Spiagge deserte, i balneari: “Salari dimezzati, altro che caro-ombrellone”. Le stesse parole di Schlein…
- Postato il 11 agosto 2025
- Politica
- Di Blitz
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Salari fermi e spiagge vuote, dicono da sinistra, un coro unanime. Falso, perché c’è il boom della montagna, dicono da destra, ma “quale crisi delle vacanze”, l’Italia è “al top del mercato turistico mediterraneo” (Gianluca Caramanna, responsabile turismo di Fdi).
Spiagge deserte, di chi la colpa?
I balneari, cui legittimamente preme discolparsi dall’aver innalzato indiscriminatamente le tariffe, stavolta sembrano convergere sulle posizioni della sinistra, a dispetto di una storica amicizia elettorale con la destra che ostinatamente difende la categoria dalle liberalizzazioni imposte dall’Europa (Bolkenstein).

Il presidente nazionale del Sib (sindacato balneari Confcommercio), Antonio Capacchione, bolla come “sbagliato e truffaldino additare il calo del turismo italiano di luglio alle tariffe balneari. Un comodo capro espiatorio per non affrontare i problemi del Paese”.
Tanto è vero che il calo riguarda anche le destinazioni balneari con le tariffe più convenienti come l’Emilia Romagna”.
“Salario reale inferiore a quello del 1990”
La causa vera, ribadisce, “è che le famiglie italiane sono in grande difficoltà. Salari dimezzati negli ultimi 30 anni a causa della inflazione (il salario reale è addirittura inferiore a quello del 1990).
Le spese obbligatorie (casa, assicurazioni, bollette, energia, ecc.) hanno raggiunto il 42,2% del reddito complessivo mentre la pressione fiscale è arrivata al 42,6%. Il turismo è una variabile dipendente dell’economia. Accusare gli stabilimenti balneari di tutto questo è semplicemente indecente”.
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