Stipendi italiani più bassi dell’8% rispetto a 4 anni fa. Penalizzati soprattutto servizi e pubblica amministrazione
- Postato il 29 aprile 2025
- Lavoro
- Di Il Fatto Quotidiano
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Un lavoratore italiano guadagna in media l’8% in meno rispetto a 4 anni fa. Come rileva l’Istatm le retribuzioni contrattuali reali (ovvero tenendo conto della perdita del potere di acquisto legata all’inflazione, ndr) di marzo 2025 sono ancora inferiori rispetto a quelle di gennaio 2021. Perdite inferiori alla media si osservano in agricoltura e nell’industria, mentre situazioni più sfavorevoli si registrano nei settori dei servizi privati e della pubblica amministrazione“.
Non è stato sufficiente il recupero dello scorso marzo quando le retribuzioni sono cresciute in media del 4% rispetto all’anno prima, con incrementi più marcati nel comparto alimentare (+7,8%), nel metalmeccanico (+6,3%) e nel commercio (+6,1%). L’incremento è invece nullo (quindi in calo in termini reali, ndr) per farmacie private, telecomunicazioni, regioni e autonomie locali e servizio sanitario nazionale. La retribuzione oraria media nel periodo gennaio-marzo 2025 è cresciuta del 3,9% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Come rilevato qualche tempo fa dauno studio dell’Università La Sapienza, negli ultimi anni la ricchezza delle imprese italiane è aumentata ma le risorse sono state destinate quasi totalmente alla remunerazione dei soci, poco agli investimenti e pochissimo ai lavoratori.
Alla fine di marzo 2025, i 40 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 52,7% dei dipendenti, circa 6,9 milioni, e corrispondono al 50,7% del monte retributivo complessivo. Nel corso del primo trimestre 2025 sono stati recepiti nove contratti: logistica, servizi socio assistenziali-Uneba, ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici, edilizia, energia elettrica, autoferrotranvieri e Rai. A fine marzo 2025, i contratti in attesa di rinnovo sono 35 e coinvolgono circa 6,2 milioni di dipendenti, il 47,3% del totale. Il tempo medio di attesa di rinnovo per i lavoratori con contratto scaduto, tra marzo 2024 e marzo 2025, è passato da 29 a 23,1 mesi, mentre per il totale dei dipendenti aumenta da 10,1 a 10,9 mesi.
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