Slovenia: quattro piccoli borghi da non perdere nella Valle del Vipava
- Postato il 12 settembre 2025
- Borghi
- Di SiViaggia.it
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Sono ormai alcuni anni che la Slovenia, il più piccolo, ricco, settentrionale e mitteleuropeo dei paesi della ex Jugoslavia, sta crescendo come destinazione turistica.
Sempre più persone conoscono e hanno avuto la possibilità di visitare Lubiana, la brillante e vivace capitale, o il Lago di Bled, con le sue atmosfere fatate. Tanti hanno scoperto le bellezze delle montagne slovene, delle avventure outdoor lungo il corso dell’Isonzo, quel pizzico di costa tra Capodistria e Pirano.
C’è anche un’altra zona del paese che sta vivendo un risveglio turistico, per quanto lento, dolce e silenzioso. Si tratta della Valle del Vipava, ovvero quella pianura solcata dall’omonimo fiume, un affluente dell’Isonzo, con il quale si congiunge in territorio italiano. La Vipavska dolina, come si dice in lingua slovena, prende le mosse infatti immediatamente a oriente del confine tra i due paesi, nel goriziano.
È una regione dal clima mite, incassata tra due catene di rilievi che la fiancheggiano e la proteggono, malgrado le occasionali e tipiche raffiche di bora che la percorrono: queste condizioni hanno fatto sì che storicamente sia stata un territorio sfruttato in particolare per la coltivazione di alberi da frutto e per la produzione del vino. Malgrado non competa per notorietà con il vicino Collio sloveno (Brda), la qualità dei suoi rossi è particolarmente alta.
Come buona parte della Slovenia, la Valle del Vipava è molto verde, e la sua natura pianeggiante, ma circondata da morbide colline e rilievi più verticali, ne fa un contesto perfetto per chi ama gli sport all’aperto, come il trekking e, soprattutto, il ciclismo e il cicloturismo.
Oltre all’enogastronomia e alle attività outdoor, si distingue per i propri piccoli e curati borghi, con alcune piccole perle assolutamente da non perdere, capaci di riassumere la vera e propria essenza della vallata, dove la vita scorre dolce e serena e l’aria sembra un po’ più fine.
Vipava

Se il centro più grande della valle è rappresentato da Ajdovščina (Aidussina secondo la traduzione italiana del nome), l’abitato che ne rappresenta maggiormente le caratteristiche identitarie è Vipava, il borgo che siede sulle sorgenti del fiume da cui prende il nome, in italiano chiamato Vipacco.
Pare che qualcuno l’abbia definita la Venezia slovena, ma la verità è che ricorda maggiormente una versione mitteleuropea dell’umbra Rasiglia. Innanzitutto per le contenute dimensioni: Vipava non raggiunge i duemila abitanti ed è interamente visitabile semplicemente a piedi. E poi, soprattutto, per l’onnipresenza dell’elemento acquatico: tutto attorno alla cittadina, infatti, ci sono le diverse sorgenti che danno vita all’omonimo fiume.
Spunta, questo corso, dietro l’elegante Palazzo Lanthieri, il settecentesco edificio architettonicamente più mirabile del centro, che sorge al limite della piazza principale. Riemerge di quando in quando, poi, mentre si attraversano le piccole stradine che si snodano tra le case, senza un ordine preciso.

Glavni trg, la piazza principale, è animata dai tavolini delle trattorie e dei bar che vi si affacciano, mentre campeggia al centro un monumento che ricorda la lotta al fascismo. Vipava è stato territorio italiano tra le due guerra mondiale e qui, negli anni bui della dittatura mussoliniana, la popolazione ha aderito numerosa alla resistenza slava malgrado il pugno di ferro dell’italianizzazione forzata.
Vipava è sormontata da una collina, sulla quale sorgono le rovine di un antico castello. Ormai non c’è più di qualche muro in pietra a ricordare il fortilizio, ma la camminata per arrivarci è piacevole e permette di spaziare con lo sguardo su tutta la Valle del Vipava, dal centro della città fino alle colline dall’altra parte della stretta pianura.
Goče

Poco lontano da Vipava, percorrendo le campagne decorate dai filari di vite della Valle, si scopre una delle perle di questo territorio, la piccolissima Goče.
Questo villaggio di appena venti residenti stabili è una gemma rurale incastonata in un ambiente naturale collinare, ma che ricorda certi contesti di montagna. L’abitato ha una bellezza rustica, autentica e vera.
Al contrario di altri bei borghi della Valle del Vipava, ristrutturati e brillanti, Goče ha muri scrostati e case abbandonate, un tempo abitate dalle famiglie contadine che si occupavano degli ampi appezzamenti di terreno votati all’agricoltura nelle immediate vicinanze.
La sua caratteristica saliente è proprio la peculiare architettura rurale, con la pietra a vista degli edifici, gli ampi archi che compongono i portali da cui si accede alle aie di fronte alle case, gli ampi portoni in legno dei fienili, i tetti in ardesia. Una passeggiata per il paese regala un viaggio attraverso il tempo e permette di respirare una atmosfera genuina.
Storicamente Goče è stata un importante centro di produzione di vino: sia in paese che nelle immediate vicinanze ci sono diverse cantine che offrono degustazione e vendita dei propri prodotti. La visita delle cantine, intese come ambiente di conservazione del vino, è un’ulteriore esperienza da non perdere.
Vipavski Križ

Il candido campanile della cittadina di Vipavski Križ svetta sulla cima di una morbida collina. Dal paese si gode di una visuale privilegiata sulle Valle del Vipava, da meridione verso nord in particolare.
Il villaggio, noto nei documenti storici come Villa Crucis, ha una storia che affonda le radici all’inizio del Medioevo, ma che deve la sua fioritura in particolare al sedicesimo secolo, quando i vescovi di Gorizia decidono di fortificare l’abitato, costruendo un castello che faccia parte di un sistema difensivo pensato per tenere lontane le forze turche che risalivano i Balcani.
Una volta passata in mano asburgica nella prima parte dell’Ottocento, fu nota come Santa Croce in lingua italiana e allo stesso modo in tedesco (Heiligenkreuz) e in sloveno (Sveti Križ). Fu poi dopo la Prima guerra mondiale che il territorio passò in mano italiana, che nel 1923 ribattezzò il paese Santa Croce di Aidussina, dal vicino centro della Valle del Vipava che sorge nella pianura ai piedi della collina. Quando, nel secondo dopoguerra, l’abitato divenne parte della Jugoslavia, venne nuovamente ribattezzato con l’odierno toponimo di Vipavski Križ, letteralmente Croce del Vipacco, rimuovendo così l’elemento sacro dal nome del paese.
Oggi Vipavski Križ è un piccolo borgo restaurato e molto curato, con le affascinanti rovine del castello, prospicienti alla piazza, che gli donano un aspetto misterico e magico. Al suo interno è allestito un locale ideale per un aperitivo serale. Passeggiando fra le vie del paese si respira un’atmosfera tranquilla, lenta e genuina. Sedie e tavolini piazzate vicino agli ingressi, molto verde privato a decorare le viuzze in pietra, qualche abitante del luogo che conversa amabilmente: un vero e proprio inno alla vita lenta.

Per chi vuole approfondire la conoscenza di questo bell’angolo di Slovenia, c’è un sentiero ad anello della lunghezza di circa 7 chilometri che si sviluppa attorno a Vipavski Križ. Un percorso ideale per una passeggiata non brevissima, ma tranquilla, adatta a escursionisti occasionali e a famiglie in bicicletta. L’anello consente di visitare alcuni villaggi ancor più piccoli nei dintorni (Cesta, Plače e Male Žablje), esplorando le campagne decorate da vigneti e frutteti, con tratti di bosco e altri dove ammirare il panorama sulla candida Vipavski Križ.
Pedrovo
La Valle del Branica è una piccola valle laterale, considerata parte integrante della Valle del Vipava, al confine con la regione del Carso. Branik è il suo centro principale, sopra la quale si erge lo scenografico Castello Rihemberk, un poderoso mastio con quattro splendide torri che troneggia su tutta la pianura.
Se il castello, di proprietà privata ma aperto ai visitatori, merita una fermata per il panorama e per la possibilità di esplorarne gli sfarzosi interni, c’è un piccolo segreto da scoprire proseguendo lungo la strada che collega a Komen.
Superato il fortilizio, infatti, dopo due tornanti si svolta in una stradina ben asfaltata ma molto stretta, che in un paio di chilometri porta fino all’amena località di Pedrovo.

Come Goče e Vipavski Križ, anche a Pedrovo il tempo sembra essersi fermato, ma la realtà dei fatti è, a dire il vero, opposta. Questo piccolo borgo rurale, decorato da una piccola chiesa di campagna, era fino a pochi anni fa sull’orlo del completo abbandono, fino a quando, grazie ad alcuni investimenti, un nucleo di venti famiglie è tornato ad abitarlo.
Oggi Pedrovo è uno splendido angolo di Slovenia immerso nella natura e nella pace dei sensi. Un piccolo borgo di campagna, nascosto tra i boschi in collina, dove il verde popola ogni angolo e abbellisce le belle case contadine. Un caseificio offre la possibilità di degustare e acquistare i prodotti locali di latte caprino e ovino, mentre una azienda agricola offre camere, un ampio ristorante con una ricca cucina casalinga perfetta per scoprire la ricchezza enogastronomica della Valle del Vipava. In un angolo del paese, poi, c’è pure uno spazio dedicato all’arte contemporanea, dotato di una piccola area espositiva.