Sicilia, i figli delle vittime di femminicidio saranno assunti dalla Regione: è il primo caso in Italia
- Postato il 12 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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La Sicilia è la prima regione d’Italia ad assumere le vittime di sfregi e i figli delle vittime di femminicidio. Martedì 10 giugno, infatti, l’Assemblea regionale siciliana ha approvato un emendamento che estende l’applicabilità della legge approvata il 31 gennaio del 2024. Una norma, proposta da Isamele La Vardera, ex inviato delle Iene e ora deputato regionale, che prevede l’assunzione delle donne vittime di violenza con deformazione e sfregio del viso e dei figli di vittime di femminicidio, ma che era rimasta praticamente inapplicata. Adesso, però, l’Ars ha approvato l’emendamento rendendo la legge retroattiva e quindi applicabile a tutti gli orfani dei femminicidi già avvenuti. Una legge che prevede la stessa tutela anche per le donne vittime di violenza con deformazione e sfregio. Una norma che sarà applicata “per fatti avvenuti entro i confini del territorio regionale anche prima della data di entrata in vigore della presente legge in danno di cittadini italiani residenti in Sicilia al momento dell’evento criminoso ed esclusivamente per le assunzioni presso la Regione siciliana nei limiti delle risorse assunzionali disponibili”, recita l’emendamento che dà il via al sostegno per le vittime di violenze e per gli orfani.
“La Sicilia continua così a dimostrarsi terra di solidarietà, vicinanza e rispetto per il dolore delle vittime. Auspico che anche a livello nazionale possa presto essere approvata una norma analoga”, ha detto il governatore Renato Schifani, che ha voluto l’emendamento retroattivo. “Grazie a questo intervento, sarà possibile offrire una concreta opportunità lavorativa anche a chi ha subito tragedie immani prima dell’entrata in vigore della norma, restituendo dignità e futuro a chi ha vissuto sulla propria pelle le conseguenze più drammatiche della violenza”. Dopo la Sicilia, nel maggio 2024, si è mosso anche il Friuli Venezia Giulia, con una legge analoga proposta da Simona Liguori, consigliera regionale di opposizione, eletta nelle liste di Patto per l’Autonomia-Civica FVG, prima firmataria di una proposta che prevede l’assunzione per chiamata diretta presso le istituzioni regionali degli orfani di femminicidio: “Ho preso ispirazione dalla legge siciliana – ha spiegato a ilfattoquotidiano.it Liguori – ed è una proposta di legge che ho scritto a 6 mani con Annamaria e Pasquale Guadagno, rimasti orfani della madre ormai 15 anni fa”.
Nell’aprile del 2010 Salvatore Guadagno ha ucciso Carmela Cerillo a Feletto Umberto in provincia di Udine. I figli andarono poi a vivere con la famiglia paterna: “Se avessero avuto un’indipendenza economica sarebbe andata diversamente ed è in quest’ottica che ci stiamo muovendo”, spiega ancora Liguori. La legge già approvata in Sicilia più di un anno fa e ora resa retroattiva, in Friuli Venezia Giulia è ancora ferma: “Dopo averla presentata in Commissione Sanità c’è chi mi ha chiesto quale sia la definizione giuridica di femminicidio che la regione dovrà adottare. Una definizione che gli orfani di femminicidio conoscono purtroppo assai bene”, conclude Liguori definendo la proposta di legge “un provvedimento che ha un forte valore etico, sociale e di giustizia e che mi auguro venga licenziato bipartisan dal consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia”. Intanto sull’isola si festeggia: “Non posso non negare la commozione, dopo oltre due anni di lavoro, finalmente è stata votata per l’ultima volta la norma sul femminicidio che da oggi è ufficialmente retroattiva”, ha detto La Vardera, leader del movimento Controcorrente. Che ha sottolinato: “L’emendamento l’ha portato il governo Schifani dopo che Barbara Bartolotti ha raccontato il suo tentato femminicidio su Rai3. L’auspicio adesso è che questa mia legge venga estesa all’intero territorio nazionale”.
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