Stop guida autonoma e intelligente? Dalla Cina arriva una notizia inaspettata
- Postato il 30 aprile 2025
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- Di Virgilio.it
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In una mossa che segna un deciso giro di vite sulla comunicazione nel settore automotive, il governo cinese ha annunciato che i produttori di auto non potranno più utilizzare i termini “guida intelligente” o “guida autonoma” nelle loro campagne pubblicitarie. La decisione, riportata da Reuters, arriva in seguito a un tragico incidente che ha coinvolto una Xiaomi SU7, modello elettrico di recente debutto, e che ha riportato con forza sotto i riflettori i rischi ancora irrisolti delle tecnologie di assistenza alla guida.
Un incidente che cambia tutto
L’incidente, avvenuto poche settimane fa, ha avuto esiti devastanti: la Xiaomi SU7, in modalità di guida automatizzata, ha perso il controllo e si è schiantata contro una barriera di cemento, esplodendo all’impatto e causando la morte di tutti gli occupanti. Un evento drammatico che ha suscitato scalpore e indignazione in tutta la Cina, e che ha portato il Ministero della Sicurezza a intervenire in modo deciso sul tema della regolamentazione dei sistemi di guida assistita.
Da oggi in poi, ogni riferimento alla “autonomia” del veicolo dovrà essere attentamente valutato. Il motivo è chiaro: evitare che i consumatori si facciano un’idea eccessivamente ottimistica o fuorviante delle reali capacità dei sistemi ADAS (Advanced Driver Assistance Systems), i quali – seppur evoluti – richiedono ancora l’attenzione e la supervisione del conducente. Niente più espressioni suggestive o promesse implicite: la guida resta una responsabilità umana, nonostante l’ausilio della tecnologia.
Non riguarda solo la comunicazione
Il nuovo regolamento, però, non si limita alla sfera comunicativa. Il governo cinese ha imposto anche limiti stringenti ai test e agli aggiornamenti over-the-air (OTA): i produttori non potranno più attivare o migliorare da remoto i sistemi di assistenza alla guida sui veicoli già in circolazione, senza prima sottoporli a test di affidabilità rigorosi e ricevere approvazioni ufficiali da parte delle autorità competenti. In altre parole, ogni nuova funzione o upgrade dovrà passare attraverso una certificazione preventiva, a tutela della sicurezza pubblica.
Le nuove direttive si rivolgono direttamente ai colossi del settore come Huawei, BYD, Toyota e Leapmotor, protagonisti di una corsa serrata alla leadership nel campo della guida autonoma. Ma da ora in poi, ogni mossa dovrà rispettare un nuovo codice di condotta imposto dallo Stato.
Sanzioni severe
Il Ministero ha anche introdotto sanzioni particolarmente severe per chi trasgredisce. Le aziende che pubblicheranno annunci ingannevoli relativi alla guida assistita rischiano multe fino a dieci volte l’investimento pubblicitario effettuato. E nei casi più gravi, in cui una comunicazione ambigua o fuorviante possa essere ricollegata a incidenti stradali con esiti fatali, sono previsti fino a due anni di reclusione per i responsabili.
Queste misure rappresentano un chiaro segnale da parte delle autorità: la sicurezza viene prima dell’innovazione. E se la transizione verso una mobilità sempre più automatizzata è inevitabile, non potrà prescindere da un quadro normativo più rigoroso e da un’informazione trasparente nei confronti dei consumatori. La Cina è uno dei mercati più competitivi e innovativi nel panorama della mobilità elettrica e automatizzata, e le nuove regole potrebbero alterare significativamente le strategie commerciali e di prodotto. Vedremo se questa decisione avrà degli effetti concreti.