Sono andato dai Nas per parlare di sanità lombarda: riusciranno a fare qualcosa?

  • Postato il 23 maggio 2025
  • Blog
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

Ci sono andato. Martedì 20 maggio 2025 alle ore 16,30 mi sono presentato al Comando dei Carabinieri dei NAS a Milano in via Vincenzo Monti, 58. Un’ora fitta fitta in cui sono stato ascoltato dal Colonnello Comandante dei NAS, da un suo collega senior esperto dei controlli ed una giovane collega.

Ci sono andato perché avevo letto che il Presidente e l’Assessore alla sanità della Regione Lombardia avevano detto in pochi giorni due cose opposte: prima che il modo di fare sanità in Lombardia doveva essere esportato in altre regioni e, pochi giorni dopo, che si arrendevano perché non riuscivano in nessun modo ad abbattere le liste di attesa e firmavano un accordo con i carabinieri dei NAS per farsi aiutare!

Ci sono andato perché, come sa perfettamente chi mi legge, da anni faccio proposte reali per cambiare il sistema sanità partendo da un presupposto: questo ormai abbiamo visto che assolutamente non può più essere preso in considerazione. In pochi anni in questo modo la nostra impresa più utile, il Sistema Sanitario Nazionale, non può che fallire. Ancor di più dopo la esperienza pandemica ho pensato che qualcuno ci avrebbe messo veramente mano per modificare tutto quello che, proprio con il Covid, abbiamo tutti toccato con mano: il fallimento del sistema formigoniano proprio nella regione che è stata considerata la migliore in Europa da chi questo sistema lo ha voluto, lo ha difeso e lo ha svenduto ai privati trasformandolo in azienda.

Nel mio monologo, ascoltato con interesse dai tre predisposti alla tutela della salute, ho parlato di liste di attesa e di come superarle. Di medicina di base inadeguata e di come modificarla. Di tariffe private, smart e con ticket. Di controlli veri sul lavoro dei medici. Di appropriatezza delle prestazioni. Di case di comunità inesistenti, dispendiose ed inutili. Di nuove università per distribuire meglio e con più efficacia chi vuole studiare per fare il medico prendendosi effettivamente “cura degli altri”.

Avevo già avuto un colloquio nei mesi scorsi con un consigliere della maggioranza che conosco da anni, al Pirellone, nel palazzo della politica. Avevo trovato disponibilità ad ascoltare ed apprezzamento. Ma questo è quello che a me interessa poco. Quello che mi interessa veramente è che ci sia la volontà reale di cambiamento. Spero che le istituzioni non politiche, ma a contatto più direttamente con il cittadino, intervengano a gamba tesa. Ho lasciato un “atto di segnalazione costituito da 7 pagine che contiene suggerimenti sulla modalità di riduzione delle liste di attesa nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale”. Ho fatto il vostro megafono come lo strillone del nostro amato giornale.

Subito dopo sono stato contattato da diverse persone che hanno invaso i miei social con collegamenti, proposte ed apprezzamenti. Fra queste ho apprezzato molto l’interesse di un sindaco del Torinese che mi ha messo in contatto con una deputata molto sensibile all’argomento. Fra queste ho apprezzato molto l’interesse di un collega che mi ha spiegato alcune cose, nella sua specialità, che hanno dato conferma alle mie idee. “Tu lo sai che una valutazione regionale della qualità di un reparto si basa sul livello medio di patologia trattata, dalla quale dipende l’assegnazione della quota annua di prestazioni? Lo sai che l’eccellenza non si basa sulla qualità della prestazione, vista anche come tempi di restitutio ad integrum, ma solo sulla presenza di determinate costosissime attrezzature, per la stragrande maggioranza giacenti inutilizzate in magazzini polverosi?”

La percezione del controllo riduce il rischio di abuso, questo dico sempre a mia figlia e ho spiegato al Comandante della Regione Lombardia per la tutela della salute. Spero ne faccia tesoro. Io, nel frattempo, continuerò ad alzare la voce sperando di trovare altri che vogliano alzarla con me.

L'articolo Sono andato dai Nas per parlare di sanità lombarda: riusciranno a fare qualcosa? proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti