Sinner da favorito, Musetti di fronte all’impresa: l’Italia sogna una finale tutta azzurra al Roland Garros
- Postato il 6 giugno 2025
- Tennis
- Di Il Fatto Quotidiano
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Jannik Sinner favorito. Lorenzo Musetti a caccia di un capolavoro. Sono i due destini incrociati che accompagnano i due azzurri verso le semifinali del Roland Garros. Un appuntamento storico per il tennis italiano: è la seconda volta a distanza di 65 anni dalla prima (Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola sempre nel 1960). L’altoatesino sfida Novak Djokovic, 24 volte campione Slam, che a 38 anni è ancora capace di sfoderare prestazioni incredibili come quella contro Alexander Zverev nei quarti di finale. Il carrarino gioca contro Carlos Alcaraz, campione in carica e dominatore della stagione sulla terra: il giocatore più forte su questa superficie. Due ostacoli dietro cui si nasconde un sogno: una finale Slam tutta italiana.
Il cammino del numero 1 del mondo fino a questo momento è stato senza affanni. Forse oltre ogni immaginazione. Le ore per raggiungere il penultimo atto dello Slam parigino sono state appena 9 e mezzo. Tre in meno rispetto a quelle che ha impiegato il serbo. Per alcuni sembra quasi un match dall’esito scritto eppure niente può essere dato per scontato, in particolare quando dall’altra parte della rete l’avversario si chiama Djokovic. Dopo le ultime tre sconfitte consecutive contro l’azzurro (Coppa Davis 2023, semifinale all’Australian Open 2024 e nella finale al Masters 1000 di Shanghai 2024), Nole medita vendetta. Ha voglia di regalarsi un’altra pagina memorabile nella sua carriera da record. Per farlo dovrà inventarsi qualcosa di speciale, soprattutto da un punto di vista tattico. Ben più che contro Zverev. E sperare anche in una versione di Sinner non al top. La testa è quella di sempre, ma il fisico non ha più le energie di un tempo. Un fatto inevitabile, puramente anagrafico. La grande domanda della vigilia è: quanto può reggere Djokovic il ritmo di Sinner? L’altoatesino ha un’intensità negli scambi molto diversa dal tedesco, gioca in maniera molto più avanzata, tira più forte, ruba il tempo all’avversario invece di concederglielo. Il serve and volley e la palla corta possono essere armi insidiose che il serbo può usare per limitare la pressione di Sinner, ma non saranno facili da usare. Il primo avrà bisogno della perfezione assoluta sia al servizio che a rete, la seconda invece richiede che Nole tenga in mano lo scambio. Dalla sua invece l’azzurro dovrà ricalcare semplicemente quello che ha messo in mostra dall’inizio del torneo: ritmo asfissiante, aggressività, massima concentrazione, ottimizzare di ogni singolo punto. Lasciare che l’enorme differenza fisica tra i due venga fuori, andando oltre ogni resistenza di Djokovic.
Uno scenario ben diverso è quello che attende Musetti. I precedenti contro Alcaraz dicono 6-1 per lo spagnolo, con l’unico successo azzurro datato 2022 nella finale del 500 di Amburgo. Inutile girarci attorno: servirà la partita perfetta. Il carrarino ha dimostrato anche a Parigi tutti i suoi miglioramenti, il suo cambio di status, ma i picchi toccati da Alcaraz hanno fatto sportivamente paura. E quindi, quale può essere la via maestra per compiere l’impresa? La strada è stretta, ma non impossibile come hanno mostrato la finale di Montecarlo e l’ultima sfida tra i due agli Internazionali d’Italia. Tutte e due perse. Tutte e due giocate rimanendo agganciato il più possibile. Musetti ha le armi per imbrigliare lo strapotere dello spagnolo. Dovrà variare tantissimo il gioco, restituire una palla sempre diversa, costringere Alcaraz a rischiare facendogli giocare una palla in più. Come si dice in gergo tennistico, provare a “restringere il campo”. E poi approfittare dei passaggi a vuoto dello spagnolo, spesso ricorrenti dentro i match. Lo si è visto contro Fàbiàn Marozsan al secondo turno come contro Damir Dzumur al terzo. Sperare, perché no, che Alcaraz possa eccedere in sicurezza. Sentirsi con un piede in finale dopo le due vittorie recenti contro l’azzurro. Un match di resilienza e di pazienza insomma, in cui non è concesso dare segnali di negatività o nervosismo all’avversario. L’unico vero dubbio riguarda invece la tenuta fisica. Le capacità atletiche di Musetti non sono in discussione, ma le fatiche di una stagione sul rosso molto impegnativa potrebbero farsi sentire se si dovesse entrare in una battaglia punto su punto. E anche nei quarti di finale contro Tiafoe qualche avvisaglia si è fatta notare. Saranno bastati due giorni di riposo per accumulare le energie necessarie a un’impresa?
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