posteriore, il materiale flessibile e la scarsa aderenza tra la suola e la pelle sono condizioni che aumentano il rischio di scivolamento.

In contesti urbani, dove la guida richiede continui stop-and-go, oppure in autostrada, dove le frenate improvvise possono essere decisive, una calzatura instabile può generare un’esitazione anche minima che si può tradurre in conseguenze irreversibili. La pericolosità non sta solo nel materiale o nella forma della ciabatta, ma nel ritardo di reazione che può causare, anche solo per l’istinto di riassestarla sul piede.

Il parere della Polizia e delle compagnie assicurative

Interpellata più volte sull’argomento, la Polizia di Stato ha confermato che non esiste un divieto esplicito per chi guida con ciabatte o a piedi nudi. In ogni caso invita a prestare massima attenzione e a valutare sempre la scelta delle calzature in funzione della sicurezza alla guida. Scarpe come le infradito, i sandali molto aperti oppure i sabot privi di cinturino, rientrano tra le tipologie più a rischio perché possono alterare l’azione sul pedale o scivolare.

Le stesse compagnie assicurative, pur non avendo ancora introdotto clausole dedicate, sono sempre più attente al comportamento del conducente nei minuti precedenti a un incidente. In caso di dubbio, i periti possono accertare se il tipo di calzatura abbia inciso nella dinamica del sinistro e, qualora venga stabilita una correlazione, la compagnia può limitare o rifiutare l’indennizzo.

Anche in assenza di un verbale da parte delle autorità, il concetto di condotta imprudente può essere utilizzato in sede di contenzioso per ridurre la quota di responsabilità coperta dalla polizza. Le conseguenze sono quindi più impattanti di quanto sembri, soprattutto se si considera che basta un movimento sbagliato, un gesto d’istinto o un’impennata del traffico per trasformare una guida in ciabatte in un episodio drammatico.

Oltre la norma, guida sicura e buon senso

Se la normativa in vigore non impone un divieto della guida con l’uso di ciabatte o calzature simili, resta comunque il principio del buon senso. La sicurezza stradale dipende anche da un comportamento consapevole, prudente e proattivo. Chi guida ha il dovere morale, prima ancora che giuridico, di mettere in atto tutte le precauzioni necessarie per proteggere sé stesso, i passeggeri e gli altri utenti della strada. Indossare ciabatte, per quanto comodo, può rivelarsi una scelta rischiosa che si traduce in un danno irreparabile per negligenza.

Anche per i motociclisti si complica il discorso: il rischio di traumi agli arti inferiori è più alto e l’uso di ciabatte o infradito in sella a uno scooter o a una moto è sconsigliato. La mancanza di protezione adeguata può essere contestata anche ai fini della riduzione dell’indennizzo per danni fisici. In altre parole, la scelta di una calzatura non idonea non si limita a generare potenziali sanzioni, ma può compromettere l’intero impianto risarcitorio.

Autore
Virgilio.it

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